Che tempo che fa, puntata del 19 febbraio 2012 La puntata andata in onda ieri sera di Che tempo che fa ha visto ospiti di Fabio Fazio diversi noti personaggi: il primo a fare il suo ingresso è Edoardo Boncinelli che presenta il suo nuovo libro intitolato “La scienza non ha bisogno di Dio”. In ogni nostra cellula, spiega Boncinelli, ci sono le istruzioni per nascere, crescere, svilupparsi e riprodursi, e la vita artificiale significa creare qualcosa che prima non c’era, come ad esempio un batterio che prima in natura non esisteva. Lo scienziato, continua a spiegare lo scrittore, solitamente non parla di anima, ma lui proverà a parlarne nel prossimo libro. La seconda intervista della puntata vede invece protagonista il conduttore di Ballarò, Giovanni Floris, che comincia il suo intervento parlando di Sanremo e delle tante polemiche che hanno accompagnato il Festival della musica italiana: la vera persona che piace, speiga Floris, non è quella che provoca, ma quella che si fa carico della complessità. La differenza tra opinione e offesa è spesso una questione di modi. Le possibilità di parlare oggi sono tante, continua a dire il conduttore, ma bisogna farlo con rispetto per il pensiero degli altri. Chi parla deve sapere che le cose che dice possono non essere condivise da qualcuno e risultare offensive. Quello che ha colpito maggiormente Floris di questa edizione del Festival è che lo spettacolo è rimasto inchiodato a un’epoca che tutti vogliamo lasciarci alle spalle. Si passa poi a parlare di politica, e Fazio chiede come mai siamo arrivati così oltre prima di chiamare Monti al governo. Secondo Floris è capitato perché noi elettori ci siamo distratti e ci siamo appassionati a questioni inutili. Adesso però non bisogna fare l’errore di pensare che una volta andato via lo specialista possa tornare tutto come prima, e l’Italia, spiega, uscirà dalla crisi solo se farà determinate cose. C’è un prezzo da pagare e se lo pagheremo ne usciremo. Bisognerebbe inoltre che l’Europa si facesse carico dei debiti della Grecia.  Una volta conclusa lintervista con Floris, arriva Susanna Camusso, segretario della Cgil, a cui fazio chiede subito se, nonostante la recessione in cui siamo entrati, possiamo comunque essere ottimisti come sostiene Monti. La Camusso spiega che sicuramente è cambiato il giudizio internazionale sul nostro Paese e non c’è più un’attenzione costante ed eccessiva verso di noi, però resta il problema della disoccupazione che è sinonimo della crisi. Intanto il negoziato dei sindacati con il governo si sta portando avanti. L’intesa dovrebbe arrivare a fine marzo. La Camusso dice che è necessario che si raggiunga una soluzione e che questo si faccia con l’intesa delle parti sociali, ma secondo lei il mese di marzo è un po’ presto. La Camusso sottolinea che la precarietà non è obbligatoria e che le forme flessibili è opportuno che non coincidano con uno sfruttamento delle persone. Ad esempio, è opportuno eliminare il finto lavoro autonomo che spesso serve a mascherare il lavoro subordinato e le finte partite Iva. Ma il problema è come far entrare i giovani nel lavoro. Si può usare in questo senso l’apprendistato che sia accompagnato però da una formazione da parte dell’azienda. Le imprese sanno che c’è un problema di ricostruzione e che nella logica di incentivazione ci deve essere anche qualcosa per le lavoratrici che hanno perso il lavoro e che sono considerate troppo anziane per trovarne un altro.



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