Nella puntata andata in onda venerdì sera, Crozza ha riproposto il nuovo personaggio di quest’anno, il “mentalista” Matteo Renzi, intento a parlare al convegno della Leopolda. Un Matteo Renzi, capace di svincolarsi dalle domande che gli vengono rivolte, attraverso la sua abilità di spostare l’attenzione su altre questioni. Questa capacità viene subito dimostrata da Renzi quando Andrea Zalone gli chiede se la Bindi dovrebbe dimettersi dall’antimafia, e lui sposta il discorso sulla mafia, distraendo l’intervistatore con citazioni di Leonardo Sciascia e incomprensibili scioglilingua e giochi di parole. Crozza in versione Renzi parla poi del suo approccio, molto particolare, alla mafia, quello che punta a combatterla con l’arma del sorriso. Renzi finisce poi per cimentarsi in esperimenti di mentalismo con il suo intervistatore, indovinando dove quest’ultimo vuole andare in vacanza.



Crozza parla poi di immigrazione, mostrando come il nostro sia un paese multietnico. Racconta di tutti gli immigrati che contribuiscono al nostro PIL, della Bossi-Fini e delle contraddizioni e dell’inutilità del reato di clandestinità, delle prossime risoluzioni europee (“Italiani, non mettete le dita nella presa, non correte con le forbici in mano”). Ne ha anche per Beppe Grillo e la sua inflessibilità sui programmi politici. Grillo si materializza nello studio, prendendosela con l’intervistatore, scambiato per uno dei tanti giornalisti “che tagliano e fanno il loro servizietto”.



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