CLICCA QUI PER LE ANTICIPAZIONI DE LE TRE ROSE DI EVA 2 Scheletri, omicidi, una confraternita e un misterioso simbolo, probabilmente il filo rosso che unisce tutti i pezzi di un intricato mosaico. Mancano solamente tre puntate alla fine de Le tre rose di Eva 2, di cui va in onda questa sera il dodicesimo appuntamento, e tutti i misteri di Villalba che hanno tenuto il pubblico con il fiato sospeso fino a questo momento ancora non sono stati completamente risolti; anzi, stanno evolvendo con conseguenze inaspettate. E anche questa sera assisteremo a scoperte e indagini, dalle quali sembra essere stato escluso dai suoi superiori il Maresciallo Antonio Mancini. Proprio lui, o meglio Giulio Pampiglione, l’attore che lo interpreta, è il protagonista di questa nostra intervista.
Partiamo del tuo personaggio. Ci sembra che in questa seconda serie abbia avuto più spazio e ne abbiamo potuto cogliere meglio i contorni…
È proprio così. Nella prima stagione il ruolo di Mancini era molto legato al suo superiore, cioè il Maresciallo Corti, per conto del quale indagava sui tanti accadimenti che risultavano poco chiari. In questa serie, invece, è proprio Mancini a occuparsi dei misteri di Villalba in prima persona, senza doverlo fare di nascosto, e questo lo porta automaticamente al centro della scena. Di conseguenza, però, diventa anche il diretto responsabile per la soluzione di tutti i crimini e i fatti misteriosi che di volta in volta accadono.
Mancini sembra un uomo mite, un po’ all’antica e che cerca sempre di stare dalla parte del giusto evitando ogni tipo di eccessi. Quanto ti somiglia?
In effetti siamo molto simili, anche se il mio passato è decisamente diverso da quello di Mancini. Nella mia carriera ho interpretato praticamente qualsiasi ruolo, dal criminale spietato fino allo stupratore e all’assassino, ma anche quello dell’eroe e del cavaliere. Anche io, come il Maresciallo, credo nella giustizia e nel rispetto delle regole, quindi la mia vita non è poi così diversa: provenendo però da una famiglia composta quasi interamente da artisti, le mie origini sono certamente diverse.
Tra le due serie de Le tre rose di Eva quale preferisci?
Senza dubbio la seconda, perché va a completare un importante percorso di trasformazione. Credo che un personaggio debba sempre cambiare e mai restare identico, proprio per non risultare monotono o irreale, quindi è necessario riuscire a fargli vivere esperienze diverse, proprio come avviene nella vita. Nella prima serie è stato molto divertente interpretare Mancini, un brigadiere che doveva trovare la via per la giustizia seguendo gli ordini del suo superiore, mentre in questa seconda stagione è avvenuta la trasformazione di cui parlavo. Il Maresciallo sta infatti scoprendo cosa significa davvero rappresentare la legge in prima persona, in una cittadina che in ogni occasione fa affidamento su di lui. Tutto ciò porta inevitabilmente una maggiore responsabilità, non solo con se stesso ma anche nei confronti di tutti gli altri.
Mancini è stato però tagliato fuori dalle indagini sui delitti di Villalba. Seguirà gli ordini oppure sceglierà di continuare a seguire i casi per conto suo, un po’ come ha fatto nella prima serie?
Per quanto gli sarà possibile, proverà sempre a dare una mano a chi vuole bene e a chi ne ha bisogno. Una sua grande capacità è proprio quella di saper fare tutto senza però mai dimenticare qual è il limite oltre il quale rischia di compromettere la sua carriera o, peggio ancora, essere allontanato da Villalba e quindi dover rinunciare in maniera forzata a tutto. Si muove delicatamente, senza fare passi estremi, i quali però verranno compiuti da qualcun altro con cui lui collaborerà.
Nella scorsa puntata abbiamo visto che Mancini ha iniziato una relazione con Elena Monforte. Finalmente il Maresciallo ha ritrovato l’amore?
Come accade spesso in situazioni di questo tipo, Mancini sta tentando di riaprirsi alla vita e a nuove esperienze dopo essere rimasto “scottato” da una storia in cui aveva investito molto. Lui però è un puro di cuore, quindi sarà in grado di farlo solo quando crederà di aver trovato un’altra persona altrettanto pura: non è ovviamente facile, ma quando questo passo avviene significa che è stato pensato e deciso seriamente. Per lui è l’inizio di una nuova speranza e mi auguro che possa trovare la felicità.
Marzia è quindi un capitolo chiuso, nonostante i tentativi di riavvicinamento?
Possiamo dire di sì, anche se non è mai detto. È una situazione molto complicata: Mancini vuole molto bene non solo a Marzia, ma anche a tutto il nucleo famigliare delle Taviani, e tutto ciò non fa altro che mantenere un legame con il passato. Tuttavia, non credo che Mancini possa gettarsi in una nuova storia importante senza considerare definitivamente concluso quel capitolo della sua vita.
In queste ultime tre puntate ci saranno altri delitti a Villalba?
Ovviamente non posso rivelare molto e francamente la memoria mi inganna! Le riprese sono state frenetiche e adesso, riguardando le varie puntate, io stesso mi sorprendo dei colpi di scena e dei misteri raccontati di volta in volta. C’è però la sensazione che questa storia, iniziata nel sangue, finirà allo stesso modo.
Dove ti rivedremo dopo Le tre rose di Eva 2?
Tra i progetti più imminenti ho senza dubbio le riprese della seconda stagione di “Forse sono io”, una web series comica-demenziale (visibile sul sito ufficiale www.forsesonoio.it) scritta e diretta da Vincenzo Alfieri e con Marco Cassini, Valentina Izumì e Gianmarco Tognazzi che ha preso parte a questa nuova serie con un personaggio davvero intrigante. Poi per il futuro vedremo più avanti…
Ci sarà una terza stagione de Le tre rose di Eva?
Ce lo auguriamo tutti. Al momento però non ci sono certezze al riguardo e non so quali siano i progetti della produzione. Tra gli attori c’è la sensazione che ci sarà, ma è ancora presto per dirlo.