Servizio Pubblico. Marco Travaglio e gli sfigati. Nella puntata andata in onda ieri sera di Servizio pubblico, l’opinionista Marco Travaglio si è dilungato sul caso dei giovani che secondo quanto ha detto il viceministro Martone se a 28 anni non sono laureati, sono degli sfigati. Marco Travaglio ha voluto dire la sua indicando quali sarebbero i modi per non essere uno sfigato. Secondo il giornalista nel Governo dei professori ci sono docenti in tutte le materie, tranne che nella logica. E per fortuna bisogna dire, perché un esperto in logica si perderebbe in questa sorta di labirinto. Qui siamo pieni di licenziati, ma Monti e la Fornero vogliono cambiare l’articolo 18 e aumentare l’età pensionabile dice Travaglio. Il posto fisso è monotono: tanto Monti è senatore a vita, quindi più fisso di così si muore, ma nel vero senso della parola. Ma il logico numero uno è Michel Marone, il vice della Fornero, che dopo due mesi di silenzio assoluto ha fatto la sua prima dichiarazione ufficiale e ha fatto un figurone: secondo Travaglio Steve Jobes, il fondatore della Apple, è morto senza essersi laureato e non era certo uno sfigato.
Si vuole inoltre togliere il valore legale al titolo di studio, spiega Marco Travaglio. I laureati saranno così sfigati sia prima che dopo i 28 anni, a meno che non abbiano santi in paradiso. E così sul web la frase del viceministro è stata contestata apertamente. Una persona ha scritto: “Questo se viene in America lo mettono a pulire i gabinetti”. Ma Martone ha detto che se tutti si sono arrabbiati, allora questo significa che ha ragione lui, perché è andato a toccare un nervo scoperto, anche se alla fine ha detto “sono stato poco sobrio”. Probabilmente, dice Travaglio, voleva ammettere di aver bevuto prima di parlare. Ma chi è lui? Ha 38 anni e c’è chi dice che lo abbiano messo apposta per abbassare l’età media del governo. Lui veste molto bene, è molto elegante, ma cosa ci faccia nel governo è un po’ un mistero. La Fornero ad esempio non gli parla neanche e a Michel è toccata ora la delega alle funzioni particolari, che non si sa effettivamente a cosa servano. Lui dice che si è fatto da solo, ma pare che qualcuno gli abbia dato una mano, naturalmente a sua insaputa. Suo padre è stato magistrato, ma l’anno scorso ha lasciato la toga perché è finito nello scandalo della P3. A 23 anni Michel si laurea in legge e il suo relatore è Persiani, amico di suo padre. Vince subito il dottorato e a 26 anni diventa ricercatore. Diventa poi avvocato e a 27 anni è già professore associato, promosso da Persiani.
Anche all’Università di Siena è Persiani che presiede la commissione. In quel concorso ci sono due posti per otto concorrenti. Alla fine ne rimangono due e lui arriva secondo. La vincitrice ha 52 anni, due lauree e 40 pubblicazioni. Lui ha invece solo due pubblicazioni. I commissari ne danno giudizi imbarazzanti: “Si riscontrano elementi di discutibilità”, dice uno. Ma Persiani è entusiasta di lui e così alla fine passa, secondo classificato su due. A 29 anni Michel è così un ordinario ma dopo due anni prende anche la cattedra, docente a 31 anni, un miracolo in un Paese come il nostro. Ma, dice Travaglio, frequenta anche la fondazione Craxi quando ci sono anche Brunetta e Sacconi. Quando Craxi muore,  fa anche un discorso di celebrazione e per fortuna non cita il debito pubblico che ci ha regalato proprio l’era Craxi. Intanto qualcuno lavora per lui, è uno dei compari della Loggia P3, Martino, che dice che il padre tramite il partito voleva dare un lavoro al figlio. Ai compagni di merende non interessava di Michel ma del Ppdre, che era magistrato. Martone padre nega ovviamente di aver raccomandato il figlio, ma sta di fatto che a un certo punto Brunetta lo nomina presidente della CIVIS e il figlio ne diventa di conseguenza consulente, con un compenso di ben 40.000 euro all’anno.
Ma Michel Martone punta ancora più in alto. Collabora infatti col ministro Sacconi, che lo sta per nominare presidente di una altro ente, quando poi cade il governo. Ma Sacconi trova comunque il modo di raccomandarlo nel Governo Monti, a sua insaputa naturalmente, perché Martone ha dichiarato ai giornali di aver mandato semplicemente il curriculum e di essere stato preso. Michel è convinto perciò che le cattedre e i ministeri te li porta la cicogna. Siamo passati, dice Travaglio, da un premier che diceva alle ragazze di fidanzarsi con Pier Silvio se cercavano lavoro a uno che dice di mandare il curriculum, che così il lavoro di sicuro lo si trova.



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