Santoro non si sente italiano e le note di Gaber lasciano allo spettatore il tempo di capirlo: «Cosa sono stati questi immigrati per i governi degli ultimi anni? Solo un problema da scaricare. La puntata è dedicata a Berlusconi, che dà il titolo alla trasmissione con la frase di Guareschi citata dal Cavaliere pochi giorni fa, in unintervista a Panorama: «Non muoio neanche se mi ammazzano; ma il dramma di Lampedusa entra come un filo parallelo, che Santoro intreccia con insistenza e – talvolta – con poca precisione.



Il servizio di apertura di Bertazzoni cerca di raccogliere le voci dei protagonisti – in grande e in piccolo – dellavventura attorno alla fiducia al governo: da Razzi a Scilipoti, da Schifani a Verdini, il video raccoglie molte tensioni e qualche vaffa. Quando la diretta torna a Cinecittà, attorno al conduttore si trovano Alessandra Moretti del Pd, il ministro della difesa Mario Mauro, Alessandro Sallusti e il solito Marco Travaglio. Santoro dà subito voce al ministro, che commenta il lutto consumatosi al largo dellIsola dei Conigli: «Chi esce sconfitto dal dramma di oggi sono lo Stato e le coscienze. Certo il bisogno è epocale e gli strumenti italiani sono relativamente incisivi, per questo è necessario un intervento europeo. Alle dichiarazioni di Mauro segue lintervento da Lampedusa del sindaco Giusi Nicolini, secondo cui «ora bisogna alzare la voce e chiedere i corridoi umanitari. vero che qui si dà il massimo, ma non vogliamo più contare i morti.



In studio si apre la discussione sulla crisi politica e Travaglio si lancia su Berlusconi, sostenendo che quella del Cavaliere è tuttaltro che una sconfitta: «Il governo non è caduto e i transfughi non si capisce se lo sono o no. Le colombe si divideranno in mille correnti, intanto il titolo Mediaset è salito e il partito non si sfascia. Poi la parola passa ad Alessandra Moretti, che racconta lansia dei giorni scorsi, a cui è seguita la «sceneggiata di Berlusconi: «Quando ha capito che stava perdendo ha fatto un colpo di teatro costato milioni di euro. Ma finalmente una classe politica che per anni ha chinato il capo come un gregge di pecore ha alzato la testa. Dopo lintervento della deputata del Pd, Santoro cede la parola a Sallusti, che invita a sfatare il mito della grande incidenza delle parole del Cavaliere sulla sensibilità dei mercati; per il direttore del Giornale dietro la crisi del centrodestra si trova un piano delle cancellerie internazionali, come per il governo Monti, ma il ministro Mauro smorza il complottismo e sottolinea che il leader del centrodestra è uscito sconfitto dal confronto interno: «Il segretario ha dato una linea, Berlusconi ha puntato per la sfiducia, alla fine ha vinto chi sosteneva Alfano.



La puntata di Servizio pubblico si sofferma poi sui sondaggi, che calcolano le ipotesi di nuove alleanze nel centrodestra: di fronte alla caduta di Scelta Civica (4%) e alla maggioranza del centrosinistra, un’ipotesi di “nuova Dc” che contenga Monti, Lupi, Alfano, Mauro e altri esponenti moderati vedrebbe un potenziale del 20%, esclusa Forza Italia. E tra un retroscena dell’Huffington Post, secondo cui Alfano avrebbe chiesto la testa di Verdini, Santanché, Bondi, Brunetta e Sallusti per rientrare nel partito, e un servizio sulla provincia di Rovigo alle prese con la nuova tassa sui rifiuti, compare un aspro dibattito tra Vauro e il ministro Mauro sugli F35. Il vignettista chiede perché si spendano soldi per gli aerei da guerra e poi si facciano discorsi sui migranti, e Mauro risponde spiegando che «lo scopo della comunità internazionale è perseguire la pace con la giustizia: bisogna contenere i conflitti e interporsi nelle zone dove la gente muore per la guerra. Siamo in Afghanistan da 10 anni e i risultati si vedono: prima c’erano pochi giovani che potevano andare a scuola, mentre oggi sono la maggioranza. Abbiamo costruito 120 ospedali e sono rinate le imprese». E quando Vauro lo interrompe gridando che «la pace non si costruisce con i caccia», il ministro perde le staffe: «Questa è demagogia ridicola! Non avete il cuore per parlare della pace, perché siete abituati a farla nei salotti. Volano da quarant’anni aerei che ora devono essere sostituiti e ne togliamo 246 sostituendoli con 90».

La seconda di Santoro non stupisce per le novità, ma d’altronde il format è ormai consolidato e stravolgerlo non sarebbe certo conveniente, soprattutto per la scadente “gabbia” di Gianluigi Paragone. Le novità sono sicuramente l’ingresso dei sondaggi, che ora faranno parte del dibattito in studio, e il tentativo di chiedere a Travaglio vaticini sul futuro della politica: una prova che non riesce molto, perché le previsioni del giornalista sono sempre retroattive o una raffica nel mucchio: se ogni volta aveva capito tutto, perché non parla mai per tempo?