La questione della concessione della cittadinanza italiana agli stranieri ha sempre fatto discutere e diviso gli animi; tra chi crede che occorrerebbe un atteggiamento particolarmente generoso e aperto, convinto che faciliterebbe lintegrazione, e chi è convinto del contrario. Del fatto, cioè, che si tratterebbe della svendita a buon mercato di un patrimonio che appartiene, anzitutto, agli italiani. Questa volta, è unaspirante miss Italia a far discutere. Aspirante che resterà tale. Perché lei, italiana, non lo è. E non lo è a causa di criteri che, secondo molti, sono effettivamente troppo restrittivi. Pur non essendo formalmente cittadina del nostro Paese, lo è di fatto. Lei si chiama Nayomi Andibuduge e ha deciso di sottoporre la sua vicenda al presidente della Repubblica, inviandogli una lettera in cui spiega perché, pur partecipando attualmente al concorso di Montecatini, non potrà essere incoronata reginetta: «Ho diciotto anni e sono nata a Roma. E non ho la cittadinanza italiana, cittadinanza che vorrei invece avere di diritto essendo nata in Italia da genitori dello Sri Lanka che da decenni vivono nel Vostro (nostro) Paese. La giovane, come lei stessa sottolinea, non è italiana secondo le leggi dello stato, ma si sente tale a tutti gli effetti. Nayomi ha fatto presente al capo dello Stato che vive una vita assolutamente normale, che è inserita nel tessuto sociale  e che ama la sua città. Nella sua stessa, o in una simile situazione, si trovano anche tante altre ragazze. Sono 22, in tutto, le concorrenti del concorso che si sentono a tutti gli effetti italiane ma, di fatto, non lo sono. Gareggiano, come Nayomi, nella sezione Miss Italia nel mondo; ma questo a loro, ovviamente, non basta. La vivono come una sorta di ridimensionamento drastico dei propri desideri. Anche loro trovano spazio nella letta al presidente. «Ho avuto modo di incontrare altre ragazze che come me parlano alla perfezione litaliano, studiano, lavorano e progettano una vita da costruire proprio qui nel Vostro (nostro) Paese. Laspirazione a diventare italiane non è legata unicamente al concorso, ma a finalità indubbiamente più nobili.

 

Nayomi, infatti, conclude la missiva spiegando che lei e le altre giovani concorrenti piacerebbe vorrebbero ottenere la cittadinanza per «poter essere considerate italiane, capaci di fornire con senso civico e morale un apporto,impegnandoci  a migliorare il Paese che verrà, che sentiamo come nostro, moderno e cosmopolita».