Tessere o non tessere, questo è il problema, diceva a suo tempo il compagno Amleto Bordigoni, tessera N. 1 a Bagnacavallo (Ravenna) della sezione Pci intitolata a Guglielmo Scuotilancia, alias William Shakespeare, un compagno britannico che fece la Resistenza con i partigiani, nome in codice Otello. Anche dopo il trionfo di Renzi alle primarie, allinterno del Pd è ancora aperta la partita delle tessere: non è bastata la guerra scoppiata, lo scorso novembre, in seguito allo scandalo delle tessere gonfiate, causa presunte e anomale iscrizioni al partito, avvenute un po in tutta Italia. Le soluzioni posticce escogitate per porre fine a quellimbarazzante situazione si sono rivelate poco efficaci, sicché gli stessi candidati alla segreteria – Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e Pippo Civati – hanno finito per sfidarsi a colpi di tessere: ai gazebo il sindaco di Firenze ne ha esibite 14, il candidato di DAlema 9, Civati solo 5.

Pure gli elettori, in fatto di tessere, non hanno mica scherzato. In media, in base al sondaggio iPhone, effettuato da una società demoscopica americana di sinistra, la iPd, risulta che ogni elettore della Toscana che ha sostenuto il candidato Renzi, ha portato ai gazebo almeno otto tessere. Le più gettonate? Quella del Pd sede di Campi Bisenzio, della Cgil di Pontassieve Area sindacale Valdarno-Chianti, della Coop di Barberino del Mugello, della Banca Monte Paschi di Rignano allArno, della Libreria Feltrinelli di Fucecchio, dellArci di Scandicci, del circolo Slow Food di Sesto Fiorentino e della Fiorentina Calcio curva Fiesole (Viola fuori, rossi dentro).

In alcuni gazebo della provincia di Reggio Emilia si sono formate lunghe file di votanti, in gran parte ex partigiani ultraottantenni, per nulla interessati alle primarie (Civati? Ci vati lei a votare! ha risposto un arzillo vecchietto a un rappresentante di lista del Pd che lo invitava a esercitare il suo diritto di voto). Erano invece pronti e agguerriti nel far valere i loro diritti a ricevere le razioni di zucchero, caffè, sapone, lardo, olio doliva, burro, latte e formaggi grana. Tutti infatti avevano in mano una tessera annonaria e con la pretesa del formaggio grana sono subito stati ribattezzati dai media locali Partigiani Reggiani.

A Ravenna è uscita allo scoperto una nutrita schiera di votanti muniti di una tessera del mosaico di Galla Placidia, ma sono stati prontamente arrestati per grave nocumento al patrimonio artistico di rilevanza nazionale e hanno naturalmente perso il diritto di voto.

A Ferrara hanno invaso i gazebo ben 1.497 supporter della Spal, che si sono presentati con le loro tessere del tifoso al solo scopo – hanno dichiarato – di spalleggiare Cuperlo, visto che Renzi è tifoso della Fiorentina.

A Milano si vocifera che alcuni cittadini, probabilmente non elettori o simpatizzanti di centrosinistra, si siano presentati con la tessera dell’Atm, la società che gestisce i trasporti urbani milanesi, pur non avendo alcuna intenzione di votare. Secondo i testimoni, avrebbero giustificato il loro intento con queste parole: “I politici di sinistra? Dovrebbero attaccarsi al tram!”. Sempre in Lombardia, dalla sezione “Quel ramo del Pd che volge a mezzogiorno” di Lecco viene una proposta assai singolare: in caso di vittoria di Renzi, le tessere del partito di centrosinistra verranno affettuosamente chiamate Lucie.

A Cinecittà, la locale sezione del Pd – per ovvie ragioni denominata “Pellicola democratica”, alla quale sono iscritti ex registi, ex attori, ex doppiatori, ex sceneggiatori, ex costumisti, ex addetti alle luci di sinistra (si allude non alle luci che stanno a sinistra, bensì alla provenienza politica degli addetti alle luci) – sono andati a votare con piglio democratico, recando seco la tessera dell’Agis. “Vogliamo essere non certo comparse, ma coprotagonisti della nuova stagione del centrosinistra. Il nostro voto – ha dichiarato il presidente della sezione, il cinefilo Valter Weltroni (solo quasi omonimo del più famoso ex direttore dell’Unità ed ex sindaco di Roma) – è andato ovviamente al candidato Renzi, che c’ha una bella faccia da attore. Già in passato le nostre preferenze sono andate ad altri Renzi che c’avevano la faccia da attori. Grandi personaggi, come Renzi Palmer e Renzi Montagnani”.

All’ospedale “Tispezzu Lurene” di Uri (Sassari), reparto di urologia del Pd (che non è la sigla di “Padiglione degenti”, bensì di “Prostata democratica”), tutti hanno votato compatti ai gazebo, presentandosi con catetere e regolare tessera sanitaria. I “calcoli” dei voti ottenuti non sono stati ancora “espulsi”, cioè comunicati all’esterno, dalla Direzione sanitaria.

A Maranello, i fan della Rossa (per loro non è solo la Ferrari, ma anche la bandiera con falce e martello) hanno espresso, chi in Massa e chi in Alonso, la loro preferenza esibendo con orgoglio la propria tessera Aci (Automobilisti comunisti italiani).

Ora, dopo la vittoria di Renzi, come finirà la battaglia delle tessere? Difficile a prevedersi. Una proposta seria, per quanto assai originale, è nel frattempo pervenuta dalla FILCAMS, la Federazione Italiana Lavoratori Commercio Albergo Mensa e Servizi, settore alimentare. Questo sindacato propone una completa parificazione tra tessera del Pd, tessera della Unes (il nuovo logo “U!” fa tanto Festa dell’Unità…) e tessera della Coop. Questa “tessera delle tessere”, grande come una bistecca, in onore del nuovo segretario del Pd si chiamerà “FioRenzina”. Sul web, l’iniziativa ha già avuto un’accoglienza entusiastica. La politica, anche a sinistra, è diventata tutta un magna-magna?