Dallinizio di aprile è partita uniniziativa editoriale dal titolo I segreti della musica, il cui curatore è lo scrittore, giornalista, divulgatista, giallista e quantaltrista Corrado Augias. Ma chi è Corrado Augias? I lettori di Repubblica lo conoscono perché gli scrivono un sacco di amenità e lui, con certosina e altera pazienza, passa gran parte del suo preziosissimo tempo a rispondere alle loro missive, addirittura pubblicandone alcune. Noi invece lo ricordiamo come conduttore televisivo di Babele, un programma in cui i 50-60 ospiti che solitamente animavano ogni puntata potevano parlare contemporaneamente e in lingue diverse: nessuno capiva nulla, tranne lui, lAugerrimo (cioè alla massima auge, pardon Augias), che dallalto della sua sicumera – ben rappresentata da una sedia doro collocata su una torre eburnea e diamantata alta 22 metri appositamente creata in studio – si piccava di tradurre al pubblico la confusionaria canea che si scatenava su qualsivoglia argomento.

Ma noi lo ricordiamo anche per un altro programma tv: Enigma, una trasmissione così sibillina che ha ricevuto una sola recensione, un lungo anagramma pubblicato dalla Settimana Enigmistica nella rubrica La pagina della Sfinge. E anche adesso che quotidianamente, alle 12.45, la platea radical-chic di sinistra lo venera su RaiTre nel suo attuale programma Le storie. Diario Italiano, noi invece continuiamo a ricordarlo come scodinzolante autore teatrale, appartenente allavanguardia romana del Teatro dei 101 (una compagnia di profughi dalla Dalmazia, cioè dei dalmati, che proponevano spettacoli da cani con scenografie ridotte allosso). Ma della sua passione per la musica proprio non sapevamo nulla.

E così, per colmare la nostra ignoranza e mettere alla prova, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la sua augesta cultura, visto che Corrado è impegnatissimo nel correggere le bozze e gli spartiti dei 16 Dvd della collana I segreti della musica, abbiamo contattato via telefono suo cugino Corradicchio Augias, che in gioventù è stato leader dei lavoratori agricoli della coop rossa Viva la pappa con la falce e il pomodoro e ha guidato la rivolta dei Cugini di Campagna, stanchi di fare una vita da Nomadi, contro i Ricchi e Poveri.

ComicAstri: Sua Augerità (è una caratteristica degli Augias essere interpellati con superlativi onorifici), la disturbiamo?”

Corradicchio Augias: Assolutamente sì.

ComicAstri: E ci concede la possibilità di farlo?

Corradicchio Augias: Per qualche minuto ve lo concederò. E per meglio sentirvi a vostro Augias, datemi pure del “loro”.

ComicAstri: Grazie della concessione, che sappiamo riservata solo agli intimi. Volevamo sapere: da dove nasce la loro passione per la musica classica?

Corradicchio Augias: La “loro” di chi?

ComicAstri: La loro degli Augias!

Corradicchio Augias: Ah, la mia, volevate dire…

ComicAstri: No, quella di loro cugino Corrado…

Corradicchio Augias: Beh, la passione degli Augias per la musica colta comincia sui banchi di scuola, dalle prime nozioni cioè sull’antica Roma, che li attanaglia sin dai primi anni dell’università.

ComicAstri: Ma non parlavano (gli Augias, s’intende) di una passione nata sui banchi di scuola, quindi alle elementari?

Corradicchio Augias: Per loro (gli Augias, s’intende) le elementari erano troppo elementari, le medie erano troppo sotto la media per una famiglia di siffatta guisa; così già dai tempi dell’asilo hanno cominciato a frequentare l’Accademia dei Lincei, chiamata in questo modo proprio per gli straordinari occhi di lince degli Augias nello scovare questa struttura di assoluta eccellenza nel panorama didattico italiano.

ComicAstri: E la musica?

Corradicchio Augias: Merito del loro bis-nonno, Corraudio Augias, grande latinista e gran strumentista, oltreché inventore delle cuffie per auditorium. Corraudio Augias nei suoi accurati studi si imbatté in un’antica scuola romana del II secolo a.C. per pueri, cioè per infanti. Questi giovani studenti venivano introdotti allo studio musicale attraverso una selezione canora, condotta magistralmente da un tal Zurlìus Magus, denominata “Sestertium Aureum”, di cui si sono trovati numerosi frammenti. A loro cugino Corrado piaceva canticchiare due famosissimi ditirambi: “Quadraginta quattuor feles in ordine ut sex cum reliquo duorum” e “Fac me augere dentes ante”. Corraudio Augias, poi, era bravissimo a imitare la voce di un pupazzo di pezza, vera star di quei tempi antichi, denominata Rattus Gigius.

ComicAstri: Dunque, i primi contatti di Corrado con la musica cominciano da qui. Ma la musica colta?

Corradicchio Augias: Merito del loro nonno, Corradetzky Augias, che lo ha cresciuto a zampogna e lenticchie, facendolo marciare spesso, e che ha sollecitato il loro gusto musicale proponendo al giovane nipote quasi ogni giorno l’ascolto del Concerto di Capodanno di Vienna. Ma anche il prozio Corrauricchio Augias, fratello del nonno, alternava una vivace passione per il cacio e le pere a dosi massicce dei grandi autori italiani, Rossini su tutti. Forse è per questo che Corrado si è sempre contraddistinto per una certa qual raffinatezza, oltreché abbondanza, nel campo caseario e in quello delle forme femminili.

ComicAstri: Ma che loro sappiate, Corrado ha scritto anche dei libri sulla musica colta?

Corradicchio Augias: Più d’uno. Con Toto Cotogno ha scritto “Storia illustrata della melomania in Trentino: le proprietà melodiche della renetta della Val di Non”. Con Massimo Muratti e Milly D’Abbraccio ha firmato “Bach, tabach e malattie veneree”. Con il Duo di Piàdena ha redatto “Ah quant’è bella l’uva ocarina / e com’è bello saperla vendemmiar”. E con l’amico poeta e cacciatore, Giosuè Cartucce, ha vergato “T’amo pio oboe”, versi leggeri e penetranti che raccontano l’amore degli autori per questo strumento musicale a fiato ad ancia doppia appartenente al gruppo dei legni.

ComicAstri: Fin qui saggi e poesie. E romanzi ispirati alla musica classica?

Corradicchio Augias: Uno su tutti: “I misteri delle solite note”. È un giallo ambientato nella filarmonica di un circolo Arci, ma è anche un’apologia del Sol dell’avvenire come nota dominante delle rivoluzioni proletarie.

ComicAstri: Tra i loro musicisti preferiti figura Bach, non è vero?

Corradicchio Augias: Altro che! Corrado ama alla follia “Fiori rosa e fiori di Bach” di Lucio Bachtisti e “Madame Butterfly” di Bach da Seta.

ComicAstri: Un’ultima domanda. Ma è vero che Corrado Augias ha cercato di inventare l’ottava nota?

Corradicchio Augias: È vero, per ben due volte. La prima, a soli 8 otto anni, seguendo una consuetudine della storia della musica in base alla quale il nome della nota deriva dalle prime lettere del suo inventore, ha proposto l’Aug, una nota per tamburo che ha avuto un certo successo soprattutto presso i pellerossa. Pensate: era l’unica nota capace di far scattare in piedi il pronipote di Toro Seduto, Sofà, un poltrone di prima categoria, capo indiscusso di una tribù pacifica e stanziale, i Siouxdentari. Poi, però, l’Associazione per i diritti della Fanciulla del West ne chiese e ottenne la soppressione. Corrado non si è comunque dato per vinto. E nel 1966 ha ritentato con la nota Tar, da collocare tra il Do e il Si, così viene fuori un bel “Do-Tar-Si”. Ma la FaReSol, ovvero la Fondazione Artistica REgine del SOLfeggio, ha fatto a suo tempo ricorso presso il Tribunale amministrativo del Lazio. E proprio poche settimane fa, dopo anni di dura battaglia, il ricorso è stato accettato. Così il Tar ha abolito la Tar.