Quinta Colonna manda in onda stasera, 10 luglio 2012 l’intervista a Francesco Schettino, la prima dopo la revoca dell’arresto del comandante della Costa Concordia. Schettino, rispondendo alle domande della giornalista Ilaria Cavo, ripercorre quanto accaduto in quella drammatica notte tra il 13 e il 14 gennaio, quando la nave è affondata a poche centinaia di metri dalla costa dell’Isola del Giglio. Negli stralci della lunga intervista, Schettino spiega perchè ha scelto di parlare dopo la fine degli arresti domiciliari. …voglio metterci la faccia, perché credo sia mio preciso dovere spiegare come sono andati gli eventi in quanto questa vicenda è articolata e complessa … E Schettino riparte dalle serata in plancia, quando, con lui, c’era Domnika Cermontan, e spiega il motivo della presenza della ragazza moldava: Perché lei era una mia amica e del capo commissario, una persona che voleva fare una crociera con le sue amiche a bordo, voleva comprare un biglietto in Russia, disse che nelle agenzie russe non era riuscita a trovare un posto sulla nave e quindi la aiutammo a trovare regolarmente una cabina e un regolare biglietto di viaggio e rivela – E normale che cè stato gossipE sicuramente una persona socievole, simpatica e un po amica di tutti, non necessariamente non doveva essere qualcosa di più…. Schettino parla dell’ inchino, considerato la causa del fatale impatto della Costa Concordia con lo scoglio: Io non volevo sfidare nessuno, abbiamo programmato una navigazione a mezzo miglio e basta, quindi mezzo meglio per me era una distanza accettabile per fare un saluto, altrimenti non lavrebbero manco visto, manco sentito sto benedetto saluto. Cè una differenza tra un inchino e un passaggio, quello doveva essere un passaggio ravvicinato allisola, perché in caso di inchino noi generalmente, si riduce la velocità , si va a distanza ravvicinata, si scelgono le carte giuste per fare linchino ad una certa distanza dalla terra, se fosse stato programmato un vero e proprio inchino, non sarebbe successo perfettamente niente.



Il comandante poi si scusa ed esprime cordoglio per le vittime della tragedia, ma quando Ilaria Cavo fa una domanda sulla piccola Daiana Arlotti, morta nel naufragio, Schettino preferisce evitare di parlarne: Questa è una domanda che mi distrugge, è terribile. Il comandante risponde alle domande di Quinta Colonna sull’urto, sui primi istanti in cui non è stata immediatamente chiara la gravità di ciò che era accaduto e delle drammatiche conseguenze che ne sarebbero susseguite. Schettino ammette di non aver subito compreso l’entità dell’allagamento dpvuto all’impatto con lo scoglio e dichiara di non essersi pentito di aver dato l’allarme generale dopo 45 minuti dal fatto: No, di questo non mi pento nel modo più assoluto, lo ribadisco con forza, quella decisione è stata giusta. Perché io per far evacuare la nave lavrei dovuta fermare. da stupidi fermare un evento favorevole che si stava verificando e che la nave stava andando a scarrocciare verso terra, quindi sarebbe stato lì unimprudenza far fermare la nave per mettere a mare le scialuppe, in un fondale di 100 metri dove la nave sarebbe poi sicuramente affondata. Se si ribaltava lì purtroppo non so quante vittime ci sarebbero state, sicuramente trovandoci su un fondale più basso ha fatto meno vittime. Gli stralci dell’intervista a Schettino (divulgati dall’ufficio stampa Mediaset) continuano alla pagina seguente.  



Francesco Schettino affronta poi la questione dell’abbandono della nave, a cui è susseguita la telefonata del comandante De Falco, che ha fatto il giro del mondo. “Fino adesso su questa faccenda ci si è sciato dentro, si è fatto tanto intrattenimento a discapito dell’informazione… Io sono sceso dal ponte 8 quella nave si stava palesemente inclinando, praticamente ho visto la lancia che stava sotto il cancello d’imbarco dove ho fatto una scelta, già non potevo rimanere sulla nave perché il legno era ormai scivoloso perché creando un piano inclinato 50-55 gradi, sono stato praticamente favorito ad andare sulla lancia, non so se sono scivolato o se sono caduto, se la nave che si è spostata, non credevo che si sarebbe dato tutto questo peso sullo scivolare, il comandante cammina e inciampa su una lancia di salvataggio. Sono solo cattiverie…. Io non sono ne inciampato ne caduto, mi mancava il suolo sotto i piedi, come una scossa di terremoto, cade il solaio e lei cosa fa? Cade col solaio…” Una volta arrivato sullo scoglio, ecco cos’ha pensato Schettino: “io avrei voluto sorreggerla con le mani, onestamente, però non mi è stato possibile, l’unica cosa che ho fatto, ho preso il cellulare e ho chiamato immediatamente i soccorsi”…

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