E’ partita direttamente dalla Basilica di San Francesco ad Assisi la prima puntata della nuova stagione di “Ulisse” dedicata al Santo che ha saputo raccogliere intorno a sé miliardi di persone con la sua umiltà e semplicità. Alberto Angela ha guidato i telespettatori in un viaggio in quella che era l’Italia del XIII secolo, ripercorrendo l’intera vita di San Francesco. Sei milioni sono i visitatori che ogni anno arrivano ad Assisi per ammirare la Basilica superiore e quella inferiore, contenente la cripta con la tomba di San Francesco. L’edificio è uno dei primi esempi di architettura gotica in Italia ed è decorata dal ciclo di affreschi di Giotto che raccontano la vita del santo, dalla nascita alla morte. Guardando da vicino i riquadri, tramite un carrello elevatore, Alberto Angela ha avuto modo di mostrarci tutti i dettagli, come la scena in cui Francesco dona il proprio mantello a un cavaliere caduto in disgrazia. Quest’ultimo guarda il suo benefattore con stupore, quasi incredulo, e la scena a distanza di centinaia di anni dalla sua realizzazione sa ancora emozionare chi la osserva. Tutto in questi dipinti è estremamente realistico, con paesaggi veri fatti di città ma anche di foreste e sono rese bene sia la prospettiva che le tre dimensioni.Analizzare la vita di San Francesco sulla base dei documenti, significa scoprire la sua vera identità, al di là di molte leggende la cui attendibilità si rivela a volte dubbia.



Nato nel 1181 o 1182, egli in realtà fu battezzato con il nome di Giovanni. Francesco era dunque per lui soltanto un soprannome, forse riferito al fatto che il padre Pietro si recava spesso in Francia per acquistare stoffe. Francesco non era un mistico, come lo si può immaginare, ma era invece abituato a vivere in città, nella sua città, che era Assisi. Egli apparteneva alla classe dei mercanti, che si contrapponeva a quella dei nobili. Da giovane, il suo più grande sogno era quello di diventare cavaliere, poi l’orrore della battaglia sul campo e l’esperienza del carcere lo fecero ricredere. Nel frattempo ad Assisi viveva anche una ragazza di nome Chiara, che era stata destinata alle nozze dai suoi genitori ma che non aveva alcuna intenzione di sposarsi. Si trattava di Santa Chiara. Due sogni furono decisivi nelle scelte di Francesco. Quando sentì una voce che gli chiedeva di seguire il padrone, capì di dover abbandonare definitivamente la via della spada. Ma quale poteva mai essere la via del padrone? Questo gli fu chiaro quando un giorno gli capitò di incontrare un lebbroso e anziché fuggire come facevano tutti lo abbracciò e lo baciò. Questo, almeno, è quanto raccontano i suoi biografi, secondo i quali dietro quel lebbroso si nascondeva Cristo, che voleva mettere alla prova Francesco.



Ma fu pregando di fronte al crocifisso di San Damiano che egli decise di dedicarsi al restauro di quella piccola chiesa di campagna. Dopo il processo che lo portò a separarsi definitivamente dalla sua famiglia per seguire il Signore, Francesco iniziò a frequentare per mesi e mesi le grotte dei dintorni di Assisi, mentre la gente gli portava in dono cibo e oggetti utili. Ben presto egli non sarebbe stato più solo perché in molti avrebbero deciso di seguirlo. E’ straordinario, infatti come il santo sia riuscito a diffondere le sue idee tra gli italiani del tempo, i quali evidentemente sentivano un grande bisogno di spiritualità.Oggi sul luogo della grotta di San Francesco si erge il cosiddetto Eremo delle Carceri, un posto isolato dal mondo circostante e immerso nella natura. All’interno si conserva in una vetrina persino il poggiatesta su cui, secondo la tradizione, San Francesco dormiva all’interno della sua grotta. Si tratta di uno dei luoghi più venerati della cristianità, che colpisce proprio per la sua semplicità. Le riprese dall’alto consentono di percepire quanto impervi fossero quei luoghi. Arrivò poi il giorno in cui Francesco dovette recarsi a Roma, al cospetto di Papa di allora, Innocenzo III, per chiedergli di approvare ufficialmente il suo modo di vivere il Vangelo. 



Di nuovo dall’interno della Basilica Superiore di Assisi, Alberto Angela ha voluto far rivivere ai suoi telespettatori i fatti accaduti in quella terribile mattina di settembre del 1997, quando il terremoto danneggiò fortemente l’edificio e la sua decorazione, provocando un crollo parziale delle volte. I restauri apportati hanno ora fatto in modo di proteggere la struttura da eventuali possibili scosse che potrebbero verificarsi in futuro. In primo luogo sono state realizzate delle apposite costolature esterne a protezione delle singole volte e con esse anche delle cinture metalliche per direzionare il peso in modo intelligente e proporzionato.

Tornando alla vita di Francesco, ecco che lo ritroviamo negli affreschi mentre sta salvando la Basilica di San Giovanni in Laterano che sta crollando. Del resto, il suo incontro con il Pontefice si era concluso con un vero e proprio successo per quello che tutti conoscevano come il poverello di Assisi. Ottenuta l’approvazione papale, egli poté dunque tornare ad Assisi. La sede ufficiale del suo Ordine era la basilica di Santa Maria degli Angeli, ubicata subito a valle della città. Ai tempi di Francesco qui vi era solo la Porziuncola, una piccola chiesetta sulla quale solo diversi secoli dopo sarebbe sorta la più ampia chiesa barocca. E’ a questo punto che la vita di Francesco si incrociò di nuovo con quella di Chiara, seguace del santo e fondatrice dell’ordine delle Clarisse. Lei e le sue sorelle sarebbero vissute solo di carità e dei frutti del loro lavoro. Il suo rapporto con Francesco sarebbe rimasto sempre vivo e secondo la tradizione il santo si sarebbe recato spesso da Chiara per chiederle consiglio. La morte colse Francesco nel 1226 e appena quattro anni dopo il suo corpo sarebbe stato portato all’interno della Basilica inferiore, dove si trova tuttora.