E partito il conto alla rovescia per Londra 2012, le Olimpiadi sono oramai alle porte. Tra qualche giorno, diverremo anche noi competentissimi esperti di sports che, come capita regolarmente ogni quattro anni, ci incolleranno al televisore con una passione ed una foga tali che ad Olimpiadi concluse, ce ne scorderemo per altri quattro anni. Ma le Olimpiadi sono un avvenimento a prescindere, fatto di curiosità, cronaca sportiva, gossip e costume.
Mascotte. Più di un dubbio hanno destato, sin da subito, le mascotte di questa edizione (vedi foto), Wenlock e Mandeville: è difficile immaginare se siano più inquietanti le loro fattezze o i loro nomi. Pensate che Wenlock prende il nome dalla cittadina di Much Wenlock nella contea dello Shropshire (Midlands Occidentali), che ospita ogni anno dal 1850 una manifestazione multisportiva antesignana dei Giochi moderni. Un po come se, nel caso di una futuribile olimpiade italiana, dovessimo battezzare la nostra mascotte, che so, Cinisella, perché a Cinisello Balsamo, provincia di Milano, durante lannuale oratorio estivo, si organizzano delle gare a squadre sullo stile dei Giochi Olimpici.
Ramadan. Niente scorciatoie e niente compromessi: dallalba al tramonto non si beve, non si mangia e non si fa sesso. Khaled Belebbas, trentunenne francese naturalizzato algerino, correrà i 3000 siepi, continuando a ripetersi, in una sorta di training autogeno musulmano, che le siepi non sono fatte di lattuga o cicorino, e vanno superate di slancio, non assaporate con olio e sale! E che dire delle tentazioni di Mohammed Sbihiz, canottiere britannico dalle chiare origini mediorentali, con tutta lacqua del Tamigi a disposizione? Diverso, senza entrare troppo nel dettaglio, il discorso sul sesso, che può compensare i sacrifici in fatto di diete: la sera dopo il tramonto ed il mattino prima che albeggi sembrano situazioni ideali per tale pratica. Sempre ammesso che in materia tutti si accodino alle idee della nostra Federica Pellegrini, che di certo musulmana non è, né pratica un tal tipo di astinenza, almeno a sentire dire lei.
Specialità olimpiche. Ma che sarà mai il keirin? Non saremo certo noi a dirvelo! In ogni caso, nella storia, passata e recente, sono state ammesse discipline che davvero poco avevano a che fare con lo sport, almeno per come lo concepiamo noi moderni. Qualche esempio? Il tiro al cervo in corsa (1906 -1936, gli animalisti si rilassino: il cervo era rappresentato da una sagoma di cartone semovibile), il nuoto ad ostacoli (1900), il tiro al piccione (vero, in questo caso), il salto in lungo per cavalli, larrampicata sulla corda (1896 -1932), il duello con la pistola (1906, molto meno cruento e rusticano di ciò che possiamo immaginare), il Club Swinging (1904 e 1932, dove si rivelava necessaria una certa qual abilità nel far ciondolare una mazza ornata di nastrini intorno alla propria testa ed al proprio corpo). E rimasto famoso il tiro alla fune (1900 -1920), anche se la palma dello sport più strano è datata 1992: si tratta del nuoto sincronizzato individuale, dove gli atleti, con tutta probabilità, avrebbero dovuto sincronizzarsi con i gusti dei giudici che assegnavano i punteggi.
Cinque Cerchi da ridere
Taiwan. E la prima volta di una nuotatrice di Taipei ai Giochi, nella specialità dei 100 e 200 rana: è probabile che, sotto il profilo sportivo, di lei non rimanga traccia, ma siamo sicuri che non passerà comunque inosservata perché è Formosa.
Bhutan. I bhutanesi sono riusciti a qualificarsi per la prima volta ai Giochi con la loro nazionale di calcio. Concluso da imbattuti il torneo di qualificazione asiatico, con una impressionante sequela di zero a zero, frutto di un possesso palla attorno al 98-99%, che lasciava agli avversari il solo calcio dinizio, monetina e buona sorte permettendo. Tuttavia, la loro efficacia nel gioco dattacco è pressoché inesistente: nelle sette partite giocate non hanno mai tirato in porta. Come spiegare allora successo e qualificazione? Semplice ci ha raccontato il loro allenatore -: non lasciamo giocare gli avversari: i miei ragazzi, una volta riconquistato il pallone, non lo bhutan più via!.
Benin. La nazione africana ha un posto assolutamente irrilevante nella storia dei Giochi. Quest’anno, tutte le speranze sono riposte in un atleta qualificatosi per la prima volta nella specialità della lotta greco-romana. E’ uno studente di 18 anni, un metro e sessantanove centimetri per 46 chili, snervato dagli impegni a cui si è prodigato: ha lottato duramente ed ha fatto ogni tipo di sacrificio per superare gli esami di greco e di storia dell’Antica Roma nel suo liceo. Per il presidente del Comitato Olimpico nazionale sarà una vera sorpresa: “Smentirà la tradizione dei nostri atleti, che di solito non vanno né troppo bene, né troppo male, insomma, fino a qui sono sempre andati benin…”.
Ghana. Il Paese ha una bella tradizione nel calcio e nell’atletica, ma il Ghana Olympic Committee (GOC) ha fatto carte false per primeggiare in qualche altra specialità, individuata, e non se ne conosce il motivo, nel ciclismo su pista, benché di piste in Ghana non ve ne sia nemmeno l’ombra. I membri del GOC, consapevoli che i ghanesi non ne vogliono sapere di sport con la bici, hanno intrapreso una accurata selezione nel nostro paese, segnatamente nella bergamasca e nel varesotto, a caccia di ciclisti desiderosi di difendere i colori rosso-giallo-verdi del Ghana. Quattro muratori, costretti a lavorare in nero per pochi euro in un cantiere edile di Agrate Brianza, messo sotto sequestro, ma gestito dalla mala albanese, hanno raccolto la sfida: sono Maurizio Brambilla, Carlo Colombo, Mario Banfi e Roberto Cazzaniga. Appena atterrati ad Accra, la capitale, sono stati condotti all’ufficio anagrafe, dove si è provveduto al cambio di nome (rimanendo inalterato il cognome), diventando così Masahudu Brambilla, Kwame Colombo, Baffour Banfi e Kofi Cazzaniga. Poi sono stati lasciati – con quattro bici da uomo modello “Umberto Dei Milano-Sanremo” del 1935 con ruote in legno, acquistate da un mercante etiope – a pedalare lungo le polverose strade che collegano Accra con Tamale: 616 km in gran parte sterrati. Lo scetticismo della stampa locale si è trasformato in tripudio, quando la popolazione, vedendoli macinare chilometri avanti e indietro tra le due città, ha cominciato a chiamarli “quelli del Ghana Padano”. Qualificatisi nella prova di “inseguimento a squadre uomini su pista”, hanno ricevuto le attenzioni del maggior quotidiano nazionale, il Ghanaian Newsrunner, che ha così titolato nel giorno in cui il quartetto ha preso il volo per Londra: “Il Ghana Padano già ingrana la quinta!”.
Isola di Pasqua. Un solo atleta, per la prima volta, gareggerà nel sollevamento pesi. Si è allenato a Rapa Nui sollevando menhir. Eppure la stampa locale, in particolare il periodico “RS-Risorgimento Sportivo” (ci troviamo pur sempre sull’Isola di Pasqua!), non ha mai creduto in lui, tant’è che in primavera aveva azzardato in prima pagina: “Gli allenamenti lo hanno portato allo stremo. A nostro parere non arriverà a mangiare la colomba!”.
Antartide. La qualificazione del loro primo atleta alle Olimpiadi è arrivata come una doccia scozzese. Si chiama Augusto Sfila, (e infatti sfilerà nella cerimonia d’apertura, dove sarà anche il portabandiera, nonché unico rappresentante del suo paese), per gli amici Tino. Tutti lo conoscono come SfilaTino: ha chiare origini italiane e abita nelle Isole Sandwich Australi, nel cuore dell’Antartide, 2mila km a nord-est delle Falkland. E’ un tipo molto freddo. Si è qualificato nel biathlon (sci di fondo + tiro con la carabina), però questa specialità non è prevista nelle Olimpiadi estive. Comunque, grazie al suo nome, è finito lo stesso sull’album delle figurine dedicato a Londra 2012. Quali figurine? Panini, ovviamente!