Bisogna tagliare un po’ di spese. A cominciare da quelle sugli F35, che vanno assolutamente riviste. Le nostre priorità non sono i caccia. La nostra priorità è il lavoro: mica siamo qui a pettinare le hostess dellAeronautica Militare!. Parole di Pierluigi Bersani. Sotto accusa sono così finiti i 15 miliardi di euro che lItalia ha deciso di spendere per dotare la nostra aviazione di questi caccia multiruolo (possono essere utilizzati in difesa o per lattacco, più problematici, invece, gli inserimenti a centrocampo), di quinta generazione (il primo modello, con le ali di cera, fu utilizzato da un tal Icaro), con ali trapezoidali e carlinga carlingoidale, utilizzabile per supporto aereo ravvicinato anche di un certo tipo, bombardamento tattico e psicologico, missioni di superiorità aerea che possono sfociare addirittura in comportamenti palesi di altezzosità (così almeno lo descrive, in maniera un po criptica, lo Zingarelli, un vocabolario che sa tante cose perché le ha rubacchiate, svolazzando qua e là, in giro per il mondo).

Del resto, lF35 alle accuse e alle polemiche è abituato. Intanto il nome, che è tutto un programma. Come ci ha rivelato una fonte di altissimo grado del Pentagono, che avrebbe voluto rimanere anonima ma si è dileguata subito dopo la clamorosa rivelazione, il generale Fiuggi (da noi ribattezzato Fiuggi-Fiuggi),  la sigla F assume significati diversi a seconda delle varie lingue (in italiano, F come Fuffa, in inglese Fuck, di cui omettiamo lovvia traduzione, in tedesco Ficker, più o meno fregatura, in francese Faux, cioè fasullo, in spagnolo Fiable un gran casso!, cioè per nulla affidabile), mentre 35 indica il numero di difetti più o meno strutturali presenti sullaeromobile (questo dettaglio spiegherebbe perché nessun paese ha voluto lF350000). Non a caso è recente la notizia secondo la quale uno studio della Difesa americana ha scoperto che lF35 sarebbe inutilizzabile in caso di temporale, perché, avendo un serbatoio dallo spessore troppo esiguo, qualora venisse colpito da un fulmine rischierebbe di esplodere.

Non solo. Il Ministero dellAeronautica militare del Gabon (che ha deciso di acquistare pezzo per pezzo tutti i componenti per montare un solo esemplare, pagando con comode rate semestrali, vista la drammatica situazione dei conti pubblici dello Stato africano) ha individuato unaltra falla nella fusoliera che, se esposta alle alte temperature equatoriali, tenderebbe a fondersi.

E ancora: nelluggiosa Inghilterra la Royal Air Force ha studiato a lungo lF35: a causa della mancanza di tergicristallo e dispositivi fendinebbia/retronebbia, il caccia, in caso di pioggia, non potrebbe neanche decollare. Infine in Bhutan, dove i politici al governo non bhutano via proprio niente, si sono visti costretti a bhutare tutti i dieci F35 comprati in saldo in un mercatino dellusato a Zhengzhou, in Cina, avendo scoperto che il carrello per latterraggio aveva le medesime ruote dei carrelli della spesa utilizzati nei supermercati.

In Italia comunque, mentre i vertici dell’Aeronautica militare, riuniti segretamente in un hangar, hanno emesso un comunicato stampa in cui invitano a “non fare decollare inutilmente le polemiche”, dopo l’uscita di Bersani altri esponenti politici non hanno già preso posizione in materia.

Il primo a intervenire è stato Nichi Vendola, leader di Sel, che ha tuonato: “E’ ora di smetterla di hangariare gli italiani con queste angherie da hangar guerrafondaie: meno F35 e B52, più vitamine C e B12. Rimaniamo contro i caccia, contro la caccia, e questo è un dato di fatto come le coppie di fatto!”.

Anche Silvio Berlusconi ha voluto dire la sua: “Come Pdl abbiamo chiesto all’F35 di fare un atto di generosità e di non candidarsi ad aereo militare del futuro. Lo so, è una richiesta che ci fa star male, perché questi aerei sono stati a lungo perseguitati dai comunisti e dai giudici: sull’F35 non c’è nulla di concreto, in ogni caso resta sub judice. Un po’ come me! Ma non c’è ancora una sentenza definitiva. La scelta è difficile, perché sono velivoli che stimiamo. Questa è la patologia della nostra democrazia. Abbiamo una magistratura frequentata da persone che troppo spesso non hanno rispetto della dignità e libertà di volo dei caccia, finisce sempre che il 50% degli aerei sotto accusa viene poi trovato efficiente”.

A chiudere ogni polemica ci ha pensato invece una piccola forza politica: “Una volta tanto concordiamo con Vendola: basta con la caccia e i caccia; diamoci alla pesca e alle pesche!” Firmato, Magda Illam, leader di “Io amo, tu esca, viva l’Italia”, corrente scissionista della lista “Io amo l’Italia” di Magdi Allam.