Eccoli puntuali quelli di Servizio pubblico, Michele Santoro e i suoi boys! Hanno scoperto anche loro, dopo una ventina di anni, che forse le banche, gli intermediari finanziari, loligopolio finanziario mondiale hanno qualche responsabilità in questa crisi epocale. Ma in quei tempi, a sinistra e dintorni, soprattutto quella mediatica, cera un civettare continuo con i banchieri. Era meglio attaccare la politica. E ogni tanto si ributtano nel vecchio vezzo, soprattutto attaccare la politica e i politici. Prima hanno contribuito a scassare le classi politiche di tanti paesi del mondo, soprattutto la nostra, adesso chiedono ai panchinari di un tempo e alle new entry di fare politica vera, grande, con scelte coraggiose e, alla fine, di non essere capaci di governare, anzi di subire il ricatto che viene dalla finanza.

In sala, tra i boys di Santoro, cè anche il censore Gad Lerner, pronto sempre a trovare le curve più giuste per stare a galla. Dialoga con il guru Marco Travaglio, che naturalmente comincia con la solita menata degli sprechi della politica: dei derivati non si occupa mai, forse li conosce poco. In una sorta di altalena, Servizio pubblico alterna inquadrature di manifestazioni a Francoforte contro la Bce e le istituzioni europee e dialoghi variegati sulla crisi italiana, tra Lerner, Travaglio, il sindacalista Maurizio Landini (un riformista al contrario) e un imprenditore, Ernesto Preatoni.

proprio limprenditore che tira fuori gli argomenti più convincenti, numeri alla mano. Ci sono alcuni giornalisti che cercano di incanalare il discorso in termini più precisi e, ad esempio, attaccano il fiscal compact.Ma per alimentare un po di confusione, ecco il sinistro Sandro Ruotolo che rigira la frittata e riporta il problema su un quesito grottesco in questo momento: il centrosinistra deve e o non deve affrontare le primarie per coalizione nella prossima campagna elettorale?

Il risultato è la trasmissione-confusione per eccellenza, con tante idee confuse, dove si sente sempre la condizione di orfani del berlusconismo. Che brutta cosa non avere più un nemico identificabile da attaccare. Certo, il leader del governo dei tecnici, Mario Monti risulta sempre meno simpatico, di popolarità sembra che non se ne parli più. Entra in scena il riformista al contrario Maurizio Landini. Anche lui si è accorto che è la finanza che comanda. Ma Gad Lerner lo corregge, punta i suoi strali soprattutto contro la politica e naturalmente Marco Travaglio gli va subito dietro.

Il dibattito va un po’ a strattonate, a ruota libera, senza un preciso filo conduttore. Anzi sembra un dialogo tra sordi. Ma chi se ne frega, è la televisione bellezza! Ruotolo interrompe un discorso quasi serio sulle ricette economiche con il risultato di un sondaggio sulle primarie nel centrosinistra! La netta sensazione, oltre alla noia, che si ricava da Servizio pubblico è che se c’è confusione tra gli economisti, se c’è confusione e latitanza reale tra i politici, il dibattito televisivo santoriano e dei suoi boys è lo specchio prefetto di questa confusione.

Nuove scene da Francoforte, con i banchieri barricate in “bunker” di lusso, mentre la polizia si scaglia contro i manifestanti. È l’ultima notizia di un caravanserraglio che non contribuisce a chiarire nessun problema reale.