Tra gli ospiti della nuova puntata di Che tempo che fa, c’è una vecchia e gradita conoscenza degli appassionati di tennis, Andre Agassi, uno dei migliori giocatori in assoluto degli anni ’90 e uno dei più grandi personaggi mai espressi dallo sport in assoluto. Nato nel 1970, figlio di un iraniano trasferitosi negli Stati Uniti, Emmanuel Agassian, uno sportivo che aveva preso parte a due Olimpiadi in qualità di pugile per il suo paese natale, sin da piccolo Andre Agassi ha dovuto sottoporsi a massacranti allenamenti voluti dal padre al fine di trasformarlo in un campione del tennis, come aveva cercato di fare con gli altri tre figli. Allenamenti impegnativi, che lo hanno portato a detestare il gioco, prima di capire che proprio quelle massacranti sedute lo avevano predisposto a diventare un fuoriclasse. 



L’avvenimento decisivo nella sua carriera è stato però il trasferimento alla corte di Nick Bollettieri, in Florida, una delle accademie più ambite dell’epoca e, soprattutto, più costose. Dopo i tre mesi preventivati, è stato lo stesso Bollettieri, dopo aver notato il suo talento, a farlo rimanere gratuitamente per i mesi successivi, avendo capito in anticipo la possibilità di farne un campione. Proprio i rigidi costumi dell’accademia, tra l’altro, hanno spinto Agassi ad adottare quei primi moti di ribellione che sarebbero poi sfociati negli anni successivi nell’anticonformismo che ne ha fatto un vero idolo delle folle.



L’inizio della sua carriera professionale è avvenuta nel 1986, quando ha esordito in un torneo a La Quinta uscendo al secondo turno contro lo svedese Mats Wilander, altro campione della sua epoca. Da quel momento è iniziata la scalata al vertice delle classifiche. Nel 1987 ha vinto il suo primo torneo, chiudendo l’annata in 25ma posizione nel ranking mondiale. Il 1988 è stato invece l’anno della definitiva consacrazione, con ben sei tornei vinti e le semifinali negli slam di Parigi e degli Stati Uniti. Era cominciata la lunga frequentazione con gli atti conclusivi dei grandi tornei, che lo avrebbe infine portato a vincere ben quattro edizioni degli Australian Open, due US Open e una volta ciascuna a Parigi, sulla terra battuta, e a Wimbledon, sull’erba. E’ stato uno dei solo sette tennisti capaci di riuscire nell’impresa, insieme ad altri miti come Nadal, Federer, Perry, Budge Laver ed Emerson.



Il suo stile di gioco è stato assolutamente inconfondibile, con una straordinaria capacità di anticipare le mosse dei propri avversari e di stroncarli sul ritmo, in particolare con il palleggio da fondo campo. Straordinario nelle risposte al servizio, anche quelli più ostici, ha invece difettato nei colpi di attacco, particolare mai curato anche perché, per sua stessa ammissione, gli altri colpi erano già sufficienti per poter vincere la grande maggioranza delle gare.

Oltre al gioco, quello che lo ha fatto diventare una vera e propria icona del tennis è stato il suo modo di tenere il campo e di comportarsi come una sorta di rock star. A dare una ulteriore connotazione divistica al giocatore americano hanno poi contribuito le sue vicende sentimentali, in particolare quella con l’attrice Brooke Shields, sposata nel 1997. Un periodo molto controverso, che lo ha spinto ad un clamoroso appannamento di forma, tale da prefigurarne un rapido addio ai campi da gioco, nonostante la giovane età. 

Proprio la separazione, ha invece permesso ad Agassi di tornare a giocare sui consueti livelli, anche grazie allo stringersi del rapporto con Steffi Graf, una delle migliori giocatrici di ogni epoca, con la quale si è poi sposato e dalla quale ha avuto due figli, Jaz Elle e Jaden Gil.

Negli ultimi anni si è tornato a parlare di Andre Agassi per la sua confessione, rilasciata tramite l’autobiografia Open, di aver usato metamfetamine durante la sua carriera, mentendo dopo essere stato colto in fallo durante un controllo antidoping. In quella occasione, infatti, il tennista americano ha spiegato la sua positività affermando di aver bevuto un cocktail contenente la sostanza dopante, ma a sua insaputa. Una confessione seguita poi dalla giustificazione in base alla quale il rapporto con Brooke Shields lo aveva duramente provato, che però non è piaciuta molto ad altri campioni come Boris Becker, Martina Navratilova, Roger Federer e Sergej Bubka. Una ammissione seguita poi da quella forse ancora più clamorosa, in base alla quale la folta criniera esibita negli anni d’oro, era in effetti un semplice parrucchino.