Presadiretta, puntata del 26 febbraio 2012 – La puntata andata in onda ieri sera di Presadiretta, condotto da Riccardo Iacona, intitolata “Cultura a fondo”, si è occupata dei numerosi tagli che, nella nostra Penisola, si sono perpetrati a danno della cultura. A differenza di Francia e altri stati, durante la crisi l’Italia punta meno sulle università e su tutto ciò che promuove questo settore. Vengono infatti mostrate, durante la puntata, varie problematiche connesse ai tagli ad un settore considerato fanalino di coda, ma che invece pare occupare l’11 per cento del mercato del lavoro. Varie interviste coinvolgeranno il teatro Valle di Roma, occupato per ragioni legate alla sua demolizione, il malcontento che regna a Cinecittà, i musei, le biblioteche e altri enti a rischio di scomparsa. E si comincia proprio dalle immagini del teatro Valle, occupato dal luglio scorso da un gruppo di lavoratori dello spettacolo. Da quel giorno Sabrina Guzzanti, Leo Gullotta, Luca Zingaretti e il Grande musicista Stefano Bollani hanno dato una mano, assieme a molti altri artisti, a portare avanti tale protesta. Anche lo scrittore Andrea Camilleri e il cantante Jovanotti hanno sentito l’esigenza di presenziare, in questi mesi, davanti a una nutrita folla per appoggiare la causa. Le immagini mostrano anche la voce degli addetti ai lavori, che da 9 mesi riescono a tenere in piedi il teatro. Ma la battaglia è tutt’altro che vinta. Lo stato ha infatti deciso di escludere alcune categorie dall’Inps. Valerio Mastandrea, sul set di un suo film, spiega come la categoria degli attori, di cui egli fa parte, è una di quelle private del normale contratto di lavoratore.
Lisa Iotti è andata nell’archivio di stato della Città di Roma: come spiega il custode, all’interno di esso si stima sia contenuto il 50 per cento della storia del mondo. A quanto pare, i fondi sono insufficienti e tutti i libri stanno andando verso una fine annunciata. Ma assieme al passato, è contenuto anche il presente: stanze intere di carte su attentati quali quello al Papa, sulla banda della Magliana e numerose altre importanti testimonianze. Nelle stesse acque navigano le biblioteche nazionali: anche per tali enti sono stati tagliati i fondi, lasciando spazio a orari di apertura brevissimi e riduzioni del personale consistenti.
Si parla anche di musei: il museo di Brera a Milano, come mostrato in alcune immagini, non ha più i fondi nemmeno per l’indispensabile. Doveva diventare il “Louvre italiano”, cosi come sbandierato dai vari candidati sindaci. Ora invece, l’inevaso dell’ente è di circa 1 milione di Euro, e i fondi istituiti pari a zero. Mario Resca, commissario italiano della valorizzazione dei beni culturali presso il ministero dello stato, intervistato dalla trasmissione, dichiara: “Non abbiamo avuto nulla, e senza soldi, non si fa nulla”.
Un servizio di Francesca Barzini, a Parigi, mostra un universo che appare distante anni luce dal nostro: strutture studiate per evitare il deteriorarsi delle opere, archivi informatizzati consultabili online, e una legge che agevola chi dona alla cultura. Inoltre, lo stato destina grossi capitali per le varie strutture artistiche.



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