Servizio Pubblico, riassunto puntata 10 maggio 2012 La puntata andata in onda ieri sera di Servizio Pubblico comincia con un attacco nei confronti del premier Monti, che secondo il conduttore Michele Santoro avrebbe tenuto nascosto il procedimento per le elezioni della direzione RAI. Sia Santoro che Freccero si sono recentemente proposti per i vertici della tv di Stato, ma a quanto pare tale ipotesi non è stata neanche presa in considerazione visto che nessuna risposta è giunta ai due papabili candidati. Le decisioni spettano ancora una volta ad una commissione parlamentare, che secondo Santoro è come dire che i partiti possono ancora decidere di certe cariche. Durante la trasmissione verrà poi posto un quesito agli spettatori di Facebook e di Twitter: uno spot per indire un bando RAI. Santoro racconta un fatto riportato spesso da De Benedetti: un giorno De Benedetti, per lavoro negli Stati Uniti, viene condotto da un suo collaboratore in una rimessa, un garage dove ci sono due ragazzi, con barba e capelli lunghi, che non emanano neanche un odore molto gradevole, e che a loro detta stanno mettendo in piedi unazienda. Uno di questi si avvicina e gli chiede se sarebbe disposto a versare un milione di dollari per avere in cambio il 20% della loro società. De Benedetti fa retro front e chiede al suo collaboratore di non fargli perdere più tempo. Uno dei due ragazzi era Steeve Jobs e la società di cui avrebbe avuto il 20% era la Microsoft. Santoro quindi dice che, alla stregua di De Benedetti, Monti tratta solo con i suoi pari. Gli ospiti di questa puntata sono Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia, e Sergio Cofferati, sindacalista. Ai due la parola sullo stato in cui versa l’Italia: si arriverà ai livelli di ingovernabilità a cui è arrivata la Grecia? Monti fa un interessante excursus storico sul debito pubblico partendo dagli anni Settanta. In quel frangente si forma il debito, che con la guerra del petrolio viene a peggiorare per via della sempre più crescente inflazione: è il periodo della corruzione della democrazia. La crisi non è una questione esclusivamente italiana, che secondo Tremonti tra le tante è quella che sta meglio, ma è una crisi che abbraccia il mondo. Il prodotto interno lordo scende e il debito sale, e la crisi giunge dallo strapotere della finanza. Cofferati sostiene che il peggio debba ancora arrivare, anche lui parte da un dato storico, cioè il tracollo della lira nell’estate del 1992. Nel ’93 si era trovato un sistema virtuoso che vedeva la concertazione di parti sociali, governo, imprenditori, comuni, province e regioni a concretare su un dato fondamentale per l’economia: l’inflazione programmata. Esisteva una politica dei redditi che teneva conto dei salari e dei prezzi e che non permetteva che si verificasse ciò che catastroficamente è avvenuto dopo l’ingresso in Europa, cioè che i prezzi dei prodotti salissero e che i salari restassero fermi. Tremonti spara a zero sulla Germania, contestandole il fatto di essere prima tedeschi e poi europei, e che il loro stile di vita ha portato a vedere il debito come qualcosa di sbagliato da punire, tanto che per loro la parola tedesca debito è la stessa con cui identificano la parola peccato. Il regime di austerity in cui Angela Merkel sta portando lEuropa deve essere fermato con un accordo tra Francia e Italia. L’intervista a Concetta Di Pietro, sorella del più famoso Antonio, ci offre spunti di riflessione che ci calano in un’atmosfera di saggezza popolare che sa guardare oltre. “Non ci serve un posto di lavoro, ci serve il lavoro”, “Non si può guardare il passato, bisogna puntare al futuro partendo dal presente, e non ci si può focalizzare sul particolare altrimenti si perde il tutto”.



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