Una grande famiglia sta appassionando il pubblico italiano: stasera sarà trasmessa su Rai Uno la quarta puntata della fiction diretta Riccardo Milani che racconta gli avvincenti rapporti che la misteriosa scomparsa del primogenito della famiglia Rengoni, Edoardo (Alessandro Gassman), ha fatto emergere dopo anni di silenzio. Oltre ad appassionanti dinamiche familiari tra i genitori e i loro cinque figli, tra i fratelli e tra cognati, Una grande famiglia ha un filone “giallo” davvero interessante: cosa si nasconde dietro il tragico incidente di Edoardo e chi trama alle spalle dell’azienda della famiglia Rengoni, che ora rischia il collasso? Nel percorso che ilsussidiario.net propone alla scoperta dei segreti della fiction, questa settimana l’intervista è con Ignazio Oliva, che in Una grande famiglia interpreta Matteo Bisogni, giovane manager che avrà un ruolo determinante nella story line di Laura Rengoni (Sonia Bergamasco). Ignazio Oliva che ha fatto parte del cast di numerose e importanti fiction italiane, ci spiega quale potrebbe essere uno dei prossimi traguardi della serialità italiana.



In queste prime tre puntate di Una grande famiglia abbiamo iniziato a conoscere Matteo Bisogni. Ci parla del personaggio che interpreta?

Matteo Bisogni è il giovane dirigente di un’azienda ospedaliera, è un manager integerrimo e dall’indiscutibile moralità: nonostante l’incontro-scontro con Laura Rengoni, l’avvocato che avrebbe dovuto far causa all’azienda ospedaliera, decide di assegnare proprio a lei un posto di lavoro importante. Matteo riconosce l’integrità e l’onestà di Laura e la vuole come collega per “ripulire” l’azienda dagli illeciti commessi tra le sue mura. Matteo risulta estraneo dagli affari illegali che vedevano coinvolto l’ospedale e sceglie, anche coraggiosamente, proprio il legale che avrebbe voluto trascinarlo in tribunale per ridare un’immagine pulita all’azienda. Matteo rivela quindi una grande stima e umiltà nei confronti dei professionisti onesti come Laura Rengoni.



Come si evolverà il rapporto tra Matteo e Laura? Ci regala qualche anticipazione?

Non posso svelare tutto ciò che accadrà, però vi anticipo che inizierà un rapporto di simpatia e stima reciproca, insomma un’amicizia forte… Laura sta attraversando un momento difficile a livello personale per tutto ciò che sta accadendo alla sua famiglia e al figlio Niccolò, per cui troverà in Matteo Bisogni, uomo solido e integerrimo, un valido sostegno. Il resto lo scoprirete nelle prossime puntate.

Ci sveli solo un piccolissimo particolare: Matteo Bisogni è in qualche modo collegato agli intrighi riguardanti l’azienda della famiglia Rengoni?



Matteo Bisogni è un uomo onesto! No, si tratta di due story line separate, il mio personaggio è legato esclusivamente alla story line di Laura Rengoni, con i suoi problemi familiari e professionali.

 

Una grande famiglia sta registrando ascolti in crescita, superiori a 7 milioni di telespettatori. Quali possono essere le ragioni del successo?

 

Anzitutto il grande cast, gli ottimi attori che recitano in questa fiction, ma anche la magistrale regia di Riccardo Milani, che aveva giù avuto un ottimo riscontro di pubblico con la fiction Tutti pazzi per amore. Penso anche per l’attualità dei temi trattati: Una grande famiglia porta sul piccolo schermo la crisi economica che l’Italia sta attraversando e con cui famiglie e imprese sono costrette a confrontarsi, anche duramente. Probabilmente parte del pubblico si identifica in queste vicende o prova interesse verso un prodotto televisivo che racconta la contemporaneità.

 

Come si è trovato con i colleghi con cui hai condiviso l’esperienza sul set di Una grande famiglia?

 

Molti attori della fiction sono anche miei amici, colleghi con cui avevo già lavorato. Giorgio Marchesi è un caro amico e sono stato contento di condividere per la prima volta un’esperienza professionale; con Sonia Bergamasco avevo già vissuto l’esperienza sul set di Tutti pazzi per amore e ancora una volta mi sono trovato benissimo; conoscevo già Valentina Cervi. Credo che il cast artistico sia indubbiamente un valore aggiunto per questa serie.

 

Ha lavorato in importanti fiction italiane di generi diversi, dal genere sacro come Chiara e Francesco, a un prodotto sperimentale come Tutti pazzi per amore. Che direzione sta prendendo la serialità italiana?

 

Credo che il futuro della fiction italiana sia roseo, lo rivela il gradimento che il pubblico sta dimostrando verso questi prodotti televisivi: anche in questo ambito valgono le leggi di mercato, se i telespettatori rispondono positivamente, come nel caso di Una grande famiglia e di altre fiction, anche i produttori sono motivati a creare e finanziare prodotti nuovi. Occorre poi valutare le tematiche che le fiction intendono portare davanti al grande pubblico: personalmente, oltre a storie velate di intrigo e a tinte gialle, apprezzerei che venissero affrontati temi sociali importanti. Ma questa direzione è già stata intrapresa e posso spiegarlo con un esempio personale.

 

Quale?

Ho recitato nella fiction Il sorteggio, diretta da Giacomo Campiotti, dove è stato affrontato il processo alle BR, e che ha avuto un ottimo riscontro. Da poco è nelle sale italiane il film Diaz, in cui faccio parte del cast: il tema delle violenze legate al G8 fanno ancora discutere e come dimostrano questi e altri casi, i temi sociali fanno breccia tra il pubblico. Credo che la televisione abbia un compito importante: oltre a intrattenere deve educare, magari anche “aprire gli occhi” di chi la guarda.

 

Gli impegni professionali di Ignazio Oliva?

 

Attualmente è nelle sale italiane il film Diaz ed è in onda su Rai Uno Una grande famiglia. A giugno inizierò con le riprese del film per il cinema Il venditore di medicine, diretto da Antonio Morabito, con Claudio Santamaria nel ruolo del protagonista. Racconta una storia decisamente attuale, mostrando le truffe che si nascondono dietro la vendita dei farmaci ai medici ospedalieri, argomento affrontato anche in tv da Le iene show. Poi ci sarebbe un altro film in progetto: incrocio le dita, ma per scaramanzia non dico nulla…

 

(Camilla Schiantarelli)