Oggi vogliamo essere seri (semel in anno licet insanire, dicevano i latini, che è ben diverso da quanto disse una volta Stramaccioni, che è pur sempre uno che ha studiato, commentando lespulsione del suo difensore per unentrata dura: Samuel in anno licet insanire). Vogliamo parlare di un argomento delicato: le adozioni. A farci un po caso, avrete notato anche voi che negli ultimi tempi – nelle nostre case, ai giardinetti o nelle vie del centro delle città – anziché veder giocare allegramente i nostri amati pargoletti, è sempre più frequente veder circolare – nelle stesse nostre case, agli stessi giardinetti o nelle stesse vie del centro delle città – un numero sempre maggiore di animali, al seguito dei loro orgogliosissimi padroni, fieri di tenere al guinzaglio una bestiola purchessia più che di sospingere un passeggino con bebè.
Come si spiega questa bestiale proliferazione? Sarà forse colpa della recente entrata in vigore della legge di riforma del condominio, che ha vietato ogni divieto a detenere animali in appartamento, estendendo la dicitura domestico anche a specie che nulla hanno a che vedere con il comune senso di inquilino a quattro zampe? Sta di fatto, però, che per un tragico effetto a catena si è accesa una corsa allanimale strano da appartamento. E laddove lanimale risulti troppo strano, è iniziata pure la corsa alladozione a distanza di bestie di ogni genere, grado, grandezza, peso e provenienza.
Già verso la fine degli anni Settanta, i radicali italiani, in radicale sinergia con lanimalismo più radicale, tra una canna e laltra (badate bene, non quelle che si trovano nelle riserve naturali), si facevano carico di non ridurre la portata autenticamente rivoluzionaria della questione animale, inglobandola allinterno di un paradigma puramente zoofilo che si preoccupi di cagnolini e altri animali graziosi, lasciando al contempo intatta la sottostante struttura del dominio di specie (parole loro, sic! Del resto, come dice lo Zingarelli, che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là in giro per il mondo, fare il bis di canna rende la sintassi più fumosa). E non possiamo non menzionare la clamorosa iniziativa, nata dalla collaborazione tra radicali animalisti e animalisti radicali, denominata Un tiro al piccione.
Migliaia di volontari si riversarono nelle principali piazze d’Italia, nel tentativo di far provare l’esperienza della cannabis anche ai pennuti abitatori, invero non molto graditi ai più, delle nostre città. L’operazione fallì, per il semplice fatto che i volontari vollero provare in prima persona “a farsi un tiro”: quando fu il turno dei piccioni, la “roba” era già finita. Le prime esperienze di adozioni di animali, diciamo così, alternativi, hanno riguardato le puzzole (che, per ovvie ragioni, persino gli attivisti più oltranzisti hanno preferito adottare a distanza).
Ai giorni nostri, a diffondere questo tipo di adozione sono soprattutto gli ecologisti – che come scriveva a suo tempo il giornalista Vittorio G. Rossi, sono “persone così sensibili da essere pronte ad ammazzare un uomo che facesse male a una mosca” – e alcune loro associazioni, quali la “Lipu-oi adottare” (ovviamente solo uccelli), il “VUVUEFF” (“Valorizziamo Unicamente Veloci Ungulati Ecocompatibili Fedeli ai Fienili”, che si occupa esclusivamente di cavalli), la “QLZFR” (“Qua la zampa fratello riccio”, il cui scopo, per statuto, è accontentare le persone che vogliono avere una spina nel fianco, tenendo in braccio, per esempio, un porcospino), oppure le due associazioni “Bracca il bracco anche se sbrocca” e “PrendiFIATO” (“Prendi Fido In Affido, Tenero Ominide”), che consentono di adottare segugi.
Su posizioni decisamente più oltranziste, gli animalisti baschi di “Corta el cabezon al hombre” (“Taglia la testa all’uomo”) – che si battono per mettere fuorilegge le corride – hanno tentato di esportare anche in Italia le loro iniziative, lanciando la campagna “AdottaTori” a Torino, ma, per un incauto errore da imputarsi all’improvvida organizzazione, hanno clamorosamente sbagliato location, sicchè l’accoglienza allo Juventus Stadium non è stata proprio come se l’aspettavano… Baschi a parte, l’ala dura di questo cartello animalista vorrebbe addirittura che fossero promulgate apposite leggi atte a parificare l’adozione di bambini con l’adozione di “pezzi di natura”.
Il leader di “Bracca il bracco anche se sbrocca”, Lupo El-Kan (pseudonimo dietro il quale si cela un attivista che è solito apparire in pubblico sempre indossando sul viso una maschera da cane lupo), pare sia riuscito a strappare una promessa addirittura a Silvio Berlusconi (il quale, a caccia di voti, non ha esitato ad affermare di essere contrario alla caccia, pur di non farsi impallinare in Parlamento). Lupo El-Kan ha garantito al Cavaliere che tutti gli aderenti della sua associazione sosterranno il Pdl, a patto che, in caso di vittoria elettorale, venga affidato a Michela Vittoria Brambilla un dicastero nuovo di zecca (anche la zecca, seppur piccola, è un animale, e come tale portatore di diritti inalienabili): il ministero delle Pari Zoopportunità.
Intanto sulla rivista di annunci fotografici “AdoZoom” si possono leggere innumerevoli messaggi di animali da adottare. Non ci credete? Ecco qualche esempio.
Adotta una scimmia! E’ un simpatico animale combinaguai. Pianta delle liane, e lasciale rampicare sul tuo condominio e su quello dei vicini: divertiti a Carnevale, con i tuoi amici, a vestirti e giocare a Tarzan. E mi raccomando: invita tante Jane!
Adotta una giraffa! Coltiva per lei un boschetto di acacie, di cui è ghiotta: con poca spesa avrai un comodo antifurto (i ladri non si sogneranno certo di approfittare del tuo balcone!) e, in caso di riparazioni del tetto, avrai pure una comoda gru, praticamente a costo e a impatto zero!
Adotta un pirahna! (L’associazione “Amici dei Piranha sì… ma senza mai farci naso-naso” hanno addirittura comprato, con tre annunci, un’intera pagina di “AdoZoom”: un vero e proprio atto d’amore per i loro amici dalla simpatica e caratteristica dentatura) 1) Basta con le discriminazioni sugli animali che portano sfortuna! Fatti sentire! E smettila di masticare amaro! (“Amici dei Pironha!”) 2) I nostri amici rispettano la tua salute: porta a casa un Tachipirànha e lui ti darà una mano. A modo suo: quando la tua temperatura corporea sale, infila un dito nell’acquario. Il suo modo, originale e al contempo affettuoso, di segnalarti la temperatura della febbre sarà di strapparti a brandelli una falange (se è sopra i 37), due falangi (se è sopra i 38) o tutta la mano (solo, però, se hai 40 di febbre!). Ma non urlare per il dolore: il Tachipirànha capirà che è il tuo modo di dirgli “Grazie della consulenza!”. (“Amici dei Tachipirànha”) 3) L’inquinamento marino, causato dai superalcolici versati dagli yacht in mare, sta uccidendo molte specie, soprattutto le più avide di cocktail, aperitivi e drink di vario genere: perciò adotta anche tu un Caipiranha (“Anonima Piranha Alcolisti”).
Adotta un formichiere! In regalo per te (e anche per lui!) un formicaio. Per chi non volesse il formichiere, è tuttavia disponibile la versione modello Ikea “Monta il tuo formicaio in fòrmica”, offerto dalla Hobby&Work (servono molto Hobby & un duro Work).
Adotta un trio! I nostri amici animali ce lo fanno capire come possono, ma chiaramente sono desiderosi d’amore. Magari non in macchina, di sicuro dalle stelle (sotto) alle stalle (dentro, ma anche fuori). Quel che è certo, è che anche per loro ci vuole un po’ di trasgressione. Perché “Famolo strano!” deve valere per tutti. Perciò, adotta un trio: l’alce, la bufala e il bue, cioè lui, lei, l’altro. Tra cornuti… l’intesa sarà perfetta, per strani giochi a sei corna! (ArciGay & ArciHorn).
Adotta un maiale! E’ il modo più ecologico per far secco l’umido. Ciò che non mangi diventa concime. Perché il maiale non butta via niente! Anche i ComicAstri – ci permettano i redattori di “Adozoom” – non butterebbero via niente del maiale…