La miniserie in due puntate Cesare Mori il prefetto di Ferro si conclude stasera, lunedì 17 settembre 2012, con la seconda e ultima parte Scopriremo quindi come si conclude la fiction Rai che ha portato davanti al grande pubblico la coraggiosa esistenza di un uomo da ricordare per il suo grande impegno nella lotta alla mafia durante i primi decenni del ‘900. Prima di lasciarvi alle anticipazioni della trama della seconda e ultima puntata, ecco il riassunto della prima parte, andata in onda ieri sera su Rai Uno. Sicilia, primi anni del 1900. Cesare Mori è un commissario di polizia che combatte contro la mafia. Nella regione sono tanti i casi di criminalità organizzata anche se ancora non si parla mafia, o meglio, fanno tutti finta che non esista. Mori è un uomo coraggioso che non ha paura di sfidare faccia a faccia i criminali, ma la sua voglia di battere il male però viene smorzata dopo l’omicidio del giovane Morelli, un suo collaboratore che l’indomani avrebbe dovuto sposarsi. Sua moglie però lo invoglia ad andare avanti proprio per vendicare la morte del ragazzo a cui voleva così bene. Decide così di procedere, ma prima comunica alla futura moglie di Morelli che qualcuno ha ucciso l’uomo che avrebbe dovuto essere il compagno della sua vita. L’obiettivo di Mori (Vincent Perez) è la banda Carlino, che sarà spodestata, ma mancano tutte le altre madonie e gli uomini a disposizione di Mori sono davvero pochi. Da quando il bandito Carlino è morto, il suo posto è stato preso da Cuccia, l’assassino di Morelli. Il commissario lo incontra la prima volta a casa della baronessa Chiaramonte (Gabriella Pession) ma non immagina neppure chi sia. Mori è affascinato da quella donna ma ha una moglie con cui vorrebbe costruire una famiglia. Visto che la signora non può avere bambini, il commissario decide di adottare Saro, il figlio di Carlino. Saro non crede ai suoi occhi quando pensa che potrà avere una famiglia in cui crescere ed è felicissimo per questo nonostante continui a fare dei bruttissimi incubi durante la notte. Il Commissario riesce a stargli vicino: anche per lui la vita non è stata sempre facile, da piccolo è stato abbandonato e capisce cosa vuol dire essere soli al mondo. Cuccia teme che il Cusumano, in carcere dopo l’operazione al casolare, possa pentirsi e spifferare qualcosa al commissario. Per questo ordina a un secondino di spiarlo. Il Cusumano vorrebbe parlare con Monti e in cambio chiede un biglietto per l’America. Il criminale gli dice che dietro il furto del bestiame al barone Chiaromonte c’è anche Cuccia. E’ in questo colloquio che per la prima volta si parla di “una società segreta che tutto fa e tutto disfa” in riferimento a quella che poi sarà chiamata mafia. La testimonianza del Cusumano porta all’arresto di Cuccia colpevole del furto di bestiame e dell’omicidio di Morelli. Mentre Cuccia non vuole in nessun modo collaborare con la giustizia, il Cusamano lo ha fatto e per questo riceve due biglietti per ricominciare in America. Prima di partire lascia un indizio al commissario: la via in cui si riunisce la società segreta. Non potrà dire più nulla però perchè fuori dalla prigione verrà freddato dai suoi ex amici. Il processo ha inizio ma Mori non potrebbe mai pensare che una testimone d’eccezione testimoni a favore dell’imputato. La Baronessa Elena infatti, convinta dagli amici di Cuccia, dichiara di averlo visto nel giorno dell’omicidio: era nelle sue terre per cui non poteva essere altrove. Continua alla pagina seguente.
Mentre si tiene il processo il piccolo Saro viene portato in tribunale per sentire con le sue orecchie la verità sulla morte di suo padre. E’ stato Mori a ucciderlo, una cosa che lui mai potrà perdonare. Saro infatti era legatissimo a Carlino e non vuole più avere nulla a che fare con suo padre adottivo. Cuccia viene assolto e per Mori finiscono i tempi di gloria. Siamo nel 1916. Le azioni di Mori danno fastidio ai piani alti e per questo viene chiesto il suo trasferimento a Bologna con la nomina di Prefetto. Nel frattempo viene trovato il corpo del barone, anche lui vittima della malavita. Tano si dà da fare per entrare nella società segreta che ora è gestita da Don Virzì. In cambio del rispetto porta il feudo che lui gestisce dopo la morte del barone. Per Cesare e sua moglie è arrivato il giorno della partenza: attendono il piccolo Saro con la speranza che arrivi e decida di partire con loro ma poi vanno via senza di lui. Saro invece arriva ma è ormai troppo tardi. Qualche anno dopo Mori è il prefetto di Bologna e vive in pieno clima fascista. Mori però ha ancora tutto il suo coraggio e non ha paura di affrontare i ragazzi delle camicie nere. Una notte però dopo un agguato la moglie del prefetto si sente male: ha un problema al cuore e forti emozioni potrebbero provocare la sua morte. Come se non bastasse arriva anche un richiamo ufficiale da parte di Mussolini con una sospensione. Mori risponde con una lettera dai toni duri e severi. Dopo una visita il Duce si rende conto che la mafia potrebbe essere più forte del fascismo e per questo decide di rimandare il prefetto in Sicilia.
Nel prossimo episodio – Mori torna in Sicilia per dare la caccia ai cattivi. In particolare le sue energie saranno impegnate contro Don Virzì e Cuccia con il quale ha un conto in sospeso. Prima di partire sua moglie gli chiede di trovare Saro. Purtroppo però lo troverà in una situazione in cui mai avrebbe pensato: su una barca con un carico di droga. La baronessa Chiaramonte continua con le sua avances al Prefetto anche quando a Palermo arriva la moglie di Mori. L’uomo non ha nessuna intenzione di cedere e pensa solo al suo lavoro. Cuccia ha un compito ordinato da Saro: deve uccidere il prefetto.