Storia d’armi e di cavalieri che riprende la leggenda del mitico Re Artù. E’ il film King Arthur che Rete 4 propone in prima serata alle 21.20. Il film riprende la gioventù e l’ascesa di Re Artù e gli anni della formazione della mitica Tavola Rotonda. Interpreti della pellicola Clive Owen, attore britannico già nel film del 2009 di Tony Gilroy Duplicity e del thriller ambientato a Milano “The International” che riveste il ruolo di Re Artù e Keira Knightley che sarà la bella Ginevra. Una piccola curiosità: le riprese del film, iniziate il 23 giugno 2003, sono state girate fra l’ Irlanda, la contea di Wicklow e Dublino. Ma andiamo a sbirciare la trama del film. il giovane Artorius Castus, da tutti chiamato Artù ha al suo fianco un gruppo di cavalieri, gloriosi combattenti, condannati dopo la sconfitta in una epica e passata battaglia a servire l’Impero Romano per 15 anni: Lancillotto, Galvano, Galahad, Bors, Tristano e Dagonet, che poi diverranno i mitici Cavalieri della Tavola rotonda. Ma proprio allo scadere della servitù il vescovo Germanius impone loro un’ultima missione: prima di abbandonare il Vallo di Adriano devono risalire verso nord per soccorrere Marius, nobile romano, e la sua famiglia dall’imminente invasione sassone. Artù si trova di fronte ad uno spettacolo raccapricciante: Marius rende schiavo il suo popolo e tortura vecchi e Woad nel nome di Dio e di Roma; disgustato, Artù trae in salvo il popolo mentre Marius, la famiglia e due superstiti Woad ritrovati in una sorta di inquisitorio murato, la bella Ginevra e un bambino. Durante la strada verso casa Marius muore, ma Artù perde un cavaliere (Dagonet) e si trova a dover stringere un’alleanza con Merlino, il druido a capo della tribù Woad e padre di Ginevra, per salvare la Britannia dall’invasione. Lei risveglia in lui il sangue britannico e, disilluso sull’idea di una Roma democratica, decide di non farvi ritorno ma di rimanere e combattere contro i sassoni, a fianco degli Woad (Ginevra compresa) e dei suoi fedeli cavalieri che ormai sono liberi da ogni obbligo grazie ai salvacondotti, ma che comunque decidono di combattere al fianco di Artù. Alla fine della battaglia però muoiono altri due suoi cavalieri: Tristano e Lancillotto.



Nella scena finale una voce fuori campo narra che le gesta dei cavalieri verranno tramandate di padre in figlio per generazioni, la leggenda narra che i cavalieri rinascano nei cavalli e durante il monologo finale se ne vedranno 3 al galoppo, presumibilmente le reincarnazioni di Lancillotto, Tristano e Dagonet.

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