Forse qualcuno dirà che Morandi ha appena sfornato il suo nuovo disco e che le due serate non potevano essere che una marchetta musicale. Ma non è stato così. Anche la seconda serata è partita con la musica e senza sermoni. Questa volta ha salutato, lunedì no, ma Gianni non è Cele e preferiamo che canti. Anche ieri sera e partito con un inno alla vita e alla speranza, Bisogna vivere io voglio vivere (Bisogna vivere) e poi, Ma se il mio cuore spera non sarà solo una chimera (Chimera). La prima canzone è del nuovo album, dirà un mio amico detrattore. E allora?
Io parto dal presupposto che chi sale sul palco esprime ciò che sente e che vuol dire. E Morandi non ha certo bisogno di smarchettare.
Dopo tre canzoni è arrivata Rita Pavone ed è partito un duetto eccezionale. Un medley con le loro più famose canzoni in cui le qualità vocali di Rita-Gianburrasca sono emerse incredibilmente nonostante i suoi 68 anni. E il Gianni (69 da compiere) si è inchinato ai suoi piedi.
Non poteva mancare un comico: il furbissimo Checco Zalone, che ha camminato sulla riga dellambiguità con la canzone sul macheron della Barilla. Il video era già in rete da giorni. Poi varie battute su Berlusconi impegnato nel sociale. Questa sì che è stata una marchetta. Zalone era lì per lanciare il suo film in uscita a fine ottobre. La canzone su ovaie e spermatozoi se la poteva risparmiare.
Ma, andate a leggere i testi di Varietà (In questo grande immenso bisogno damore che ho…) e Il mio amico e ditemi se non cè unapertura e una ricerca del bene in queste due canzoni. Lultima lha cantata con il figlio Marco. Cera una commozione palpabile e visibile. La plasticata Cher in versione Grease si poteva anche evitare. Patetica. Chissà poi se lei e Morandi si conoscevano veramente. Non credo. Amy Stewart, Nina Zilli e Noemi, queste sì che le conosce e, mi dispiace, non cè Cher che tenga contro le loro capacità vocali.
Dulcis in fundo, un duetto con unaltra donna dalla voce graffiante, Bianca Atzei.
Spero che nessuno accusi il Gianni di essere maschilista, visto la quantità di brave e (alcune) anche belle donne, che hanno partecipato a questa seconda serata. Gli ascolti anche ieri sera non sono stati quelli di Cele: la prima parte ha avuto 6.400mila spettatori, con quasi il 23% di share, mentre la seconda parte è arrivata al 25%, ma con meno teste.
Fiato ora alle pagelle
Morandi. La prima sera lha incentrata con le canzoni volte alla speranza. Nella seconda non è stato da meno. Grande cantante. Voto 7/8, visto che è leterno ragazzo, potrà sempre migliorare.
Fiorello. Number one. Canta, imita, fa battute sagaci su Berlusconi, ma non è irritante. Sul palco è a suo agio, naturale. Showman nato. Voto 8. Inarrivabile.
Carrà. Povera, mi ha fatto una grande tenerezza. L’ho conosciuta nel 1988, ma gli anni passano per tutti, anche per… me. Voto 6, di stima per la sua grande carriera.
Morricone. E, il maestro, pluri-Oscar, lemme lemme è venuto da Morandi. Voto 8, perché è il Maestro e per la sua umiltà.
Orchestra. Cento giovani orchestrali da tutta Italia. Musica live. Morandi ha rischiato su di loro e non è rimasto deluso. Bravi. Voto 7, hanno comunque tanta strada davanti.
Regia. Cenci, già regista di fama di Campioni (ve lo ricordate?) e di Io canto, ha svolto il suo lavoro la prima sera pensando che Morandi suonasse metal. La seconda serata è stata meno schizofrenica. Voto è facile parlare…
Rita Pavone. Per me è ancora il piccolo Gianburrasca della mia infanzia. Canta e si muove come una… giovincella. Voto 8, altro che Cher.
Checco Zalone. Ormai è una star, ma si ripete un po’ troppo. E l’esibizione e stata veramente sottotono. Tre canzonette da Colorado e un paio di battute. Voto 5 svogliato e deludente.
Cher. Bang bang, più che la canzone, ci voleva una pistola vera. Per spararle. Voto 4, almeno la Carrà faceva tenerezza.