A Quarto Grado la drammatica intervista al padre di Fabrizio Pioli,  il giovane elettrauto scomparso da Gioia Tauro il 23 febbraio scorso; in diretta il papà ha affermato: Ridateci Fabrizio. Vivo o morto ma ridatecelo. Io non ho speranze, non ne ho dalla prima sera. Sono sicuro al cento per cento che Fabrizio non sia scappato volontariamente. Ospite nello studio del programma di Rete 4 la sorella di Fabrizio, Romina che, incurante del rischio cui si è esposta con la sua presenza in diretta e supportata dalla speranza di rivedere vivo il fratello, si è commossa ascoltando il disperato appello del padre. Fabrizio Pioli aveva iniziato una relazione nata su Facebook con Simona Napoli. Rapporto che il padre e il fratello della donna, sposata e mamma di un bimbo, non avevano accettato. A proposito quindi delle ipotesi avanzate dagli inquirenti secondo le quali dietro la scomparsa del ragazzo ci sarebbe un omicidio per motivi di onore, il padre di Fabrizio ha aggiunto:  Io non sapevo che fosse sposata la ragazza con la quale Fabrizio aveva una relazione. Non sapevo che avrebbe potuto essere pericoloso. Non mi sembrava che mio figlio avesse paura. Non ha mai avuto paura di nulla. A Gioia Tauro i cittadini hanno preparato striscioni con la scritta “Rivogliamo Fabrizio” e i ragazzi indossano le magliette con su scritto “Io sono Fabrizio”. Si tratta di amici ma non solo e la gente vuole far sapere che la Calabria non è solo mafia e ‘ndrangheta. Michele Albanese de “Il Quotidiano della Calabria” pensa che questa esperienza possa servire all’intera Calabria a confrontarsi su queste tematiche. Intanto Simona Napoli è sotto protezione, perché si è dichiarata contro il padre e dalla parte di Fabrizio, mettendosi contro così anche la madre.



Amori “malati”, la passione che si trasforma in orrore, dunque, l’argomento della puntata di Quarto Grado, proprio come in “Dark love”, il libro che leggeva Salvatore Parolisi. E tra i casi trattati in diretta, il delitto di Melania Rea. Su Salvatore Parolisi, l’esclusiva di Quarto Grado è la possibilità di mostrare un video inedito che fa sorgere un dubbio: Melania è morta in seguito ad una lite avvenuta in macchina il 18 aprile prima di entrare al supermercato? Nel video sentiamo Salvatore che commenta il filmato in cui si vedono entrambi che entrano nel supermercato. Salvatore sostiene che tutto fosse regolare e nega che ci sia stata una lite con sua moglie. Massimo Picozzi sostiene che sia molto difficile interpretare il linguaggio non verbale. E’ possibile infatti che Melania fosse sovra pensiero e in ogni caso anche se ci fosse stato un litigio, non sarebbe stato quello il motivo dell’omicidio. Melania Rizzoli, parlamentare e medico, ha incontrato Parolisi in carcere a gennaio e dice di aver trovato un uomo sofferente interiormente e con una disattenzione verso la propria persona e la propria situazione, ossessionato solo dal non aver potuto vedere la piccola Vittoria. Gli avvocati di Parolisi intanto hanno chiesto il rito abbreviato. Le telecamere riprendono poi le lettere che Melania scriveva a suo marito e che dimostrano quanto lei fosse ancora innamorata di lui nonostante avesse scoperto il tradimento. Barbara Palombelli sottolinea come Melania fosse una donna sola che per andare avanti cercava di aggrapparsi ai ricordi. Dalle lettere emerge una donna che si fidava ciecamente del suo uomo. Salvo Sottile e Sabrina Scampini hann omandato in onda un dialogo tra Salvatore e lo zio di Melania, in cui quest’ultimo lo invita a dire la verità perché si sta infilando in una brutta situazione, ma Salvatore ribadisce di aver detto tutto ciò che che sapeva. La dottoressa Rizzoli sottolinea che oggi Parolisi non ha nessuna intenzione di confessare, ma ribadisce la sua innocenza. Remo Croci, in collegamento da Bergamo, spiega però che gli indizi contro di lui sono davvero tanti. Continua alla pagina seguente.



In diretta da San Marco Torinese c’è Giorgio Sturlese Tosi che ci racconta di una ragazza trovata morta della quale non si conosce l’identità. La dottoressa Dalila Ranalletta, medico legale, spiega che i pochi elementi che si possono avere vanno sempre confrontati con un’ipotesi di identità e che, se questa manca, è difficile arrivare a dei risultati.

Si passa dunque al caso di Roberta Ragusa, forse scomparsa o forse vittima di un amore malato. All’inizio si era pensato ad un allontanamento volontario, ma ora è indagato il marito per via di un telefono cellulare sparito. Le amiche della donna sostengono del resto che mai Roberta si sarebbe allontanata volontariamente e comunque anche lei era in crisi ultimamente e stava cercando di rimettere in piedi il suo matrimonio. Elisabetta Pozza Tasca, Presidente dell’Associazione Penelope sottolinea che in quanto madre Roberta non avrebbe mai lasciati soli i suoi bambini. Barbara Palombelli concorda. A Massimo Picozzi viene chiesto di spiegare se negli omicidi di questo tipo si può parlare di follia. Picozzi dice che non si tratta di malattia mentale.



A Quarto Grado si è parlato anche di Mario Albanese, artefice di una vera e propria che ha fatto una strage a Brescia perché si sentiva escluso, ha detto, dal nucleo familiare. A Brescia c’è l’inviata che commenta le immagini dei funerali celebrati oggi. In studio si discute dunque sulla condizione di tanti padri che vivono delle situazioni abbastanza difficili. Massimo Picozzi ritiene che alla base della strage di Brescia ci siano soprattutto la disponibilità di un’arma da fuoco e l’uso di cocaina. Forse quest’uomo poteva davvero essere fermato e sicuramente sarebbe opportuno  che le donne denunciassero sempre i casi di violenza.