Desta particolare sensazione, tra gli ospiti della nuova puntata di Che tempo che fa, la presenza di Sting, uno dei maggiori protagonisti della scena musicale degli ultimi decenni, prima coi Police e poi come solista.

Il vero nome di Sting è Gordon Matthew Sumner ed è nato a Wallsend, nell’ottobre del 1951. Sin da piccolo ha iniziato a suonare e ben presto la musica è diventata per lui una professione. Dopo aver fatto parte di band di secondo piano, la svolta è arrivata nel 1977 quando ha conosciuto Stewart Copeland, un batterista americano, formando con lui e con un chitarrista corso, Henri Padovani, i Police. Rimpiazzato Padovani con il più esperto Andy Summers, il gruppo era pronto per entrare nella leggenda.



Il loro primo album è stato Outlandos d’amour, un lavoro autoprodotto nel 1978 dalle sonorità punk, contenente brani come Roxanne poi diventati veri e propri classici. Il grande successo è però arrivato l’anno successivo, con Reggatta de blanc, con la sua miscela di reggae’n’roll simboleggiata al più alto livello dal brano Message in a bottle. Il lavoro è riuscito ad issarsi al primo posto della classifica britannica, dando la popolarità planetaria al gruppo, che da quel momento non ha praticamente fallito un colpo.

Tra i loro più grandi successi, vanno ricordati brani come Every breath you take e Invisible sun, oltre a album del calibro di Synchronicity, rimasti vere e proprie pietre miliari nella storia del rock. Il loro scioglimento, avvenuto nel 1984, anche se mai ufficializzato, dovuto ai crescenti dissidi tra i tre componenti del gruppo, ha lasciato orfani milioni di fan in ogni parte del mondo, che hanno però potuto consolarsi con l’attività solistica inaugurata in particolare da Sting. Iniziata nel 1985, essa ha visto l’artista di Wallsend premiato all’inizio da ottimi riscontri in termini di vendita e da recensioni spesso lusinghiere, per poi disperdersi lentamente, soprattutto con l’arrivo del nuovo millennio. Un periodo nel corso del quale ha saputo invece mettersi in luce come compositore di colonne sonore per il cinema. In questo periodo, infatti, Sting ha composto brani per alcuni film di grande impatto come Ritorno a Cold Mountain, ottenendo ben tre nomination all’Oscar per il miglior brano. 

Una frequentazione, quella con il cinema, di lunga durata, se si pensa che Sting ha dato vita ad alcune recitazioni iniziate nel 1979 con Quadrophenia, l’opera tratta dal famoso album degli Who. Tra le parti ricoperte, va ricordata in particolare quella nel film Dune (1984), in cui ha interpretato Feyd-Rautha Harkonnen, un personaggio dotato di intelligenza, ma al contempo perverso, che è stato lodato dalla critica. 

Per quanto concerne la sua vita privata, va ricordato il primo matrimonio contratto con Frances Tomerty, una attrice irlandese sposata nel 1976, da cui ha avuto due figli per poi separarsi nel 1982, e il legame ben più intenso con Trudie Styler, attrice e produttrice con la quale ha iniziato a convivere nello stesso 1982. La coppia si è sposata solo nel 1992, allietando l’unione con ben quattro figli. 

Un rapporto del quale si è molto parlato sui giornali, soprattutto per le maratone di sesso tantrico cui secondo le cronache avrebbero dato vita Sting e compagna. Smentite però con decisione dalla figlia Coco nel 2009, la quale si è infine decisa a svelare la verità al giornale Mail on Sunday: il tutto era infatti una invenzione di Bob Geldof, una sorta di scherzo che ha poi fatto il giro del mondo alimentando una vera e propria leggenda. La versione di Coco è stata poi confermata da Trudie, con alcuni dettagli abbastanza divertenti, in base ai quali tutto sarebbe nato da una intervista congiunta in cui Geldof affermò di essere abbastanza sbrigativo nei rapporti sessuali, a differenza di Sting che faceva yoga. Quando lo stesso Sting chiese agli interlocutori se avessero mai sentito parlare di sesso tantrico, la leggenda era pronta per essere propagata.

Va infine ricordata l’attività dell’artista inglese a favore dei movimenti ambientalisti e umanitari, in particolare Amnesty International. Nel quadro di questa attività ha non solo partecipato a Band Aid e Live Aid, concerti che hanno riunito le star della musica a favore della lotta alla fame e all’Aids, ma anche dato vita ad una fondazione dedicata alla protezione delle foreste pluviali e partecipato alle attività in favore del sudest asiatico, dopo il terribile tsunami del 2004.