Servizio Pubblico, ultima puntata. L’editoriale di Michele Santoro (video) – Ultima puntata di Servizio Pubblico e ultimo editoriale di Michele Santoro che chiude la stagione parlando di un tema che gli sta molto a cuore: la televisione italiana. Cominciando la sua copertina, il conduttore ricorda alcuni aneddoti legati alla trasmissione: “Servizio Pubblico nasce dalla volontà di Berlusconi di cancellare dalla Rai Annozero. Ma è stato il colpo di coda di un governo morente, perché Berlusconi si è poi dovuto dimettere. Invece per la prima volta nella storia, con dieci euro a testa, centomila italiani hanno fatto vivere un programma al di fuori della televisione generalista, e per ben 27 settimane. Devo però dire che io non ho mai lottato contro Silvio Berlusconi come persona, e tantomeno contro le idee politiche di Berlusconi. Ho solo semplicemente lottato contro la concentrazione di potere che Silvio Berlusconi ha rappresentato, quello che si chiama il conflitto di interessi. E ho anche sempre pensato che la contrapposizione tra berlusconiani e antiberlusconiani per quanto malata fosse pur sempre una forma di democrazia, tanto che io non ho nostalgia di questo recente passato, ma sono molto preoccupato del vuoto che si è venuto a creare nella nostra attuale società. Questo schifo, ad esempio, delle autority lottizzate”. Nelle parole che seguono è racchiuso il tema principale della serata: “Questo stato delle cose è la prova evidente che il conflitto di interessi è una malattia di sistema che non riguarda solo Silvio Berlusconi, ma che tiene ancora insieme lui e i suoi principali avversari. E mi impressiona francamente l’acquiescenza del governo Monti con questa lottizzazione. E anche il silenzio del Quirinale, perché siamo di fronte alla violazione di un principio chiaramente sancito dalla nostra Costituzione, che è quello che le autorità di controllo debbano essere indipendenti”. Santoro poi riporta altri casi eclatanti che, secondo lui, rappresentano un certo degrado del mondo televisivo: “Sapete, un’altra cosa che mi impressiona è vedere ricevuto, in pompa magna, l’ex direttore generale della Rai Mauro Masi alla festa della Repubblica e tagliati fuori dai circuiti generalisti alcuni giornalisti definiti scomodi. Cosa, quest’ultima, che non credo avverrebbe in molti paesi”. “D’altra parte”, continua il conduttore, “se noi eccettuiamo il giornale Il Fatto’, senza il quale questo programma non sarebbe mai potuto andare in onda, se noi eccettuiamo il fatto che Sky e altre televisioni locali abbiano fatto la scelta di trasmetterci liberamente senza alcuna forma di condizionamento, in Italia si è parlato pochissimo di questo miracolo. Guardate che un 7 e oltre per cento raggiunto su una multipiattaforma che quasi non esiste, su un circuito che raggiungeva si e no l’uno per cento dell’ascolto televisivo, è qualcosa di veramente straordinario. Abbiamo stracciato La7, Rete4, Rai 3, che sono reti importanti del nostro panorama televisivo. E non solo, abbiamo saputo superare anche Rai 2, tranne nel periodo in cui è stato mandato in onda, con grande dispendio di mezzi economici, l’Isola dei Famosi. Inoltre siamo stato il programma più seguito sul web in Italia, con una comunità internazionale che va dall’Italia all’Inghilterra, passando per Francia e Spagna”. Continuando a guardare la trasmissione dal punto di vista del panorama politico, Santoro poi riporta il caso di un talk show americano, quello di Oprah Winfrey, che provando ad andare in diretta web ha trovato l’appoggio di Discovery Channel con ingenti capitali: “Noi abbiamo fatto tutto questo senza i soldi di nessuno, solo di voi contribuenti. E non solo: l’esperimento di Oprah è fallito, noi invece abbiamo avuto fortuna”. Poi, nella parte finale dell’introduzione, Santoro deve togliersi alcune soddisfazioni: “Questo governo Monti, che si riempie la bocca di parole quali efficienza, innovazione e modernità, non ha mai voluto mettere piede in questo studio. Anzi monti ha proibito ai ministri di partecipare in questa trasmissione, tanto che a un certo punto anche molti leader del PD hanno seguito l’onda del proibizionismo. Badate, nessuno di loro è andato in galera per aver fatto resistenza, nessuno di loro ha lottato contro il nazifascismo. Perlomeno rispondere a qualche domanda scomoda di Travaglio avrebbero potuto farlo, per dimostrare che almeno hanno la consistenza che ne deriva dall’essere stati eletti. E non si accorgono che delegittimando Travaglio, delegittimando Vauro e tutti quelli che lavorano a questa trasmissione fanno esattamente quello che ha fatto Berlusconi: allontanano la società dalla politica, e fanno diventare Grillo un gigante, coi suoi discorsi a cinquestelle”. Infine, la chiusura del suo monologo è rivolta agli spettatori: “Quello che volevo dimostrare l’ho dimostrato: sono i nostri contribuenti che ora dovranno decidere se vale la pena o meno di continuare”.



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