Farsi male per star bene. Nella prima puntata di Lucignolo 2.0, andata in onda ieri sera, si è parlato anche di tutte quelle ragazze che decidono di farsi dei piccoli tagli su braccia o gambe per manifestare il proprio disagio e per provare quasi un briciolo di emozione. “Un giorno ho preso un coltello e mi sono tagliata sulla gamba – ha detto una ragazzina ai microfoni della trasmissione di Italia Uno – Da lì mi si è aperto un mondo quasi magico. Quello degli autolesionisti è un argomento molto serio e le testimonianze registrate sono forti: chi tira le testate al muro, chi si spegne le sigarette addosso e chi usa le lamette. Tagliarsi per sentirsi vivi, il self cutting è la drammatica conseguenza delle debolezze e insicurezze delle più giovani che non riescono ad affrontare gli alti e bassi delladolescenza, facendosi travolgere dalle paure. Per capire meglio di cosa si tratta abbiamo contattato lo psichiatra Alessandro Meluzzi, secondo cui “i comportamenti autolesionistici sono una classica manifestazione di una sintomatologica narcisista molto disturbata in soggetti con gravi problemi psicologici e psichici, che solitamente è correlata a un disturbo borderline di personalità”. Il più delle volte, questa pratica è anche espressione dell’assenza di alcuni passaggi fondamentali della crescita e dello sviluppo delle cosiddette relazioni “ad attaccamento a basi sicure”: la principale, ci spiega Meluzzi, “è quella tra la bambina e la madre, e poi via via verso la figura paterna, la dimensione famigliare e quella comunitaria. In una società molto labile nel garantire, tutelare, presidiare, nutrire e proteggere questi legami familiari – conclude lo psichiatra – non ci stupisce dunque il fatto che lautolesionismo diventi la manifestazione estrema e assolutamente scompensata di richiesta dattenzione prima ancora che di aiuto”.