Servizio Pubblico. Marco Travaglio e lAlta voracità (video) – Marco Travaglio ha aperto come di consueto la puntata di Servizio Pubblico, condotta da Michele Santoro, con il suo intervento questa volta dedicato al progetto TAV Torino-Lione che nasce, spiega il giornalista, 21 anni fa quando era appena caduto il muro di Berlino e al Governo c’erano Andreotti e Pomicino e alle Ferrovie Lorenzo Necci. Era un’altra era geologica, continua Travaglio, quando i politici inseguivano ancora la Muraglia Cinese e la Piramide di Cheope come modelli. E alla fine di grosso, spiega, hanno lasciato solo il debito pubblico. Il vecchio treno diretto Torino-Lione è stato soppresso da un pezzo perché inutilizzato, e allora, siccome la vecchia linea non serviva perché i passeggeri non c’erano più, allora poteva essere utilizzata per le merci, e così il progetto, da alta velocità, è diventato ad alta capacità. Il traffico merci tra Italia e Francia è però salito fino al 2000 e poi è colato a picco, commenta Travaglio. L’80-90% dei treni merci passa sulla Torino-Modan completamente deserto. Dunque, se nessuno usa la linea esistente, noi che cosa facciamo? Ne facciamo una seconda perché siamo furbi, continua polemico il vicedirettore de Il Fatto Quotidiano. E se i lavori dureranno 15 anni scavando una montagna piena di amianto e materiale radioattivo, dove metteremo i detriti in parte tossici? E quanti tir ci vorranno per portarli via? E che fine farà il turismo? E le 10.000 persone che si ammaleranno per lo smog da cantiere e le polveri chi le curerà? Dunque il TAV non è vero che è inutile, ma è dannoso per la salute, proprio come per le casse dello Stato, spiega Travaglio. Il 57% lo pagherà l’Italia in base all’accordo con la Francia, anche se alla fine passerà neanche per il 40% nel nostro territorio. In fin dei conti il progetto costerà 18/20 miliardi nella versione maxi, mentre nella versione low cost il tutto dovrebbe costare 8 miliardi, tanti quanti la Gelmini ne ha tagliati alla scuola, alla ricerca e all’Università. Ogni traversina del TAV è un’insegnante o un posto letto in ospedale in meno, dice il giornalista. E questo solo in base ai preventivi, che in genere poi in Italia raddoppiano o triplicano. Poi parlano i difensori del TAV: a Report il governatore piemontese Roberto Cota ha detto che la TAV apre il Paese all’Europa ed è un’apertura psicologica. Ma più che psicologica a Travaglio sembra psichiatrica, visto che il Frejus già esiste da tempo. Sempre a Report, Giachino disse che il TAV consentirà di portare merci da Lisbona a Torino fino a Kiev. Ma quali sarebbero queste merci e perché mai dovrebbero fare una capatina a Torino? I politici intanto sembrano tutti d’accordo e hanno detto che i No-TAV sono anti-storici. Il PD piemontese ha minacciato di togliere la tessera agli iscritti che manifestano come fossero inquisiti o pregiudicati, anzi no, perché Penati ancora ce l’ha la tessera, commenta Travaglio. Il partito trasversale No-TAV è un partito preso ormai, che non spiega niente. E’ il dogma dell’Immacolata Costruzione e nessuno si confronta mai con i dati dei professori universitari che hanno lanciato l’appello a Monti chiedendogli di dimostrare coraggio rinunciando a un’opera così costosa. Anche quei professori in fondo sono tecnici anche se non sono al governo. E i poliziotti sono anche loro vittime di questi tecnici che non ci mettono mai la faccia. Nessuno nega che tra i manifestanti e le forze dell’ordine ci siano dei violenti, ma la maggior parte fa il suo dovere, come lo fa Caselli, che si è limitato ad eseguire gli ordini dati dai politici. Ma sono credibili i ministri che militarizzano una valle per proteggere un cantiere che prima non esisteva? E che bisogno c’era di far inseguire quel ragazzo che si era arrampicato sul traliccio? Forse questa non è l’alta velocità, ma l’alta voracità, conclude Marco Travaglio.



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