Maurizio Crozza apre la puntata di Ballarò ironizzando sui risultati delle elezioni amministrative: “l’Italia ha votato e c’è stato un terremoto”, con risultati che hanno sorpreso, come quello dello scrittore Federico Moccia, diventato sindaco di una piccola cittadina abruzzese Rosello. Continua il suo monologo paragonando la scomparsa del Pdl alla scomparsa di Atlantide, e che comunque siano andate le elezioni amministrative, il Pdl reste sempre un partito coerente e leale verso Berlusconi, infatti “Quando lui va da Putin, il partito va a p……”. Il primo ad essere nel suol mirino questa sera è Angelino Alfano, il quale, ironizza il comico genovese, avrebbe un auricolare che lo mette in diretta comunicazione con Berlusconi, e che la sua attenzione a volte è distolta da ciò che il presidente sta facendo, così possiamo assistere ad un discorso di Alfano intercalato da espressioni, “Galliani, il Milan perde, Ucraina vestita da infermiera…” Mentre il commento di Ignazio La Russa rispetto al risultato negativo del Pdl alle amministrative sarebbe stato: “Abbiamo sbagliato i candidati. Dovevamo candidare quelli di Grillo!”. La Lega invece in queste elezioni avrebbe perso non solo le casseforti (vedi scandali dei rimborsi elettorali) ma anche le roccaforti. Contrappone a questa politica stantia dei partiti tradizionali, Roberto Bellini, attivista del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, il quale avrebbe speso, per la sua campagna elettorale, soltanto 300 euro, e che nonostante tutto Grillo avrebbe avuto da ridire! Non poteva mancare della satira su ciò che ha affermato il Presidente Napolitano, il quale avrebbe detto, parlando dei risultati del Movimento a 5 Stelle, che non sarebbe stato nessun boom… dice Crozza “Caspita Napolitano è sempre sul pezzo!” Si rivolge poi a Fassino, il sindaco di Torino ospite in studio, chiedendogli se invece lui ha sentito il boom o meno e dalla faccia si direbbe di sì, conclude Crozza. Rivolgendosi A Fassino e Vendola afferma che i due pur se diversissimi e con idee che divergono, si ritrovano uniti contro D’Alema. E sempre rivolgendosi a Fassino ironizza dicendo che se il sindaco di Torino mettesse l’orecchino come Vendola si sballerebbe tutto il baricentro, oppure farebbe effetto lampione stradale. Il suo monologo satirico si conclude con una battuta sul Governo tecnico, il quale avrebbe assunto altri tecnici per risolvere i problemi. E’ un po’ come se un calciatore nel tirare un rigore dicesse “Qui ci vorrebbe proprio un calciatore per tirare questo calcio di rigore”. L’ultima battuta è rivolta ad Enrico Bondi, il tecnico chiamato dallo Stato per attuare la Spending Review, lo stesso che anni addietro ha salvato la Parmalat, così l’Italia diventerebbe “Italialat” a cui manca soltanto la data di scadenza! Continua alla pagina seguente.