La contestazione che permea la società parigina dei primi anni Settanta è come un irresistibile profumo che accoglie e confonde i giovani francesi – e non solo – alla ricerca di una propria futura e più definita identità. Con leggera eleganza Olivier Assayas in Qualcosa nellaria ci regala una diapositiva della cultura e della società di quegli anni. Immagine definita nello sfondo, raccontato in maniera precisa, seppur lieve, e sfocata nei volti dei suoi giovani attori. Protagonisti convinti e talvolta passivi del fervore della contestazione, che diventa il motore delle loro azioni. Tutte, va da sé, finalizzate a mostrare il dissenso e lo spirito di lotta al nemico. Riunioni, volantinaggio, giornali di supporto alla contestazione, azioni di pacifica violenza. Con le mani sporche di inchiostro e frenetiche nelle nuvole di fumo che circondano le loro idee.
Assayas ci racconta il contrasto molto forte tra la convinzione verso certi pensieri e lindeterminatezza che pervade il futuro prossimo dei giovani protagonisti del film attraverso lo sguardo di Gilles. Artista, anzi pittore, ama Laure, bella ed evanescente quanto la pericolosa indefinitezza che la accompagna nelle sue scelte. Gilles guarda il mondo attraverso la propria arte, districandosi tra lattivismo che lo richiama e la mano che lo guida nelle sue opere.
La separazione da Laure e un incidente causato dal suo gruppo durante unazione notturna di contestazione lo convincono a partire per lItalia con il nuovo amore Christine e i suoi compagni. unestate di scoperta, la loro. In cui ognuno, lontano dai fumi parigini, seppur ancora sedotti dal potere della ribellione, vive con libertà e spirito davventura la propria apertura al domani. Mentre Gilles torna a Parigi per iscriversi allAccademia di Belle Arti.
a tratti stupefacente il garbo con cui Assayas tratteggia anni così delicati. In primis, perché il volto della lotta non è dipinto con caratteri scuri e duri. Non è ideologizzato il regista nel connotare politicamente il riquadro storico e sociale in cui vivono i suoi giovani protagonisti. Lascia spazio, così, alle loro lievi umanità. In cerca di una strada definita e del coraggio di intraprenderla.
Se c’è qualche cosa di rivoluzionario nella direzione di Assayas, è proprio questo. L’ardore dei suoi ragazzi nel seguire una strada e la rassegnazione nell’abbandonarla quando questa non si incrocia con il loro vero e unico sogno. Ispirazione e aspirazione. A costo di rinunciare a quanto fino a quel momento aveva rappresentato per loro l’amore, compagno di viaggio e avventura in quest’epoca di confusa ed estrema emotività.
Accade, così, che per alcuni di loro il mondo divenga la loro nuova casa. Per altri, invece, Parigi continua a essere lo sfondo delle proprie scelte. Con un significato nuovo. Non più culla materna, ma più adulta e consapevole scelta di vita.