Sabato 25 agosto ricomincia il campionato di calcio, un appuntamento sempre molto atteso dagli italiani, sebbene in agosto i nostri connazionali abbiano ancora la testa concentrata sul nome da affibbiare al prossimo anticiclone africano (noi suggeriamo Polenta Taragna), nonchè alla prima perturbazione atlantica (che ne dite di Vercingetorige?). Resta comunque il fatto che il calcio, per noi italiani e non solo, rimane il gioco più bello del mondo. Ma una domanda ci tormenta: perché il calcio continua a essere considerato il gioco più bello del mondo e invece il badminton a coppie, il curling indoor o lhockey su prato femminile se li filano in quattro gatti?

Difficile rispondere, vero? Eppure cè chi ha provato a farlo, trovando il modo di soddisfare quesiti ancestrali, in un saggio davvero imperdibile per chi ama il calcio -, che siamo riusciti a scovare da un rigattiere di Riga (dopo aver tentato, invano, da un moschettiere di Mosca). Si tratta del capolavoro Il traversone di Barney, scritto dallantropologo ed ex centromediano metodista israeliano Gol Yardo (1.028 pagine, prezzo 49,5 shekel, cioè 10 euro circa, Edizioni Me Alef ad Ta, che vuol dire Edizioni dalla A alla Zeta).

Gol Yardo, cresciuto a pane azzimo, Talmud e Maccabi Tel Aviv (squadra di cui è ancora grande tifoso), ha cominciato prestissimo a giocare a calcio, nei pulcini dellHapoel Rishon LeZion. Si chiamava LeZion proprio perché era una scuola calcio: Vado a LeZion diceva il piccolo Gol a sua madre, uscendo a metà pomeriggio per lallenamento. Ma cosa hai studiato oggi per ridurti così? lo incalzava sua mamma al ritorno, scoprendolo con la terra nei calzini, le scarpe spelate e i lividi sulle gambe. Ho studiato il calcio! rispondeva Gol. E lei: Lho sempre detto che la chimica è una materia pericolosa!. Fin da piccolo, non ha mai nascosto la sua grinta, tanto che, a furia di mordere le caviglie degli avversari, è stato chiamato Mordechai. Ma ancora oggi è conosciuto nellambiente con altri due soprannomi: Vov, per la sua inesauribile carica agonistica, e Shalom, Zebedei!, per una certa qual abilità nel colpire su punizione gli avversari in barriera, proprio lì, dove non batte mai il sole!

Oltre che calciatore di discreto livello (non ha mai raggiunto la Ligat haAl, equivalente alla nostra Serie A, ma per dieci anni ha militato nel Sektzia Nes Tziona, ultimo vincitore della Liga Artzit, la terza divisione del campionato israeliano, soppressa nel 2009), Gol Yardo è stato anche studente modello (si è laureato in Antro-po-logia, cioè ha studiato un po le incisioni nelle caverne), dotato come tutti gli ebrei di un fine senso dellumorismo. Fondendo così queste tre attitudini, una volta appese al chiodo le sue scarpette, ha deciso di trasfondere conoscenze ed esperienze calcistiche nel libro Il traversone di Barney, dove luomo, il calciatore, lintellettuale e il fine umorista si sono uniti per dar vita a unopera a largo raggio e di ampio respiro, dove i temi legati al football emergono in un contesto singolare e talvolta visionario. Qualche esempio: Il fallo laterale è anche una grave malattia urologica?. Oppure: Come fare la barba al palo con una sola rasoiata dal limite dellarea. O ancora: Se per fare una traversa basta il ramo di un pino, per fare un traversone serve il tronco di una sequoia secolare?. E poi: Lo stretto rapporto tra il rigore e lo spread nella storia dei campionati di calcio in Germania dalla Repubblica di Weimar alla cancelliera Merkel. E per finire non si può non citare: Da Danielè, Ezechielè e Gioelè fino a Pelè, Nenè e Dedè: limportanza di mettere laccento sui profeti del gol.

In ogni caso, vero piatto forte del libro di Gol Yardo sono i cosiddetti “Tacchetti”, che altro non sono che semplici, quanto acuti, e talvolta irriverenti, aforismi sul calcio. “Sono brevi citazioni – è la definizione data proprio da Gol Yardo – che condensano princìpi specifici, e talvolta un più generale sapere filosofico o morale, pronunciate a fine partita da calciatori, mentre si levano la maglietta sudata, gettando in faccia all’interlocutore, senza alcun pudore, un’iperidrosi ascellare acuta dal tipico afrore penetrante, acre e sgradevole”. Su concessione dello stesso Gol Yardo possiamo proporvi, in anteprima per il mercato editoriale italiano, una ventina di, illuminanti, esempi.

  1. Essendo il campo in discesa, la partita, fin dal calcio d’inizio, è stata tutta in salita.
  2. Avendo l’arbitro lasciato correre, la partita iniziò a San Siro e si chiuse a Marassi.
  3. Essendo il campo del Bologna, non era in palio la coppa.
  4. Essendo il campo del Montenegro, il finale di partita fu molto amaro.
  5. Essendo il campo del Messina, le due squadre giocarono sullo stretto.
  6. Essendo il campo in pessime condizioni, l’arbitro entrò in barella.
  7. Essendo il campo microscopico, un tiro violento mandò in frantumi un vetrino.
  8. Essendo il campo sconnesso, la part… risult… mol… conf… sa e spezz… et… ta.
  9. Essendo il derby Marocco-Tunisia, i giocatori se le “dàttero” di santa ragione.
  10. Essendo in campo gli spagnoli, i difensori non buttavano mai via la paella.
  11. Essendo la finale del torneo tra le comunità di recupero dei tossicodipendenti, la partita venne sospesa al primo tiro.
  12. Essendo un campetto, si giocò con un palloncino.
  13. Essendo la nazionale degli stilisti, in campo sudarono sette camicie per vincere.
  14. Essendo un campo in montagna, ad arbitrare la partita fu invitato Collina.
  15. Essendo un campo di papaveri, la cosa più bella della partita furono le strisce.
  16. Essendo un campo in tufo, il portiere non esitò a tufarsi.
  17. Essendo un campo di nomadi, prima del fischio d’inizio la palla e le due porte erano già sparite.
  18. Essendo un campo magnetico, il portiere calamitò tutti i palloni che gli passavano vicino.
  19. Essendo il derby della Val di Non, le due squadre per 90 minuti fecero melina.
  20. Essendo una sfida tra clochard, al termine della partita in notturna nessuno abbandonò la panchina.