Porta a porta prima serata La finale Europei 2012 Italia-Spagna e lEuropa di Merkel e Monti Un felice connubio tra lEuropa del calcio con la finale Italia-Spagna e lEuroa di Monti nella puntata di Porta a Porta prima serata di ieri sera, venerdì 29 giugno 2012. Mario Monti era impegnato al vertice dell’UE di Bruxelles per decidere, congiuntamente ai rappresentanti dei vari stati, il destino dell’Euro in alcuni paesi a rischio “default”, intanto gli Azzurri di Prandelli si preparano alla finalissima Non sono poi mancate curiosità legate a come gli italiani in “crisi” passeranno le vacanze. Gli ospiti in studio sono numerosi: in collegamento da Roma il sottosegretario all’economia Antonio Catricalà e il presidente dell’ENI Giuseppe Recchi, mentre in studio di sono Maurizio Lupi del Pdl, Rosi Bindi del PD, Luigi Angeletti (segretario generale UIL), Massimo Franco (editorialista del Corriere della Sera), Tobias Piller (giornalista estero), Marino Bartoletti (giornalista sportivo), Sandro Mazzola (ex campione di calcio e commentatore sportivo), Laura Barriales ed Ela Weber (showgirl) ed Heinz Beck (cuoco). L’apertura della puntata condotta s Bruno Vespa propone il clima di festa creato dal passaggio della nazionale alla finalissima: le immagini del cammino degli azzurri campeggiano sui megaschermi degli studi RAI, e Rosi Bindi non ha dubbi nel definire la vittoria come “l’unico momento in cui l’Italia è stata veramente compatta”. E a proposito dell’ultimo commento, Massimo Franco da il suo parere: “Monti è riuscito a convincere la Merkel sull’affidabilità italiana, a mio modo di vedere”. Piller però non è cosi rosea: “la lettura dell’economia europea da parte della Germania non è cosi ottimistica: l’Italia e la Spagna, ad esempio, non danno ancora totali garanzie. Ci vogliono delle riforme, solo allora il mercato tornerà ‘tranquillo’. Certo ci sarebbero i fondi europei costituiti per le difficoltà. Ma anche questi non verranno mai garantiti in pieno se si continua cosi. O almeno non vi saranno esborsi solo dalla Germania”. Per Lupi le cose non stanno esattamente cosi: “l’Europa l’abbiamo fatta insieme, noi e i  Tedeschi. E ai ripari si corre insieme”. E la Bindi conviene nella cosa: “gli effetti negativi della riforma li stiamo pagando noi italiani. Ma paradossalmente, la Germania speculerà sugli aspetti positivi dei sacrifici. Non è giusto: o tutti ci perdiamo, o tutti ci avvantaggiamo: l’Euro è nato per stare sulla stessa barca”. Catricalà racconta dei risvolti dell’intermediazione di Monti con le sue riforme, e parla di maggiore credibilità e della possibilità, a breve, di avanzare anche da parte dell’Italia delle pretese per risanare la situazione di bilancio. Il tutto consentirebbe di abbassare alcune tasse, prima fra tutte l’IVA.  Ma i paralleli con la nazionale di calcio abbondano: un servizio torna a parlare di Cesare Prandelli, che, puntando su Balotelli, ha fatto una scelta difficile similmente a Monti, portandola avanti anche quando il calciatore non si riusciva a sbloccare. Il servizio lo definisce “un gentiluomo d’altri tempi”, proprio come Mazzola, che in studio raccoglie gli applausi e racconta dei mondiali del 1970, nel quale le semifinali videro gli azzurri vincere contro la Germania per 4 a 3. Bartoletti tesse un filo storico facendo le differenze tra il “prima” e il “dopo2: e sottolinea l’aspetto umano della competizione, dove un ragazzo di colore con la maglia azzurra ha abbracciato la madre davanti a tutti, suggellando due valori importanti, e cioè che il calcio ha sentimenti e non ha razza, a prescindere dalla maglia portata. Alcuni sondaggi in diretta mostrano poi cosa ne pensano gli italiani dell’accordo raggiunto tra Monti e Angela Merkel, che prevede dei finanziamenti da parte della BCE anche all’Italia: circa un 60 per cento è soddisfatto. Recchi parla poi di un argomento correlato a questo tema: la cosiddetta “spending review”. “La manovra che io mi aspetto non è fatta di soli tagli, ma di valorizzazione rispetto alle risorse già presenti, a partire dai giovani”. E lo stesso metro di giudizio auspica si applichi per gli esodati: “si deve pensare a un ricollocamento, non a un pensionamento o ad una cassa integrazione”. Collegandosi a questo tema, Angeletti parla di quello che, secondo lui, si dovrebbe fare per tagliare le ingenti spese degli enti pubblici: “il problema sono le circa 135 mila persone che gestiscono, in Italia, i ministeri senza tagliare gli impiegati in esubero. Sono circa il doppio che in Germania o Francia. I numeri sono troppo alti da noi, e questo avviene per molti settori dell’economia: si esagera coi numeri per piazzare finanziamenti”. Franco concorda in parte con Angeletti: “credo che in Italia vi sia una fortissima resistenza da parte delle corporazioni, ma non si può pensare che tutte le pubbliche amministrazioni sono un modo per gettare soldi”. E la Barriales, intervenendo, riporta una situazione totalmente opposta a quella nostrana: “da noi licenziano i dipendenti più anziani per piazzare i neolaureati e non pagarli”. Continua alla pagina seguente. 



Nell’ultimo segmento del programma si parla invece di Europa in vacanza e in cucina: prima di tutto lo chef Beck presenta alcuni piatti (che spaziano dai classici spaghetti al dolce) studiati, a suo dire, per prendere per la gola la Merkel, Monti e persino Balotelli. Dopo questo siparietto (nel quale intervengono Ela Weber e la Barriales), si passa a guardare nelle “tasche” degli italiani: molti di loro, come mostra un video, non sono più capaci di risparmiare, specie dopo la “stangata” dell’IMU. Inoltre, le immagini indugiano sulle vacanze, che a quanto pare sulla penisola si limiteranno ad alcuni week end, non solo per le limitate finanze, ma per necessità stessa delle imprese di non fermarsi durante l’estate. E le parole di Rosi Bindi concludono la puntata con una verità innegabile: “uscire dall’Euro sarebbe un disastro per la moneta prima ancora che per l’Italia”.

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