Con la decisione di oggi, parte della vertenza di lavoro attivata da Augusto Minzolini nei confronti della Rai, si chiude e non è escluso un esito conciliante per entrambe le parti. Lex direttore del Tg1, rimosso ai tempi dallincarico per il processo a suo carico per peculato nei confronti dell’azienda, è stato, infatti nominato dal Cda di Viale Mazzini a capo del coordinamento dei corrispondenti esteri della tv di Stato. Il Cda si è espresso allunanimità, con otto voti su otto a favore della scelta. Una decisione che agli addetti ai lavori è apparsa del tutto scontata e prevedibili. In questo modo decade quella parte della vertenza in cui i legali del giornalista, chiedevano la ricollocazione tempestiva in un incarico diverso dalla dirigenza del Tg ma che fosse del medesimo rango. Quindi, una direzione. A Minzolini erano state proposte altre due soluzioni, così come prevede laccordo con lUsigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. Gli era stata offerta la direzione della sede di New York e quella di Parigi, ma aveva rifiutato in entrambi i casi.  Laccordo sindacale, in particolare, afferma che un dirigente rimosso per questioni legate a scelte strategiche o per ragioni di opportunità, abbia il diritto ad un incarico equipollente. Resta il fatto che se, nellambito del processo penale, il giudice dovesse dare ragione a Minzolini, dovrà essere ricollocato alla direzione del Tg1. Non sono mancate immediate critiche e reazioni. Pancho Pardi, capogruppo dellItalia dei Valori in vigilanza rai, ha denunciato il fatto che il Cda non ha alcuna autorità per compiere atti di questo genere, tanto più che il suo mandato sarebbe scaduto da due mesi. «Il caos di un Consiglio di amministrazione in confusione è dimostrato dalla mancata approvazione dei palinsesti, ha aggiunto, riferendosi al fatto che il cda si è espresso, in tal senso, con  quattro voti a favore, due contrari e due astenuti. «Lo stesso Cda, ormai agonizzante, ha trovato però l’accordo per nominare Minzolini alla direzione corrispondenti esteri: un’offesa al buon senso, ai cittadini e alla magistratura che sta indagando su di lui per l’uso improprio della carta di credito aziendale, ha aggiunto.



Dal canto loro, i corrispondenti esteri, per bocca del fiduciario sindacale, Alberto Romagnoli, hanno manifestato apprezzamento per la scelta, dicendosi convinti del fatto che si tratti di un segnale importante per il Paese e per la Rai. «Ci auguriamo che la scelta dell’ex direttore del Tg1 voglia sottolineare l’importanza attribuita agli uffici di corrispondenza». 

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