E’ andata in onda ieri sera, alle ore 21.15 su Italia 1, la prima puntata di Lucignolo 2.0, il programma di approfondimento sul mondo dei giovani che in questa edizione ha fatto un passo verso il mondo della Rete. La storica voce che accompagna il viaggio di Lucignolo è sempre quella di Maurizio Trombini. Le telecamere si accendono innanzitutto a Baggio, quartiere alla periferia ovest di Milano, per indagare sulla delinquenza giovanile, “i piccoli boss di Milano”. Proprio negli ultimi tempi ha fatto molto discutere il caso della banda dei ragazzi di via Creta che seminava il panico tra gi abitanti della zona che, terrorizzati, riducevano quando possibile le loro uscite per la paura di finire dentro il mirino dei teppisti. Viene intervistato un ragazzino che, a volto coperto, racconta la sua esperienza in balia dei bulli. E come lui tanti altri, persino anziani e clochard. “Giocano a Il Padrino, pensano di essere loro la malavita organizzata”, sentenzia la giovane vittima. Questi i commenti di chi ogni giorni si è dovuto imbattere con questi piccoli boss: “Devi abbassare la testa quando passano loro”, “Qua non è Milano, è il Bronx”, “Alle 19 scatta il coprifuoco, non si può uscire. Abbiamo paura. È il regime del terrore”. Per il sollievo del quartiere, le forze dell’ordine hanno sgominato la baby-gang: quattro sono finiti in manette, uno solo è maggiorenne. “Il problema delle gang giovanili non è nuovo – spiega a IlSussidiario.net lo psichiatra Alessandro Meluzzi -. Sono formate da ragazzi difficili che hanno legami familiari incertissimi, che appartengono spesso a strutture di subcultura criminale, ma che si muovono anche in territori difficili che presentano una scarsissima attitudine a contenere e ad assorbire il fenomeno”. Come muoversi dunque? “Con misure repressive di certezza della pena – spiega ancora Meluzzi – Non c’è infatti atteggiamento peggiore di un atteggiamento buonista-giustificazionista, ma anche con delle misure che raccolgano i segnali di disagio, spesso legati a una totale assenza di prospettive di inserimento sociale”.



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