Servizio Pubblico, riassunto puntata 26 aprile 2012 La puntata di Servizio Pubblico andata in onda ieri sera, 26 aprile 2012, si è occupata principalmente della crisi, nella sua globalità e nel dettaglio riguardante le imprese italiane, grandi e piccole, e delle varie soluzioni possibili, come quella di uscire dall’euro. Presenti in studio Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro del Partito Democratico, Eugenio Benetazzo, economista, Federico Rampini, giornalista, e l’onorevole Alessandra Mussolini, oltre agli ospiti fissi Marco Travaglio e Vauro che non hanno fatto mancare i loro interventi ironici e taglienti. Viene prima mostrato il video di un recente comizio di Beppe Grillo tenutosi a Padova nel quale l’attore comico, sempre più in veste di politico, ha parlato del degrado della politica italiana. La crisi emerge anche dalle statistiche mostrate durante il programma: il livello degli stipendi in rapporto al costo della vita è tornato agli stessi livelli del 1983 e il livello di disoccupazione giovanile ha raggiunto percentuali sempre più preoccupanti, mentre nel frattempo la classe politica sembra vivere una vita parallela nella quale la crisi sembra solo un argomento di discussione, come emerge dalle intercettazioni e dalle dichiarazioni di Ruby, analizzate durante la trasmissione, nelle quali la bella marocchina ammetteva di ricevere una “paghetta” di 47mila euro a settimana per le sue prestazioni sulla cui natura sono ancora in corso degli accertamenti da parte delle autorità giudiziarie. Molto toccante il servizio di Stefano Maria Bianchi con l’intervista a Giorgia Frasacco, figlia di Mario, imprenditore che, come tanti altri in questo periodo, il 4 aprile scorso ha drammaticamente deciso di togliersi la vita per via delle difficoltà economiche che stava attraversando. L’intervistata pone l’attenzione sulla grande difficoltà che le piccole imprese stanno attraversando in questo momento, costrette a fare ricorso sempre di più alla cassa integrazione per non licenziare i propri dipendenti, e sul fatto che tutto ormai sia in mano alle banche per le quali gli imprenditori come il suo padre deceduto sono “soltanto dei numeri”, venendo a mancare il rapporto di fiducia reciproca che c’era un tempo. Per analizzare invece gli effetti della crisi è stato mandato in onda il servizio di Giulia Cerino che è andata in una delle vie dello shopping nel centro di Roma e si è trovata davanti ad una lunga serie di vetrine chiuse, negozi sull’orlo del fallimento o in liquidazione totale e locali vuoti in attesa di essere affittati. Il canone di affitto troppo alto e la scarsa propensione a spendere degli italiani in questo momento sta letteralmente strozzando i proprietari di negozi della capitale, che non riescono a risollevarsi nemmeno praticando degli sconti consistenti sul prezzo del prodotto, anche quando questo è di grande qualità come nel caso del talleur mostrato nel servizio, ancora invenduto nonostante il basso prezzo di 30 euro e la marca famosa.
Una proprietaria di un negozio ha raccontato come sta vivendo la crisi e come sia cambiata la sua vita, anche nelle piccole abitudini come mangiare al ristorante o andare a teatro, negli ultimi anni nei quali ha dovuto affrontare delle ristrettezze economiche. Sono state mostrate inoltre le immagini della contestazione al ministro Elsa Fornero da parte dei lavoratori dell’Alenia durante la sua visita allo stabilimento, avvenute quando il ministro ha accennato a quella che ritiene una forte riduzione delle pensioni d’oro dei parlamentari, scatenando l’ira di alcuni operai presenti che le hanno paragonate a quelle, presunte, che un giorno prenderanno loro. Si torna anche a parlare di Silvio Berlusconi in quanto, secondo quanto dichiarato dalla sentenza emessa il 24 aprile 2012 dai giudici della Corte di Cassazione, l’ex Premier pagò la mafia per ottenere la sua protezione grazie alla mediazione di Marcello Dell’Utri. Il pentito Di Carlo è stato intervistato da Sandro Ruotolo e ha confermato di aver conosciuto Berlusconi e Dell’Utri nei primi anni ’70, molto tempo prima quindi che entrasse in politica, e ha raccontato alcune delle trattative effettuate per la ricostruzione di alcune zone di Palermo, oltre a dare dei chiarimenti su Mangano, stalliere della villa di Arcore collegato alla mafia. Secondo Di Carlo, Berlusconi in quel periodo era spaventato dalla mafia, temendo in particolare un sequestro ai suoi danni o ai danni dei suoi figli, e proprio per questo motivo cercò di mediare con la mafia per non avere problemi.



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