Stasera su Rai Uno va in onda la seconda puntata di Il giovane Montalbano, la fiction Rai che racconta, vivacemente e con indubbia qualità, i casi affrontati da Salvo Montalbano agli inizi della sua rocambolesca e brillante carriera, creata dallo scrittore siciliano, “papà” letterario del commissario, Andrea Camilleri. La serie diretta da Gianluca Maria Tavarelli è una sorta di prequel “Il commissario Montalbano” la popolarissima saga di film per la tv in cui Luca Zingaretti ha interpretato il commissario. La fiction Il giovane Montalbano, in prima visione tv, ha esordito con un grande successo di pubblico: la prima puntata ha fatto registrare circa 8 milioni di spettatori e 30% di share. Nel cast Michele Riondino nel ruolo del protagonista, Montalbano, allora giovane vice commissario a Mascalippa, piccolo paese delle montagne siciliane. Katia Greco è Mary, la prima fidanzata, che sarà poi sostituita dalla successiva, Livia Burlando interpretata da Sarah Felberbaum . Giuseppe Fazio, braccio destro del commissario, è Beniamino Marcone che in questa intervista in esclusiva a ilsussidiario.net regala un personale e avvincente commento sulla fiction.
Ci regala un’ anteprima di questa nuova fiction?
Il giovane Montalbano è un tuffo nelle prime indagini del commissario di Vigata. È stato un gran lavoro di squadra, molto curato nei dettagli e nella definizione dei personaggi, di cui abbiamo potuto raccontare aspetti nuovi.
In particolare può parlarci del personaggio dell’ispettore Giuseppe Fazio, che interpreta in questa serie? Come si è preparato a interpretarlo, ha letto i libri di Camilleri?
Fazio è il collaboratore più fidato di Montalbano. Ha una grossa responsabilità e soprattutto vive l’incarico come un grosso onore. Ama profondamente il suo lavoro e seppur giovane cerca di mettere tutte le sue energie al servizio della squadra. È stato fondamentale leggere i romanzi per capire il profumo ed i suoni della Sicilia di Camillleri. È stato emozionante ogni singolo passaggio di questo lavoro, ogni giorno di riprese una scoperta. Sicuramente nessuno di noi si è risparmiato, dalla produzione Palomar-Rai al regista Tavarelli a noi attori, tutti abbiamo voluto concentrare le nostre migliori energie.
E’ stato difficile recitare in dialetto siciliano?
È stato divertente e stimolante. Il mio personaggio, poi, ha studiato a Roma prima di tornare a Vigata. E’ stato importante andare in Sicilia, sentire suoni e modi di dire, e soprattutto avere un “orecchio come una spugna”.
La fiction resterà fedele o si staccherà dall’opera di Andrea Camilleri e in particolare dal racconto “La prima indagine di Montalbano”, da cui è tratta?
Posso dire che noi ci siamo messi a servizio del testo originale. Ogni attore poi ci mette del suo. Interpretare Camilleri ti dà la possibilità di interpretare storie eccezionali, grandiose.
Il confronto con la saga Il commissario Montalbano con Luca Zingaretti sarà inevitabile: quale’è secondo lei l’aspetto della nuova fiction Il giovane Montalbano che attirerà i telespettatori?
Non amo i confronti. Ogni opera vive nella sua diversità, altrimenti è una mera ripetizione. Spesso si finisce per fare copia e incolla di cose già viste: ma non è questo il caso. Il giovane Montalbano rende al meglio altre storie, altri personaggi. E’ il segno che si può fare qualcosa di bello senza cadere nella ripetizione. Produzione, regia, interpreti, tutti abbiamo sempre lavorato per fare il massimo senza confronti. Penso che in questa serie si vada a scavare in maniera più profonda l’intimità dei personaggi, vediamo dettagli sia di Montalbano, che nel mio caso di Fazio, che molti non conoscono. Sarà interessante vedere quanto questa serie avvicinerà i più giovani, e allo stesso tempo quanto sarà apprezzata da chi ha sempre seguito le avventure di Montalbano.
Ci può racconta la sua esperienza di attore in , “Feisbum”, “Febbre da fieno” e “ 20 sigarette” che ha interpretato?
Ho avuto la fortuna di toccare tutti i generi. Non mi riferisco solo a questi film ma piu in generale a quello che ho fatto fin’ora. Mi piace cambiare non potrei mai fare solo una cosa. L’importante è fare tutto con la massima dedizione ed il massimo rispetto per questo lavoro.
Ha lavorato a teatro, ha girato alcuni spot pubblicitari e alcuni cortometraggi, sono esperienze che hanno affinato il suo lavoro di attore?
Ogni singola esperienza ha contribuito in maniera importante alla mia formazione. Il teatro è da dove tutto è iniziato. I cortometraggi sono film a tutti gli effetti e continuerò a seguire sempre la scena dei corti soprattutto per scoprire nuovi talentuosi registi. Soprattutto durante gli anni del Centro Sperimentale girare corti è stato non solo divertente ma mi è servito per crescere professionalmente. Sono grato ad ogni persona con cui ho lavorato e ovviamente mi riferisco ad ogni settore. Continua alla pagina seguente.
Ci racconta il suo percorso professionale? Com’è arrivato nel modo della recitazione in cinema e tv?
Ho iniziato con il teatro durante gli anni del Liceo, mi faceva stare bene. Poi fare soltanto teatro non mi bastava più. Ero convinto che dovessi studiare, non volevo che il mio lavoro fosse solo frutto del caso. Avevo la necessità di essere seguito, volevo crescere. Ho frequentato diverse scuole fino al diploma del Centro Sperimentale e sono sicuro che la mia formazione continuerà ancora se non altro per avere nuovi stimoli.
E ci può anticipare qualcosa sulla sua prossima partecipazione ai “Cesaroni 5”?
Non posso dire molto, voglio che sia una sorpresa e sono sicuro che sarà così per chi segue la serie. Ne vedrete delle belle…
Quali sono i suoi progetti futuri?
Il mio progetto è ancora il grande schermo, spero che arrivi presto. Non mi piace escludere nulla a priori, ogni lavoro ha la sua importanza. Il mio desiderio è conoscere persone e produzioni con cui lavorare bene e condividere belle storie, persone che vogliono fare del proprio progetto qualcosa di unico. Sarebbe bello poter lavorare con i grandi del cinema italiano, ma anche con i giovani come me, magari all’opera prima. Sono fondamentali per il nostro Paese.
(Franco Vittadini)