Per fare un tavolo ci vuole il legno / per fare il legno ci vuole lalbero / per fare lalbero ci vuole il seme / per fare il seme ci vuole il frutto / per fare il frutto ci vuole un fiore / ci vuole un fiore, ci vuole un fiore / per fare un tavolo ci vuole un fio-o-re. Sergio Endrigo mai si sarebbe immaginato che la sua canzone, datata 1974, sarebbe tornata di stretta attualità stante la crisi che non demorde, anzi, rilancia. Per fare un tavolo ci vorrà pure un fiore, ma anche tanto olio di gomito. E pure un bel po dingegno!  E se la crisi lo aguzza (lingegno), gli italiani, che sono sempre stati un popolo di eroi, santi, poeti, artisti, navigatori, trasmigratori, si ritrovano oggi a essere pure dei bricconi (nel senso del bricolage, beninteso!).

La passione per il fai-da-te casalingo sta vivendo unetà delloro. Complici anche la necessità di risparmiare e le agevolazioni sulle ristrutturazioni edilizie, ormai un italiano su due imbianca (laltro gli passa i pennelli), il 62% rinnova il bagno (il restante 38% preferisce fare la doccia nel bagno come nuovo), il 41% sostituisce le vecchie piastrelle (qualcuno preferisce sostituire la moglie invecchiata con qualcosa, o meglio, qualcuna un po più moderna!) e cè pure un 2% di italiani che cambiano la credenza (il sondaggio non specifica se quella religiosa o la dispensa dove si conservano i cibi). Insomma, non cè più danno, guasto, riparazione o montaggio che spaventi. E per aiutare questi ardimentosi faticatori dellhobby domestico pullulano anche le iniziative commerciali dedicate alla brico-mania.

la catena di negozi del fai-da-te per i milanesi, cioè per chi non ha tempo da perdere. Detto e fatto, il mobile ce lo si ritrova tutto già belle montato a casa propria. Se poi gli addetti al montaggio sono particolarmente lenti, è data facoltà al cliente di sollecitarli con una strigliata o, meglio ancora, menando le mani. Una volta che il bel complemento darredo farà la sua porca figura in qualsiasi locale della nostra amatissima dimora, si potrà allora confidare agli amici con malcelato orgoglio: Sapete, questo mobile lho fatto montare io con le mie mani.

il supermercato dove un pollice verde trova tutto ciò che gli serve per il giardinaggio: dai prodotti più arcaici e tradizionali, come le zappe, alle applicazioni informatiche più sofisticate come le zapp, che offrono informazioni utili, scaricabili su smartphone o tablet, in merito a ogni terreno da smuovere o coltivare. Caratteristica principale della catena LomBrico è che ogni centro commerciale si estende lungo cunicoli posti sottoterra. Qui tutti i clienti si muovono molto velocemente, perché nessuno vuole essere seminato.

 È BELLA. Sono i negozi in franchising dov’è possibile reperire qualsiasi tipo di vite: vite TC (testa cilindrica, per la sua forma particolare meglio conosciuta come “vite a testa di c…”), vite testa a bottone, vite testa tonda, vite TMT (testa mezza tonda), vite TPS (testa piana svasata), vite TGS (testa goccia sego), vite autofilettante, vite autoperforante, vite automaschiante, acquavite (vite autotraballante con la testa che gira). Gli appassionati dei tour in questi vitali centri specializzati, organizzano dei meeting (conosciuti come “giri di vite”), che possono durare anche tutta la giornata (qualcuno dice addirittura che ci passano tutta la… vite); nel break del mezzogiorno, poi, è possibile degustare del brodo fatto con il dado e filetto di manzo elicoidale.

 È la versione più funny, e pure un po’ crazy, della grande catena svedese di mobili e attrezzature per la casa. In questi negozi, un’idea folle può diventare realtà da montare con le proprie mani in pochi semplicissimi passi.  Qualche esempio? Volete costruirvi una grande area chiusa dove organizzare concerti e grandi kermesse ballerine e danzaiole? Per voi, a soli 499,99 euro, c’è “Mak Arena”, completa di parquet iroko, anti-graffio, anti-urto, resistente anche al tacco di scarpa più appuntito. Dopodomani è la festa di Halloween: vi interessa un armadio instabile dove nascondere i vostri scheletri? Allora “Traballant” è ciò che fa per voi. A soli 258 euro, vi assicura un doppiofondo segretissimo che neanche un personaggio curioso, come solo la vostra portinaia sa essere, potrebbe scovare, neanche campasse cent’anni (e non è certo un augurio, il nostro!). Da non perdere le ultimissime offerte: il letto a sei piazze per fare comodamente le orge (“Sextorgs”) o la pinza per spremere le meningi (“Tang Utdrag-Hjarna Mumble Mumble”).

L’HOBBYTORIO. Un vero e proprio supermercato dell’usura (nel senso di deterioramento), dove gli appassionati di fai-da-te portano i loro attrezzi ormai inutilizzati, perché invecchiati o logorati dal troppo uso. Qui vengono posti in speciali contenitori, i “sepolcri imbiancati”, così chiamati perché questi open space si avvalgono ancora della collaborazione di qualche vecchio “reduce” del fai-da-te di una volta, che per impiegare il tempo “deve” assolutamente imbiancare qualsiasi cosa gli capiti a tiro di pennello. Particolarmente toccante è la cerimonia di consegna, a chi sta al di là del bancone, delle punte logore o rotte, in ogni caso obsolete, di un trapano: un’operazione che prende il nome di “trapasso nell’al di là”. Anche alle corde – di canapa, di iuta o colorate, utilizzate per maniglie, corrimani o rivestimenti di sedie e sgabelli fai-da-te – è riservato uno stand ad hoc, dove ricevono il giusto tributo per l’oscuro ma decoroso lavoro svolto negli anni: questo locale è indicato dal cartello “Onoranze fune-bric”.