La puntata di lunedì 18 novembre di “Report”, il programma condotto da Milena Gabanelli, ha proposto tre inchieste.: “Patto d’acciaio” di Sabrina Giannini sulla situazione dell’Ilva di Taranto; “Casa Brunetta” di Giuliano Marrucci e “Balli da morire – Come è andata a finire” di Stefania Rimini sui beni culturali. La puntata ha raccolto davanti al video 2.331.000 telespettatori, pari al 8.19% di share.



Come ogni lunedì torna l’appuntamento con “Report”, il programma di approfondimento e inchieste giornalistiche condotto dalla bravissima Milena Gabanelli su Rai Tre alle 21.05. Questa volta l’argomento trattato riguarda l’Ilva di Taranto, la fabbrica che è al centro di una domanda a cui è sempre molto difficile dare una risposta univoca: tutelare il lavoro o la salute dei cittadini, messa a rischio dalle emissioni inquinanti dello stabilimento? La questione, al centro del dibattito italiano da molto tempo, è tornata in questi giorni sulle prime pagine dei giornali e all’interno dei telegiornali in seguito alla pubblicazione, sul sito internet del Fatto Quotidiano, di un’intercettazione in cui il governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, parlando con il portavoce dell’Ilva, ha ironizzato sul modo in cui lo stesso aveva impedito a un giornalista di fare una domanda sui morti di tumore. Il momento per parlare della questione, dunque, è il migliore, ma nel servizio non si parla dello scandalo che ha colpito il leader di Sinistra, Ecologia e Libertà. L’inchiesta condotta da Sabrina Giannini, intitolata ‘Patto d’acciaio’, verte sui reali motivi per cui le casse dell’azienda risultano vuote e dove sono andati a finire i soldi che la famiglia Riva ha guadagnato in questi anni. Si parla di circa 2 miliardi di euro, depositato su conti esteri. Il programma inizia però con un’inchiesta sulle proprietà immobiliari di Brunetta (il quale, prima ancora della messa in onda del servizio, ha minacciato querela ma non ha accettato di rispondere alle domande dei giornalisti).

L’inchiesta di Giuliano Marrucci comincia parlando della villa che Brunetta ha nella Costiera Amalfitana. Villa che, secondo testimoni del luogo, all’inizio era una stanza, di certo non un edificio imponente. Ma l’avrebbe trasformata in villa grazie ad alcuni permessi ottenuti dal comune. Secondo Amalfitano, sindaco del Pd di Ravello ai tempi in cui risalgono i fatti, è stato chiamato da Brunetta in qualità di consulente. Tramite Amalfitano, poi, Brunetta sarebbe entrato nella Fondazione Ravello. Un’altra proprietà di Brunetta si trova nelle Cinque Terre, e ci sarebbero dubbi sulla provenienza dei fondi che sono serviti per la ristrutturazione di quel che era un vero e proprio rudere.Terminato questo servizio si parla dell’Ilva di Taranto. O meglio, delle indagini di Milano e Taranto sui soldi di proprietà dell’Ilva che, però, non si trovano. Soldi che dovrebbero servire per il risanamento dell’Ilva, una fabbrica strategica e importante (che quindi non può essere chiusa, anche per motivi lavorativi) ma troppo inquinante. Il rischio è, ovviamente, che i soldi che servono per mettere in regola l’Ilva dovranno sborsarli i contribuenti italiani.Secondo Emilio Riva, proprietario dell’Ilva, i morti di tumore non esisterebbero. O meglio, sarebbero un’invenzione dei giornalisti. Ippazio Stefano, sindaco di Taranto, conferma invece che quella di Riva è una menzogna, in quanto i morti di tumore ci sarebbero eccome. E subito si comincia a parlare di Archinà, la persona con cui parlava Vendola nell’intercettazione cui abbiamo già fatto cenno. Lui gestiva gli interessi dei Riva attraverso modi che, a volte, non erano perfettamente leciti. L’inchiesta di Taranto vuole dunque andare a fondo in questo ambito, in quanto una fabbrica non risanata (e che, dunque, genera morte) non può continuare a inquinare così impunemente se non grazie alla supina benevolenza di politici e dirigenti locali e nazionali. I soldi mandati all’estero (a Panama e altri paradisi fiscali) sono stati trovati grazie all’inchiesta partita dalla procura di Milano, che ha riscontrato alcune irregolarità nella richiesta di utilizzo dello scudo fiscale nel 2009 da parte della proprietà.L’inchiesta della Giannini continua in un folle intreccio di interessi pubblici e privati, in cui le inchieste della magistratura si accavallano alle decisioni prese dalla Regione e dal governo (anche quello attuale) che tentano sistematicamente di favorire la famiglia Riva. La quale ha da tempo deciso di lubrificare gli ingranaggi che gli interessano da anni con copiose donazioni un po’ a tutti i partiti politici italiani: dal Pd alla vecchia Forza Italia. C’è da dire anche, però, che alle manifestazioni di protesta e al referendum promosso per chiudere l’area più inquinata della zona, il 90 per cento dei cittadini ha preferito restare a casa.Il servizio continua spiegando quali sono i danni che i fumi dell’Ilva producevano nella popolazione che vive nella zona in cui c’è l’acciaieria e i modi spesso non convenzionali con cui la proprietà tentava di tenere sotto controllo tutto quel che, in merito, veniva scritto sui giornali e deciso dai politici. E non parliamo soltanto dei politici locali, ma anche quelli nazionali, visto che nel 2010 il ministro dell’ambiente Prestigiacomo firma una legge che mette in regola per altri tre anni le emissioni dell’Ilva.

Milena Gabanelli paventa la possibilità che questo ‘favore’ del governo Berlusconi ai Riva sia una specie di ringraziamento per l’interessamento che gli stessi hanno avuto nei confronti dell’operazione Alitalia. Operazione che ha avuto grande importanza nel corso della campagna elettorale del 2008, in seguito della quale lo stesso Berlusconi vincerà le elezioni.Il punto, però, è che, partendo dal presupposto che ormai è chiaro che l’Ilva inquina, la politica tentenna e non prende decisioni ferme e radicali per fermare questa situazione. Ogni governo cerca di fare qualcosa per migliorare la situazione ma non ci riesce mai. Forse, spiega Milena Gabanelli, semplicemente non vuole farlo. Eppure qualcosa va fatto. Per risanare l’Ilva servirebbero otto miliardi, ovvero i soldi che l’azienda avrebbe dovuto spendere per evitare che tutto questo accadesse, e che non ha speso, trasferendoli all’estero. Insomma, i Riva avrebbero risparmiato sulle costose misure di sicurezza da adottare per fare in modo che l’acciaieria di loro proprietà non inquinasse, hanno usato una parte dei soldi risparmiati per ‘comprare’ il silenzio della stampa e la benevolenza dei politici, e il resto lo avrebbero messo al sicuro. Questo, almeno, è quanto emerge da questa inchiesta.Al termine della puntata si ritorna sulla questione, trattata tempo fa, della gestione privata dei beni archeologici e artistici pubblici. In questi ultimi minuti di puntata si ricorda quanto detto nella puntata passata e come si è evoluta la questione. E pare che poco o nulla sia cambiato.

Milena Gabanelli è pronta a condurre una nuova puntata di Report che ha fatto discutere prima ancora di andare in onda. Più in basso potete leggere perché. C’è quindi curiosità per vedere come verrà presentata l’inchiesta sull’Ilva di Taranto. Ricordiamo che la trasmissione si può seguire anche in diretta streaming cliccando qui.

Questa sera, lunedì 18 novembre, torna su Rai Tre Report, il programma di attualità condotto da Milena Gabanelli, e quale argomento migliore se non l’Ilva di Taranto dopo le accuse e lo scandalo che ha travolto Nichi Vendola con la pubblicazione di quella triste intercettazione telefonica (qui il video) durante questa settimana? La puntata è dedicata all’inchiesta di Sabrina Giannini dal titolo “Patto d’acciaio”. La pubblicazione di un video anteprima sul servizio però ha già riscosso decine di polemiche su Facebook perché, a quanto pare, il presidente della Regione Puglia non sarà menzionato. L’unica cosa che interessa è risolvere la questione Ilva “Ci sono problemi ben più importanti da discutere che intercettazioni peraltro già rese note da tempo“, ha detto D’Isabella della Cgil (qui l’intervista completa). Il programma di Rai Tre svelerà “solo” il motivo per il quale le casse dell’azienda di Taranto siano vuote e, una serie di passaggi, ci mostrerà dove i Riva hanno fatto finire i soldi provenienti dai guadagni derivanti dalla produzione dell’acciaio in Puglia. Ricordiamo, infine, che questo servizio sarebbe dovuto andare in onda la settimana scorsa ma poi la scaletta fu cambiata in dirittura di arrivo.