Non si tratta di una commedia romantica scoppiettante. Di quelle che fanno sognare ad occhi aperti o che rimarranno nella storia dei film lacrimevoli. In cui i due innamorati si incontrano, si separano e si ritrovano, accontentando tutti – i loro cuori e quelli partecipativi degli spettatori – con un atteso happy end conclusivo. No, Rémi Bezancon firma Travolti dalla cicogna, una commedia sulle conseguenze dell’amore, a suo modo. Sugli ostacoli concreti che essere innamorati può – ma non necessariamente deve – comportare. Barbara (Louise Bourgoin) è una bella e spensierata studentessa di filosofia alle prese con la tesi. Nicolas (Pio Marmai) lavora in un video noleggio, accontentandosi – lui che il cinema vorrebbe farlo – di stare dietro il bancone di un negozio. Galeotto fu il cinema, è il caso di dire. Perché con un rito di corteggiamento che si esprime attraverso i titoli dei film, Barbara e Nicolas si conquistano a vicenda. Questa, però, è la parte spensierata della storia. Quella in cui i due si amano alla follia in un idillio sentimentale senza macchia. 

E che li porta a concludere che l’amore deve essere questo. Un’esperienza ai confini del bohemien sfiorata da un soffio della très chic brezza parigina. Tutto vero, ma solo fino a quando arriva la piccola Léa. Voluta e cercata con leggera e spensierata ingenuità. Un briciolo di sana incoscienza che si scontra con la realtà e con l’idillio che aveva accompagnato per mano fino a quel momento Barbara e Nicolas. Non solo perchè lei deve fare i conti con stravolgimenti ormonali e metamorfosi fisiche, ma anche perché ora Nicolas non può accontentarsi del lavoro in un videonoleggio. Deve abbottonarsi la camicia, fare un bel nodo alla cravatta e gettarsi nel più o meno garantito mondo impiegatizio. Eppure non è tutto. Il peggio deve ancora arrivare. 

Le notti insonni o quelle passate a cullare Léa o – peggio – trascorse a cercare di prendere sonno sul divano. Le ore non dormite, quelle passate a dar da mangiare e cambiare la piccola. Un puzzle troppo complicato per incastrare ogni tassello al fine di ricomporre laffresco felice che ormai si è crepato. Al punto che Barbara perde il senso del tempo e di se stessa, accantonando la tesi e l’amore per il proprio benessere e serenità. E tutto – o quasi – va alla deriva. Perchè il tentativo di far quadrare ogni cosa si trasforma nell’esperimento mal riuscito di una coppia che scoppia per aver perso il proprio equilibrio.

Ecco perchè Travolti dalla cicogna non è una classica commedia romantica. Nonostante non sia assolutamente perfetta – soprattutto nel ritmo iniziale, claudicante rispetto alla seconda parte – stupisce l’approccio alla storia. Uscire dagli schemi canonici dell’amore che supera qualsiasi ostacolo per abbracciare un più realistico sguardo, senza la pretesa che sia l’unico, sulle circostanze.

In un tono tutt’altro che edulcorato, ma che nello stesso tempo non serra le porte alla capacità dei protagonisti di superare le difficoltà e di trovare una soluzione.