Presadiretta, riassunto e video puntata 12 febbraio 2012 La puntata di ieri sera di Presadiretta ha ruotato intorno al tema del cemento, e in particolare a diversi quesiti che i vari servizi hanno approfondito: perché ancora nuove case, uffici, grattacieli, centri commerciali, appartamenti?  Gru e betoniere girano  a pieno ritmo anche se  le costruzioni recenti sono vuote.  Ma tutti questi nuovi edifici servono o serviranno? A chi? A inizio puntata Domenico Iannacone ci parla di un enorme edificio abbandonato da anni a Milano. Si tratta di un vero ecomostro che doveva essere un Grand Hotel ma non è stato terminato. Cè poi il caso di Ischia, dove invece colpisce il numero di case che costellano il territorio, quasi tutte abusive. Facendo un giro in barca si possono osservare le nuove case, affacciate direttamente sul mare, insieme ai tanti alberghi. Viene poi spiegato che più di 27.000 domande di condono edilizio sono state presentate dai cittadini, il che significa che almeno un abitante su due ha messo in atto un abuso. Negli ultimi 30 anni in Italia ci sono stati tre grandi condoni edilizi e ad Ischia sono riusciti ad aggirare anche il vincolo paesaggistico. Proseguendo, a Cosenza Carlo Tanzi viene intervistato da Iannacone, e racconta di come in Calabria alla diminuzione della popolazione faccia riscontro, stranamente, un aumento delle costruzioni. Si costruisce anche in zone a rischio frane ed il centro storico viene ignorato dalle amministrazioni sia di destra che di sinistra. Anche le attività commerciali non ci sono più. Eppure andrebbe fatta manutenzione e le case andrebbero anche adeguate alle leggi anti-sismiche. C’è anche quanto rimane di una chiesa dell’Ottocento ed è un abitante del luogo a mostrare a Iannacone come essa sia stata riempita di immondizia in seguito al suo abbandono. Eppure permangono alcune attività storiche interessanti, come la bottega in cui si fanno scarpe a mano. Questa, insieme a quella di un falegname, è rimasta la sola bottega artigiana della via, mentre per il resto il centro storico cade a pezzi. Nel comune di Zumpano, laddove ci sono colline a rischio frane, si costruiscono non solo case ma anche intere attività commerciali, nelle quali sono coinvolte decine di persone ogni giorno. Intanto per evitare frane si usano delle reti. Ma saranno sufficienti? Mentre Iannacone fa un sopralluogo sulla collina, ecco che arriva il responsabile dei lavori che afferma di essere nella piena legittimità e che, per quanto riguarda la collina, è stato effettuato un consolidamento. E lì sotto intanto, accanto al centro commerciale, ecco che viene inaugurato anche un cinema multisala. Il sindaco, intervistato da Iannacone, dice che è stato fatto tutto nella norma e che non sussiste alcun pericolo. Ma è realmente così? Ma la vera domanda è: chi si assume le responsabilità se dovesse accadere qualcosa? Ci si sposta poi più a nord, per vedere cosa accade a Reggio Emilia e provincia. Anche qui quella che un tempo era campagna ora non può più essere definita tale. Lo racconta il signor Mario, attorno alle cui vigne sono nate una serie di palazzine. E in ogni condominio ci saranno almeno tre o quattro appartamenti in vendita che nessuno acquista. Questo proprio perché si è costruito troppo negli ultimi anni. Tutto questo cemento è eredità del piano regolatore approvato nel 1999, in pieno boom economico, quando c’era bisogno di case per i residenti. Se un terreno agricolo può valere intorno a 10 euro a metro quadro, ecco che se lo stesso diventa edificabile il suo valore va ad aumentare almeno di dieci volte. Così si moltiplicano anche i guadagni dei privati, mentre il comune, per servire quelle case, si deve sobbarcare gli oneri della costruzione delle strade e della fornitura di tutti gli altri servizi necessari.



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