Ieri, giovedì 17 gennaio 2013, Servizio pubblico, dopo lo straordinario successo di telespettatori (quasi nove milioni, record assoluto per La7) della scorsa puntata, in cui era ospite Silvio Berlusconi, torna con la presenza consueta di Michele Santoro, Marco Travaglio, Giulia Innocenzi e Luisella Costamagna. Si parla ancora di campagna elettorale ed elezioni: ospiti in studio il Presidente della Camera, nonché esponente di Futuro e Libertà, Gianfranco Fini, il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, e lesponente della Lega Nord, Matteo Salvini. La puntata è cominciata con l’usuale preambolo a cura di Santoro, molto atteso come una sorta di chiusura del cerchio rispetto alla trasmissione della scorsa settimana. Santoro incomincia con il dire che la puntata del 10 gennaio è stato un grosso successo di pubblico che nemmeno lui osava immaginare visto che si è giunti a uno share del 33% con una media di ascolti oltre gli otto milioni e mezzo. Santoro attacca i giornali italiani sia di estrazione di centrodestra che di centrosinistra che, invece di riportare i contenuti evidenziati nel corso della trasmissione, hanno dato grande enfasi al fatto che Berlusconi televisivamente parlando ne è uscito molto bene. Santoro non trova giusto che si sia titolato che Berlusconi abbia fatto share da solo, visto che comunque il programma ha di per sé un certo seguito e che comunque molti erano curiosi di vedere lo scontro Berlusconi-Travaglio oppure con lo stesso Santoro senza poi dimenticare Luisella Costamagna e Giulia Innocenzi. Altro punto su cui si è soffermato a lungo Santoro è quello riguardante larticolo presente sul sito del Corriere della Sera e nel quale si evidenzia che lui avrebbe consentito a Berlusconi di venire in trasmissione in quanto così facendo avrebbe attirato share e quindi maggiori profitti per se stesso, dato che il suo contratto con La7 si baserebbe sulle percentuali di share. Santoro smentisce questa visione in ragione anche del fatto che il suo contratto lo premia in base allo share fino alla soglia del 12%, soglia che viene raggiunta in media in ogni puntata da Servizio Pubblico. Inoltre, sconfessa quanti hanno detto che la presenza di Berlusconi a Servizio Pubblico gli abbia fatto guadagnare consenso visto che i sondaggi più favorevoli al Pdl evidenziano un recupero di circa 2,4 punti percentuali rispetto, però, al 13 dicembre 2012. Infine, riporta il contenuto di un articolo del giornale The Guardian, dove si fa senza dubbio presente che Berlusconi sia molto bravo nel districarsi in televisione, ma soprattutto si evidenzia come sia stato messo in difficoltà dalle pressanti domande smontando laccusa secondo cui a fargli dare le dimissioni nel mese di novembre 2011 sia stata una cospirazione ordita dal governo tedesco. 



Passando agli argomenti dibattuti nel corso del talk vero e proprio, il primo focus viene posto sul perché si sia arrivati alla rottura del rapporto politico tra Berlusconi e Fini. Fini rimarca come sia impossibile esercitare la democrazia allinterno del Popolo della Libertà, in quanto Berlusconi non ammette critiche politiche al riguardo del proprio operato e delle proprie idee. Poi rincara la dose evidenziando come si sia vergognato allorchè è stata votata la mozione per cui Berlusconi avrebbe chiamato la Procura di Milano nellormai famosissimo caso relativo a Ruby giustificandolo come motivo di bene supremo per lItalia e inoltre come sia disposto a tutto per raggiungere i propri obiettivi. Infine, Fini rileva come allepoca della sua fuoriuscita dal Popolo della Libertà, decise di non dimettersi credendo che sarebbe stato meglio per il Paese se lui avesse continuato a svolgere il proprio ruolo istituzionale.



La parola poi passa a Salvini che parla della volontà della Lega Nord di voler fare in modo che il 75% delle tasse pagate dai cittadini della Lombardia resti a disposizione della regione. Fini controbatte tale ipotesi definendola impossibile da realizzare e quindi pura propaganda politica, giacchè questo tentativo farebbe sì che fosse violato il principio di solidarietà delle regioni italiane. Inoltre, Fini rimarca come una buona parte dei prodotti delle aziende presente sul territorio lombardo in realtà venga fatto in altre regioni e questo farebbe si che le tasse risulterebbero pagate da altre regioni. 



Salvini attacca sottolineando come i soldi tagliati alla Lombardia e all’Emilia Romagna siano stati destinati per creare posti letto in regioni del sud quali la Calabria e la Puglia. Fini dal canto suo rimarca come la Regione Lombardia abbia più dipendenti pubblici della Regione Lazio e come d’altronde non si possa andare lungo questa direzione, in quanto a questo punto bisognerebbe chiedersi chi dovrebbe pagare le pensioni dei cittadini della Lombardia. Salvini risponde dicendo che debba essere lo Stato a farlo.

A questo punto sale in cattedra, è proprio il caso di dire, Marco Travaglio che nel corso del proprio classico intervento ad ampio respiro rimprovera a Fini, oltre che i rapporti avuti con Berlusconi, anche il fatto di aver parlato bene in tempi non sospetti di personaggi del Popolo della Libertà che poi sono stati oggetto di processi, come ad esempio Marcello Dell’Utri. Fini ammette che il suo più grande errore a livello politico è stato quello di sciogliere Alleanza Nazionale e quindi convogliare all’interno del Pdl dando la possibilità a Berlusconi di impadronirsi di tutto il proprio elettorato.

Si passa poi a parlare di questioni riguardanti il mondo del lavoro, con Landini, che, riferendosi ovviamente ai partiti che hanno governato negli ultimi anni, si chiede perché fare promesse elettorali che potevano essere state già fatte? Le ultimissime battute sono sulla politica di austerità voluta dal Governo Mario Monti con tanto di attacchi da parte di Salvini.