Servizio Pubblico, puntata del 23 febbraio 2012 – Ieri sera Marco Travaglio ha parlato a Servizio Pubblico del codice etico della Rai. Il vicedirettore de Il Fatto Quotidiano spiega infatti che questo si conosce già da un paio d’anni, cioè da quando la Gabanelli, conduttrice di Report,  per salvarsi dal plotone di esecuzione aveva dovuto fare una puntata riparatrice su Tremonti intervistando tutti economisti favorevoli a Tremonti. Poi la Rai lo ha dimenticato, dice Travaglio, fino all’intervento di Celentano che abbiamo scoperto oggi l’ha violato. Ma cosa ha fatto Celentano? Ha detto che i due giornali cattolici Avvenire e Famiglia Cristiana dovrebbero chiudere. Si è anche arrabbiato con lo stesso Travaglio, spiega, colpevole di aver detto che la parola chiudere poteva risparmiarsela ma la sua, continua a dire Travaglio, era una provocazione poiché Celentano non è Berlusconi che ha il potere di chiudere un giornale. A questo proposito Travaglio ricorda l’esclusione dalla Rai di Biagi, Santoro e Luttazzi dopo che Berlusconi aveva affermato che ne facevano un uso criminoso, e quello di Mieli da Il Corriere e di Anselmi da La Stampa dopo che lo avevano criticato per l’aumento dell’Iva a Sky. Un po’ come è avvenuto, spiega, per Famiglia Cristiana nel 1997 quando il suo direttore fu fatto allontanare. Travaglio cita poi una serie di affermazioni:  “Famiglia Cristiana usa la violenza verbale e la criminalizzazione morale tipica dei peggiori regimi autoritari”, detta da Capezzone, “Giornale blasfemo Famiglia Cristiana, pieno di odio e quindi anticristiano” da Francesco Giro del Pdl, e ancora quella di Calderoli che accusa il direttore di Famiglia Cristiana di occuparsi troppo di politica e non di fede. E nessuno mai ha detto niente, sottolinea il giornalista, e spiega che secondo lui ormai la Rai sembra una succursale del Vaticano, eppure il Vaticano ha le sue emittenti, ma colonizza quella italiano. Parole forti, quelle di Travaglio, che parlando del direttore della Rai Lorenza Lei, la chiama Opus Lei. Il giornalista prosegue raccontando il caso di Simeon, capo delle relazioni con il Vaticano per la Rai e vicino al Cardinal Bertone, sul quale erano cadute le accuse del Vescovo Viganò che affermava si trattasse di un calunniatore che aveva contribuito ad una campagna contro il Cardinale Bertone su Il Giornale di Sallusti. Travaglio dice che nonostante queste accuse Simeon ha conservato il suo posto a testimonianza del fatto che non si sa dove finisce la Rai ed inizia il Vaticano. Due settimane fa il Fatto Quotidiano ha pubblicato un appunto che denunciava che il vescovo di Palermo recatosi in Cina aveva dato la notizia che nel giro di un anno il Papa sarebbe morto. Gli altri giornali avevano cercato di insinuare che il documento fosse falso, ma dopo la conferma di Padre Lombardi responsabile della sala stampa del Vaticano ne avevano parlato la stampa di tutta Europa e anche quella italiana, dice sempre Travaglio. Il Tg 1 non ne dà notizia, afferma il giornalista, poi, racconta, il 10 febbraio appare Attilio Romita che ha affermato: “Tutte farneticazioni che non vanno prese in alcun modo sul serio, così Padre Romito Lombardi direttore della sala stampa vaticana sul presunto complotto per uccidere il Papa pubblicato da Il Fatto Quotidiano”. Tredici secondi in tutto, commenta, nei quali l’autorevole Tg1 raggiunge quella che Travaglio definisce la nuova frontiera dell’informazione italiana: si dà la smentita senza dare la notizia.



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