Servizio Pubblico: lanteprima di Michele Santoro (video) 1 marzo 2012 – Si apre con le note della canzone “Cosa sarà” di Lucio Dalla, scomparso la notte scorsa in Svizzera dopo essere stato colpito da un infarto, la puntata di ieri sera di Sevizio Pubblico. Un omaggio al cantautore italiano, al quale Michele Santoro si ricollega direttamente per andare a introdurre i temi della serata, insieme ai numerosi ospiti in studio. Il giornalista va infatti ad aprire la sua introduzione affermando che forse Lucio Dalla, se fosse presente, direbbe in questo momento: “cosa sarà degli alberi?”. Eppure, continua Santoro, non possiamo negare che forse gli alberi rappresentano proprio l’immagine più importante che abbiamo nella nostra vita, e ogni volta che ne abbattiamo uno prendiamo una decisione di grande responsabilità. Ed è senza dubbio una decisione importante, quella di sostituire un albero o più alberi con del cemento. Il nostro Ministro degli Interni, continua Santoro, dice intanto che in Val di Susa è ormai passato il tempo di dialogare ed è invece arrivato il tempo della fermezza. Dunque, cosa sta accadendo ora? Sta succedendo semplicemente che l’Europa, l’Italia e le Istituzioni piemontesi in particolar modo hanno deciso che gli alberi della Val di Susa si devono abbattere e perciò ne consegue che essi si abbatteranno, commenta il conduttore. Però, se si ragiona in questo modo si va ad affermare l’idea che da una parte ci sono gli abitanti della Val di Susa che non hanno a quanto pare alcun diritto di esprimere il proprio parere, e dall’altra invece c’è lo Stato che tali decisioni invece le prende. Il popolo può anche essere contrario a quanto sta per essere fatto, ma il suo parere a quanto pare non ha alcun rilievo e non viene preso perciò neanche in considerazione. Ma in questo modo, si chiede Santoro, non si corre anche il rischio andare a fare il brutto gioco di quelle persone che hanno messo quelle scritte davvero deliranti sui muri di Torino, rivolte contro Giancarlo Caselli, che tra l’altro è una persona della quale Santoro si dice orgoglioso di essere amico? Eppure le ragioni dello Stato non dovrebbero mai essere quelle di uno Stato occupante su un Territorio. Dovrebbero essere piuttosto delle decisioni alle quali gli abitanti dovrebbero poter partecipare, anche perché si tratta di cose che vanno poi ad influire non solo sul loro futuro, ma anche su quello delle loro famiglie e dei loro figli. L’Europa nel frattempo, lo sappiamo bene, ha preso tante decisioni e, tra le altre cose, ha giudicato in questi ultimi giorni che in Italia cento discariche andrebbero chiuse perché totalmente illegali. Questa volta gli abitanti sarebbero stati tutti d’accordo a chiudere quelle discariche, e di certo nessuno sarebbe sceso in strada a manifestare, e allora, potremmo pensare che qualcuno andrà davvero lì a chiuderle. Sarebbe la cosa più normale da fare. Eppure non è così, perché lì i carabinieri e i poliziotti non ci vanno, spiega Santoro. Perché tutto questo? Perché il Governo fa questo? Che dire, dunque? Probabilmente ciò che dobbiamo pensare è che secondo il ragionamento del Governo, il treno ad alta velocità è essenziale e quindi gli alberi si possono abbattere pur di farlo passare, mentre le discariche sono a loro volta altrettanto essenziali; dunque ne consegue che a giudizio dello Stato gli alberi possono tranquillamente continuare a morire. E allora, si chiede Santoro in questa apertura di Servizio Pubblico, quanti alberi ci rimarranno in un prossimo futuro? E quanti ce ne saranno ancora nel futuro dei nostri figli se noi continueremo imperterriti a ragionare e a comportarci in questo modo, senza porci delle domande?