Servizio Pubblico. Puntata del 29 marzo 2012 – “Per conoscere una situazione, per capirla davvero bisogna mettersi nei panni di chi quella situazione la vive”, così prende a parlare Michele Santoro che da Cinecittà conduce la sua trasmissione voluta come lui stesso sottolinea, da 100.000 persone. La trasmissione si snoda sulla questione del lavoro e riforma dellarticolo18. Parte un servizio sul ministro Fornero, in cui riassume le principali linee della riforma: ammortizzatori, mobilità, cassa integrazione, indennizzo da 15 a 27 mensilità. “Quando sei precario nel lavoro sei precario nella vita”, queste le parole di una ragazza che è stata messa in cassa integrazione a Pomigliano e che aspetta di capire cosa accadrà. Un’altra dice di non aver rinnovato la tessera al sindacato Fiom per paura di non esser richiamata al lavoro. Gli ospiti di questa serata in studio sono Rosy Bindi, presidente del Partito Democratico, e Luigi De Magistris, sindaco di Napoli. Rosy Bindi parte affermando che, pur sostenendo il Governo Monti, non si sente di dover andare al traino di nessuno, tanto meno della Cgil. Inoltre, in tutti i suoi interventi, il Presidente Pd sostiene che il comportamento di Monti non è accettabile. Si riferisce alle dichiarazioni rilasciate dal premier, in viaggio in Oriente, secondo cui anche senza l’approvazione dei partiti la legge dovrà passare comunque. Il Partito Democratico è pronto a scontrarsi su questi temi perché è importante, dice la Bindi, che si arrivi ad una concertazione, affinché la politica non perda la propria credibilità e il popolo si allontani creando una spaccatura che porterebbe allo sfaldamento della democrazia. De Magistris parte subito molto duro sul governo tecnico, affermando che non è un governo che ha avuto il consenso popolare, mentre sul discorso della Fornero afferma di non sentire nelle sue parole nessun coinvolgimento con la gente, come se ci fosse solo un discorso crudo in cui non si tiene in considerazione il problema reale della gente. Interviene Nicola Porro, vicedirettore de Il Giornale, dicendo che la vera riforma è racchiusa in una frase di Monti, “abbiamo deciso”, in cui quindi le parti sociali non hanno avuto possibilità di veto. Qui Rosy Bindi non riesce a non intervenire e afferma che di aver comunque esibito il dissenso: la concertazione era lo sviluppo del paese, la concertazione non blocca il paese come loro hanno dichiarato con il loro comportamento, da qui poi cerca di giustificare il lavoro del governo tecnico che si è trovato dinnanzi un paese nel baratro, baratro a cui, dice, ha condotto Berlusconi. Si parla di ritorno ai Patrizi e ai Plebei, che è la distruzione di quei rapporti tra stato e popolo. Popolo che è ben rappresentato in piazza a Sestri Ponente dagli operai di Finmeccanica e Confindustria.
“Quello che guadagno io in un anno è quello che loro guadagnano in un mese, come possono capirmi”, queste le parole di un operaio. La riforma così impostata è una miscela esplosiva, afferma invece un rappresentante di Confindustria.



Santoro richiama poi l’attenzione su un fatto scottante: finiremo mai di avere un governo tecnico? Ritornerà il tempo della politica? Ritorneranno i politici a rappresentare il popolo? Travaglio incentra il suo intervento interamente sul ministro Fornero, prima paragonato ad un coccodrillo e poi alla signorina Rottermaier di Heidi, e sul ministro Monti. “Sembra che giochino a chi deve fare il buono e a chi deve fare il cattivo, ma non si capisce”.  Articolo 18, “esodati mazziati”, flessibilità, pensioni retributive o contributive.



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