Fabrizio Corona ha inviato una lettera dal carcere in cui si trova recluso alla trasmissione Verissimo. La lettera è stata pubblicata integralmente oggi dal quotidiano Libero. Tra le altre cose in essa si legge che sta molto bene anche se, dice, è una risposta che darebbe anche se avesse ricevuto delle coltellate. In realtà dice che il carcere è la cosa peggiore che possa capitare a una persona a parte scoprire di avere una malattia mortale. E’ l’inferno in terra, dice ancora, dove colpevoli e innocenti sono costretti a vivere in condizioni vergognose e disumane nell’indifferenza delle istituzioni. Però, spiega, non prova rabbia né rancore per chi lo ha condannato a una pena che lui reputa eccessiva ma ringrazia invece dell’occasione che gli hanno dato perché adesso ha potuto capire tante cose: “riconoscere i tanti sbagli, ammettere gli errori, guardarmi dentro, nel profondo della mia anima e a capire finalmente, a quasi quarantanni, chi sono e cosa voglio veramente”. Quindi conclude: “Stare in prigione in questo paese è come morire lentamente, ma io continuo a vivere lo stesso, di notte, nei miei sogni, anche attraverso i ricordi di quella che è stata la mia incredibile vita: le tante emozioni provate, il grande amore dato e quello ricevuto, convinto, ancora oggi, che i sogni, se li desideri veramente e fai di tutto per raggiungerli, prima o poi diventano realtà”.