Servizio Pubblico, anteprima Michele Santoro. Il video – Eccolo Michele Santoro che fa il suo ingresso sulle note di “Va pensiero” per la consueta copertina che anche ieri sera ha aperto la nuova puntata di “servizio Pubblico”, la ventesima della stagione. Giuseppe Verdi accompagna quindi con la sua musica il conduttore che, una volta salito sul palco al centro della sala, comincia a parlare della situazione politica attuale, dei partiti e dell’impossibilità di tornare al passato, alla politica che tutti conoscevamo. E’ finita lera degli schieramenti ideologici e sarebbe da pazzi pensare di tornare al passato, a quelle strutture politiche tradizionali, così come sarebbe da pazzi pensare di mantenere in piedi i partiti personali, quelli che prendono il nome dai loro leader carismatici, che siano Berlusconi, Di Pietro o Grillo. Il conduttore si chiede poi della Lega Nord, l’uncio partito che sembrava aver mantenuto una certa forma di partito serio: bene, anche quello si è sgretolato. Eppure delle avvisaglie cerano state. Quando ci fu la manifestazione di Pontida, dice Santoro, le bandiere verdi che sventolavano ricordavano tanto le bandiere rosse al vento nella piazza Rossa il primo maggio, quando la gente applaudiva i vecchi gerarchi, anche se tutti sapevano ormai che erano finiti, che cerano dei segreti alle spalle, ma tutti dovevano far finta di non sapere. Va in onda così uno spezzone di un intervento di Maroni, che scosso ha riferito riguardo al dossier che si presume sia stato richiesto su di lui dall’ex tesoriere Francesco Belsito: Sono stato accusato io di fare dossier e complotti ma sarebbe una cosa davvero molto grave, e sarebbe ancora più grave se fosse stato pagato un investigatore con i soldi della lega per compilare questo dossier su di me, ha detto Maroni. Santoro continua dicendo che anche in Europa la situazione dei partiti non è florida, ma nessuno si sogna di non distinguere la destra dalla sinistra, questa sovrapposizione avviene solo qui. Perfino in America, regno della personalizzazione della politica, dove chiunque faccia politica deve metterci la faccia, nessuno si è mai sognato di fare il partito di Reagan o il partito di Clinton. E così, dato che per i partiti personali le cose vanno male, si cerca di risolvere facendo una politica più grigia, usando la Costituzione come un libro di tecnica, per mettere in atto una politica quasi da contabili. Ma questi contabili, questi tecnici, sono o non sono politici? Secondo quanto spiega Ignazio Visco, l’attuale governatore della Banca d’ Italia, in un’ intervista rilasciata oggi al quotidiano la Repubblica, il governo Monti non è un governo tecnico ma è un governo politico, che pur sembrando prettamente di destra, stranamente, viene sostenuto per lo più dalla sinistra. Ma allora se le vecchie distinzioni tra destra e sinistra non hanno più senso, cosa ci aspetta nel futuro? Probabilmente il Partito della Nazione, quello di Monti e Passera? E se la loro ricetta si rivelasse sbagliata? Nessuno lo sa.



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