L’Unione europea, che ultimamente sta incontrando sempre meno gradimento tra i cittadini italiani, è al centro della puntata di Report in onda questa sera, soprattutto nel suo confronto con gli Usa. Non si parlerà però solo di questo tema, come vedete dalle anticipazioni più in basso. Ricordiamo che la trasmissione si può seguire in diretta streaming cliccando qui.



Questa sera, lunedì 4 novembre, in prima serata su Rai Tre va in onda una nuova puntata di Report, il programma condotto da Milena Gabanelli. Verrà proposta l’inchiesta di Michele Buono dal titolo Unione di fatto, che si sviluppa attraverso un viaggio parallelo tra Stati Uniti ed Europa, nel quale si raccontano, attraverso l’incontro di uomini che hanno avuto la visione giusta, le imprese, gli investimenti, e le politiche industriali. Avete presente quella macchina nei film di fantascienza che trasforma le cose disegnate al computer direttamente in oggetti veri? Oggi negli Usa cè già. C’e l’abbiamo anche a Reggio Emilia, ma chi ha avuto coraggio e la visione di investire a differenza degli imprenditori negli  Usa, si trova da solo senza supporto del Paese e neppure quello dell’Europa. Dove  a nessuno è venuto in mente di creare un sistema intorno a quest’innovazione. Perché?, è la domanda centrale dell’inchiesta. Attraverso l’incontro di  uomini che hanno raccontato le loro idee, Report ha cercato di capire quello che ci manca per far fruttare le ricchezze europee. Manca unEuropa più integrata, che pensi come un unico soggetto politico e economico, che ottimizzi le proprie risorse, valorizzi le caratteristiche di ogni paese membro, che sia solidale con chi è in difficoltà. 



Questa sera si parlerà anche di beneficenza e di controlli sulle associazioni di volontariato: Quindici anni fa l’allora ministro Livia Turco ci aveva promesso che nel giro di pochi mesi sarebbe nata un’authority per il terzo settore. Avranno mantenuto la promessa?.

Spazio anche alla questione dei commessi del Senato che sono tra i pochi lavoratori che in Italia possono andare in pensione a 53 anni: Nel 2012 Palazzo Madama aveva elevato i limiti delletà pensionabile dei suoi dipendenti adeguandola a quella del resto del Paese. Ma, leggendo tra le righe, si scopre che lobbligo riguarda appena 50 dipendenti su 840. E intanto lo scorso luglio cè chi ha provato andare in pensione persino a 52 anni.