Domani, mercoledì 29 febbraio, è lultimo giorno per pagare il canone Rai con una minima mora (se volete essere esentati, provate a presentarvi negli uffici postali con una massima bionda). Ma da che televisione è televisione, il canone Rai, che si paga per il solo possesso degli apparecchi atti a ricevere radiotrasmissioni, è la tassa più odiata dagli italiani. A pagarla malvolentieri – sono otto famiglie su dieci e per scovare le altre due mancanti (che vanno di nascosto a casa di amici per vedere la tv gratis) la Rai in tutti questi anni ha messo in piedi una poderosa campagna con visite a domicilio di incaricati specifici (i famosi ispettorai), convocazioni della Guardia di Finanza e milioni di lettere in cui si intima ai morosi (che non sono ovviamente gli innamorati della televisione) il pagamento della tassa, minacciando anche azioni giudiziarie. Tutto vano, però. Levasione continua. E allora, in vista del 75 compleanno di questa tassa (la legge che istituisce il canone, il Regio decreto legge 246, è infatti del 2 febbraio 1938), il direttore generale della Rai, Lorenza Lei, ha pensato bene di fare la festa a chi non la paga, apportando le giuste (giuste per Lei) modifiche, che rivoluzioneranno il concetto stesso di canone.

Dove sta la novità? Semplice: anziché far pagare il possesso del televisore, verrà tassato lo zapping, abitudine ormai consolidata in tutte le case, visto il proliferare dei telecomandi. Ma in quale modo tassare lo zapping? Ancora più semplice: lidea di Lei è ricorrere alle accise. E che cosè laccisa? In Sicilia trattasi di persona defunta per non aver pagato il canone (esempio: Turiddu, tà mugghiera Rusidda truvari accisa ravanti a ttilivisiuni!), mentre nel resto dItalia la corretta definizione di accisa è “imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo”. In questo caso, secondo la Lei, sullo zapping effettuato con il telecomando (in media ogni telespettatore, se guarda i canali Rai, cambia circa 70 volte al minuto) graveranno un insieme di accise, che siamo in grado di elencarvi. Eccole in ordine cronologico di apparizione sul bollettino di pagamento che verrà predisposto per labbonamento 2013:
– 1,90 lire (0,00103 euro) per il finanziamento del canale RaiHailè Selassiè, lanciato senza successo durante la guerra di Etiopia del 1935-1936 e che avrebbe dovuto insegnare la lingua italiana ai sudditi del Negus;
– 14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento del canale tematico RaiSuez, dedicato ai mozzi imbarcati sulle petroliere;
– 10 lire (0,00516 euro) per ripagare, attraverso il contributo dellAssociazione Italiana Neuropsichiatria, i disastri compiuti sulla psiche dei telespettatori dal programma  Mezzanotte e dintorni condotto da Gigi Marzullo tra il 1989 e il 1994;

10 lire (0,00516 euro) per finanziare lacquisto di pastiglie Valda al telecronista Giampiero Galeazzi, che si è rovinato le corde vocali incitando i fratelli Abbagnale verso la vittoria nel due con alle Olimpiadi di Seul nel 1988;

99 lire (0,0511 euro) per finanziare la chiusura del concorrente “Studio Aperto” e per riaprire la serie di polizieschi fortuiti “Il caso è chiuso a caso”;
– 75 lire (0,0387 euro) per convincere Furio Focolari, affiancato da Gustav Thoeni come commentatore esperto, a tornare a fare le telecronache delle gare di Coppa del mondo di sci alpino, da trasmettere in differita notturna nella rubrica “InforcheRai” di RaiSport1;
– 205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della guerra al monoscopio dal 1945 al 1975 (per i più avidi di dettagli: la guerra è stata vinta con successo!);
– 22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione spaziale “ScopriRai” condotta da Piero Angela, che verrà lanciato a bordo di una spaziosa astrozattera (l’astronave costerebbe troppo) verso Marte per riprendere gli influssi che il pianeta Venere esercita su Mercurio nel pieno di un’eclissi di Luna durante una tempesta solare che surriscalda gli anelli di Saturno;
– 0,02 euro per il rinnovo del contratto dei gobbi della Rai (gli unici che sgobbano in quell’azienda) che saranno assunti nelle diverse sedi regionali dal 2013;
– 0,005 euro per l’acquisto di telecomandi ecologici, fatti di marzapane, che verranno introdotti sul nostro mercato con l’Expo del 2015;
– 0,171 euro per il finanziamento dei programmi colturali. Già individuati i primi titoli che andranno in onda sul canale rigorosamente terrestre “ColtiveRai”: A come Agricoltura, B come Barbabietola, C come Carciofo, D come Dattero, E come Erba, F come Finocchio (su questi due ultimi programmi, in realtà, il Partito Radicale si è inalberato, chiedendo che fossero destinati a temi di tutt’altro genere);
– 0,04 euro così, tanto per dare 0,04 euro alla Rai;
– 0,0089 euro per finanziare l’alluvione di programmi insulsi che ha colpito i telespettatori italiani da quando sono stati inventati RaiTre e gran parte dei canali satellitari;
– 0,082 euro per il decreto “SalveRai la Rai” che il Governo Monti varerà negli anni 2013-2014-2015-2016-2017-2018-2019-2020-2021-2022-2023 per ripianare i costi dovuti alle future partecipazioni di Adriano Celentano al Festival di Sanremo, visto che il suo cachet verrà riparametrato con l’andamento degli spread sul debito di Grecia, Portogallo, Albania, Bulgaria, Lettonia, Estonia, Turkmenistan e Burkina-Faso.
La nuova idea di canone di Lei, che Lei voleva tenere riservata, è stata però scoperta dalla  C.A.S.P.I.T.A. (Civica Associazione Stanca di Pagare Inutilmente il Tele-Abbonamento), che ha deciso di protestare con Lei per “questa selva di canonate a salve” sparate da Lei. E noi siamo in grado di anticiparvi la lettera aperta spedita a Lei.

 

Detta lettera va cantata sulle note della canzone “Che sarà”, portata al successo in Italia dai Ricchi e Poveri e nel resto del mondo dal suo autore, Josè Feliciano.

 

 

Permette, sono un telespettatore,

la Rai è sempre accesa nel mio cuore.

So bene che potrebbe dirmi: ”Io non so chi sei?”

Ci diam del tu o preferisce il… Lei?

 

        Che farai? Che farai? Che farai?

        con i soldi dell’abbonamento Rai?

        C’è Sanremo, un po’ di calcio

        e tante repliche alla Rai.

        Che farai? Farai quel che farai.

 

Lorenza, i tuoi Tg han fiato corto,

il “preserale” è solo un gioco smorto,

e quando l’orologio corre verso le ventuno,

vien voglia di girar su Italia 1.

 

        Che farai? Che farai? Che farai?

        con i soldi dell’abbonamento Rai?

        Qualche fiction, sì, Fiorello

        e tante repliche alla Rai

        Che farai? Farai quel che farai.

 

Il mio non è un sermone fatto invano:

non voglio somigliare a Celentano.

Promettimi per questo autunno,

prometti ora o mai

un palinsesto degno della Rai.

 

        La farai, sì lo so, la farai…

        la programmazione delle reti Rai.

        Puoi far tutto, o forse niente,

        ma se non cambi la Rai

        prima o poi, saluto e passo a Sky!

 

Sembra che la Lei non sia stata lì a farsela cantare. Pupo, già sotto contratto Rai, è al lavoro: la risposta, che arriverà nelle case di tutti gli italiani in un Cd creato appositamente per l’occasione, è attesa per la tarda primavera di quest’anno. Si teme per un eventuale ulteriore aumento delle accise. Perché Pupo vuole (artisticamente) emergere e per crescere c’è bisogno che qualcuno presti a soldi a Lei per comprare gli omogeneizzati.