Domenica 20 ottobre, sarà ospite della trasmissione “Che tempo che fa”, condotta da Fabio Fazio su Rai Tre, Vito Mancuso, il quale presenterà la sua ultima fatica letteraria, “Il principio passione. La forza che ci spinge ad amare”. Nato a Carate Brianza nel dicembre del 1962, Vito Mancuso è un famoso teologo già noto per la sua collaborazione con il quotidiano Repubblica e docente di Storia delle dottrine teologiche all’Università di Padova, dopo aver ricoperto lo stesso ruolo presso la facoltà di filosofia del San Raffaele di Milano, negli anni compresi tra il 2004 e il 2011. Ha iniziato i suoi studi di teologia dopo aver ultimato gli studi al liceo classico statale di Desio, in provincia di Milano, frequentando le sedi di Saronno e di Venegono. Una volta ultimato il quinquennio, è stato ordinato prete nel Duomo di Milano, il 7 giugno 1986, dall’allora Cardinale Martini, per poi chiedere la dispensa dall’attività pastorale, al fine di dedicarsi esclusivamente allo studio, dopo un solo anno di pratica.Proprio su indicazione del cardinal Martini, figura di grande riferimento spirituale per lui, Vito Mancuso ha poi deciso di vivere per un biennio a Napoli, ospitato dal teologo Bruno Forte, allo scopo di conseguire il secondo grado accademico. Proprio mentre proseguiva gli studi che lo avrebbero portato a conseguire il dottorato, ha iniziato la sua intensa attività editoriale con case come Edizioni Piemme, San Paolo e Arnoldo Mondadori. Ricevuta la dispensa dal celibato, ha potuto sposarsi nella chiesa di Santa Maria del Suffragio con la sua compagna Jadranka Korlat, un ingegnere civile, dalla quale ha poi avuto i figli Stefano e Caterina, nati rispettivamente nel 1995 e nel 1999.
La sua attività editoriale ha suscitato grande interesse da parte di un vasto pubblico il quale ha dimostrato di apprezzarne enormemente le posizioni eterodosse e, soprattutto, non allineate con quelle delle gerarchie ecclesiastiche e che contrastano spesso con il dogmatismo rigido delle stesse. Tra di essi vanno ricordati “Lanima e il suo destino” (edito da Raffaello Cortina, nel 2007), “Dio e l’angelo dell’abisso” (uscito nel 1997 con prefazione di Mario Luzi presso l’editore Città Nuova), “Per amore, rifondazione della fede” (pubblicato da Mondadori nel 2005) “Io e Dio Una guida dei perplessi”, (edito presso Garzanti, nel 2011) e “Conversazioni con Carlo Maria Martini” (uscito nel 2012, a opera di Fazi Editore). Libri che hanno spesso stimolato un serrato dibattito intellettuale e hanno saputo parlare con linguaggio facilmente comprensibile di tematiche spesso ostiche, raggiungendo in alcuni casi oltre centomila copie di vendita, tanto da essere tradotti anche all’estero. Non senza sollevare serrate polemiche, se solo si pensa che secondo La Civiltà Cattolica, considerata la voce ufficiale dei gesuiti, il teologo lombardo nega o svuota una buona dozzina dei dogmi sui quali si fonda la Chiesa cattolica sposando infine il razionalismo. Anche Don Gianni Badget Bozzo ha spesso rivolto i suoi strali contro Mancuso, arrivando ad accusarlo di gnosticismo, imitato in seguito da Enzo Bianchi su Famiglia Cristiana, innescandone la replica sulle colonne di Repubblica. Da ricordare inoltre il giudizio di Monsignor Piero Coda, il quale è stato relatore della sua tesi di dottorato, che pur prendendo le distanze dalle sue affermazioni, ha riconosciuto a “L’anima e il suo destino” la funzione di opera intelligente e documentata, in grado di accendere una discussione interessante sulla teologia e sulla sua funzione.
Nella trasmissione di Fabio Fazio, Mancuso sarà chiamato a discutere della sua ultima opera, incentrata sul tema dell’amore e sul posto che lo stesso occupa nel mondo e nella società contemporanea. Amore visto come fondamento per l’armonia delle relazioni e teso a raggiungere la logica cosmica. Arrivando ancora una volta a una tesi in grado di provocare grande polemica, in base alla quale il caos non sarebbe peccato, ma semplicemente l’indeterminatezza in grado di far scoccare la scintilla della libertà, base necessaria per la maturazione dell’amore. Una tesi che arriva a proclamare l’insensatezza del dogma riguardante il peccato originale e che è l’ennesima conferma della grande originalità delle tesi di un teologo che non ha esitato in passato a dichiararsi a favore della contraccezione, della fecondazione assistita e dell’uso delle cellule staminali embrionali che ne derivino. Anche sul principio di autodeterminazione che sarebbe alla base del testamento biologico, Mancuso non ha esitato a schierarsi in maniera sgradita alle gerarchie ecclesiastiche, arrivando ad uno scontro serrato sui temi di carattere etico tali da portarlo ad essere considerato un campione della laicità.