L’ultima parola, Daniela Santanchè – Volano le parole grosse, anzi le parolacce, durante l’ultima puntata del programma L’ultima parola condotto dal giornalista Gianluigi Paragone. Tra gli ospiti l’ex sottosegretario Daniela Santanchè, donna sanguigna che non si è mai tirata indietro nei dibattiti finendo spesso in discussioni oltremodo animate. Durante il dibattito in studio si era sentito l’intervento di una operaia che proponeva all’ex membro di governo un cambio di buste paga: lei, che guadagna 1.050 euro al mese da quattordici anni, ha proposto che l’onorevole desse a lei il suo stipendio in cambio della paga da operaia. Daniela Santanchè non ha resistito alla provocazione ed è sbottata alzandosi anche in piedi e puntando il dito contro la donna. Mi sono rotta le p ha esordito con veemenza. La Santanchè ha voluto dire che era ora di finirla di accusare lei ma anche altri politici di guadagnare cifre astronomiche: io faccio l’imprenditore, ha detto, e il mio stipendio da parlamentare l’ho sempre devoluto (in beneficenza, si suppone). Invitando l’operaia a sciacquarsi la bocca prima di parlare di lei: Io faccio limprenditore e mi sono rotta le palle di passare come quella che fa la politica per vivere: io il mio stipendio da parlamentare lho sempre devoluto. Io lavoro da quando ho 18 anni, prima di parlare di me si sciacqui la bocca, e cazzarola!. Insomma, un invito a informarsi prima di parlare e una difesa dei politici ormai accusati da destra e da sinistra di guadagnare cifre esorbitanti ai danni degli italiani che lavorano. Un episodio, quello andato in onda a L’ultima parola, che ha ricordato uno quasi analogo che vide protagonisti ancora una volta un operaio e un politico. Fu il caso dello scontro con tanto di abbandono di studio da parte dell’ex ministro Castelli che a Servizio pubblico venne attaccato verbalmente da un operaio sardo. Ieri sera la Santanchè, prima dell’intervento della donna operaia, aveva parlato dei manifestanti che scendono in piazza contro le riforme del lavoro definendoli conservatori, mentre i veri rivoluzionari oggi sarebbero Monti, Berlusconi e Marchionne.