Report, riassunto della puntata del 22 aprile 2012 (video) – La puntata del 22 aprile 2012 di Report ha affrontato due inchieste principali, intitolate Smarcamenti in campo e La congregazione, puntando poi anche gli occhi sulla strage di Viareggio, con un’inchiesta dal titolo C’è chi dice no: Riccardo Antonini. Il primo servizio, a cura di Michele Buono, ha toccato il tema della crisi che ormai imperversa sull’economia occidentale: ci si chiede se sarà possibile uscire fuori da questa situazione tanto difficile e quale sia il modo in cui ovviare a questo problema, perchè attualmente molte fabbriche chiudono i battenti, gli operai vengono licenziati e le famiglie non riescono ad arrivare a fine mese. Sembra però che ci sia una piccola speranza e, attraversando l’Europa, l’Italia, gli USA e il Sud America, Report ha mostrato che esistono modelli alternativi di economia e finanza. Proprio negli USA, le persone hanno deciso di ritirare il denaro dalle grandi banche, perchè in qualunque modo esse saranno sempre agevolate. In Austria invece, imprenditori e cittadini stanno fondando una nuova banca, chiamata democratica, nella quale non vi saranno speculazioni e rendite, ma in cui il suo punto focale sarà rappresentato dal lavoro, dalla produzione e dai beni comuni: l’idea principale della banca democratica è che il denaro è un mezzo, pertanto non dovrebbe avere un’importanza così elevata come invece attualmente ha, ma il suo valore dev’essere ridimensionato. In Francia eliminano il denaro, perchè rallenta gli scambi economici, e senza la moneta si punta ad eliminare l’inflazione e la speculazione. Questi imprenditori hanno in mente un altro modello, invertendo i poli e scegliendo di dare più importanza al cittadino all’interno dell’economia. L’inchiesta si conclude in Argentina, che dieci anni fa fu attraversata da una grave crisi, ma oggi sembra essersi ripresa. Ai lavoratori che stavano perdendo tutto venne in mente di formare una cooperativa e di recuperare in questo modo l’azienda, partendo dall’istruzione; perciò cominciarono a studiare per poter essere in grado di fare qualsiasi tipo di lavoro. In questo modo, in tutto il Paese, le aziende cominciarono a fare la stessa cosa, al punto che ad oggi le imprese recuperate sono centinaia. L’Argentina è rimasta a galla e si è rialzata non solo grazie alla determinazione della gente, ma anche grazie alla consapevolezza di aver eletto presidenti in grado di garantire la stabilità economica, facendo abbassare il livello di disoccupazione e di inflazione.
La seconda inchiesta si snoda intorno al gruppo sanitario che sottosta alla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, la quale si occupa della gestione di ospedali e case di cura, tra cui l’Idi, Istituto dermopatico dell’Immacolata, uno dei più importanti centri di cura per le malattie della pelle. In questo periodo si trova in crisi, infatti da più mesi i dipendenti non vengono pagati e ci sono difficoltà anche nel riparare i macchinari, quindi l’istituto non può garantire nessun tipo di prestazione medica. Il problema è capire che fine fanno i 60 mila euro che ogni giorno entrano nelle casse per le presunte prestazioni; un dipendente racconta che questo denaro esce regolarmente, un paio di volte alla settimana, dalle casse, e viene dato ad alcuni dirigenti. Il presidente della provincia italiana figli dell’Immacolata Concezione, comunica che queste ingenti somme di denaro vengono prelevate per sostentare una comunità di frati che vive lì, mentre i pazienti della struttura ospedaliera non possono ricevere neppure i farmaci perchè non restano soldi per comprarli. Tutto questo accade perchè la congregazione ha deciso di investire il denaro in imprese industriali, mercato del petrolio, centri di benessere e in affari poco puliti, in modo tale da mettere in crisi le casse dalle quale molti frati hanno attinto senza rispettare lo spirito che la loro regola impone. La terza inchiesta si incentra sulla strage di Viareggio e, a parlare è un ex ferroviere testimone della strage, che si schiera dalla parte dei familiari, per fare giustizia sull’accaduto. L’ex ferroviere Riccardo Antonini racconta che dopo essersi schierato dalla parte delle famiglie, riceve il licenziamento per giusta causa ad opera delle ferrovie dello stato; questo perchè Antonini aveva partecipato alle udienze ed aveva fatto domande che risultavano un po’ scomode e facevano luce sulla verità della strage del 29 giugno 2009. Si spera che la questione si risolva e sia fatta la dovuta giustizia.