Festival di berlino 2012. Orso doro ai fratelli Taviani – Vittoria italiana alla 62 edizione del Festival di Berlino: lOrso doro va a Paolo e Vittorio Taviani per Cesare deve morire. Un premio che lItalia non vedeva da 21 anni. A proclamare la vittoria del film dei fratelli Taviani il presidente della giuria, Mike Leigh.
Oltre allorso doro per lItalia anche un altro riconoscimento nella sezione Panorama: Diaz, non pulire quel sangue di Daniele Vicari ottiene il secondo premio del pubblico.
Ambientato nella prigione romana di Rebibbia, il film dei fratelli Taviani, nella sezione “Fine pena mai”, racconta la vicenda di un gruppo di reclusi che allestisce a teatro la tragedia di Shakespeare “Julius Caesar”.
Il pensiero dei registi, al ritiro dellOrso doro, va subito ai detenuti: «Spero che qualcuno tornando a casa dopo aver visto Cesare deve morire pensi che anche un detenuto, su cui sovrasta una terribile pena, è e resta e un uomo. E questo grazie alle parole sublimi di Shakespeare, è il desiderio che esprime Vittorio Taviani. Gli fa eco suo fratello Paolo: «Voglio fare alcuni dei loro nomi: a loro infatti va il nostro pensiero, mentre noi siamo qui tra le luci sono nella solitudine delle loro celle. E quindi dico grazie a Cosimo, Salvatore, Giovanni, Antonio, Francesco e Fabione.
La tragedia di Shakespeare rivive nelle parole dei protagonisti, che la raccontano ognuno nel proprio dialetto. Dai provini, allincontro con il testo, alla recita finale i carcerati grazie al linguaggio universale del grande poeta e scrittore si immedesimano nei personaggi, tra speranza, angosce, divertimento. La messa in scena teatrale non risolve però il dramma della loro condizione e i carcerati arrivano a un punto di scontro tale che potrebbe mettere a repentaglio lo spettacolo.
Il secondo premio della Berlinale va a «Just the wind diretto da Bence Filegauf, film che denuncia la persecuzione subita dai rom, a partire da vicende accadute in Ungheria. LOrso dargento, secondo i pronostici, va a Christian Petzold che in «Barbara racconta la Germania Anni Ottanta, tra sospetti, desideri repressi, annichilimento delle esistenze.



Premio alla migliore attrice per Rachel Mwanza, protagonista di «Rebelle», film dai toni molto duri che racconta la storia di una ragazzina soldato in Congo, per la regia di Kim Nuyen. E il miglior attore è Mikkel Bo Folsgaard, protagonista della pellicola danese «A royal affair», dove impersona un re stravagante.

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